Manca poco all’inizio dell’ottava edizione di “Highlights in Neurology”, il congresso di Neurologia che si svolgerà a Pantelleria dal 27 al 30 maggio nell’aula consiliare del Comune di Pantelleria. Oltre 100 partecipanti e l’accreditamento al Ministero con 25 crediti formativi, un numero davvero elevato che rimarca l’elevata importanza dell’evento.
Abbiamo intervistato il professore Michele Vecchio, Presidente del congresso, Direttore del Dipartimento di Medicina Ospedaliera ASP Caltanissetta - Direttore U.O.C. Neurologia con Stroke Unit Hub P.O. S. Elia.
Buongiorno professore Vecchio, perché scegliete sempre Pantelleria?
Highlights in Neurology nasce a Pantelleria e tutte le edizioni (a parte le due del periodo Covid) si sono sempre tenute a Pantelleria. Qui studiosi e ricercatori nell’ambito neurologico, nazionale e internazionale, trovano una dimensione idonea per potere presentare tutte le novità inerenti la materia. La location Pantelleria si presta molto a questo scopo perché mette in una dimensione a contatto con la natura. La malattia fa parte della natura perché la natura si ammala, gli uomini si ammalano. Qui si creano le condizioni favorevoli che determinano anche il successo della manifestazione. Per quanto mi riguarda, poi, subentra anche una valenza affettiva. Io amo e frequento quest’isola da moltissimo. Vi confesso che a Caltanissetta mi chiedono come mai non organizzo questo congresso li, nella città in cui lavoro. Me lo chiedono dal mio direttore generale agli operatori commerciali. Pantelleria è il luogo che ho scelto e in cui, se campo, voglio passare sempre più tempo.
In questo ultimo anno sono emerse novità in camponeurologico?
Assolutamente sì, ci sono tantissime novità. Intanto focalizziamo sempre le cose che riguardano lo sviluppo scientifico che ci attendiamo e soprattutto la realizzazione pratica in esiti ai risultati che noi vorremmo ottenere. Partiamo sempre dalla macro-patologia dell’ictus cerebrale che, ricordiamo bene, è la seconda causa di morte e la prima di disabilità. Lì chiaramene, in tutto questo anno, sono migliorate le tecniche, non solo diagnostiche ma soprattutto terapeutiche interventistiche.
C’è un titolo in cui scriviamo “L’ictus è come l’amore. Non ha età”. L’ictus, infatti, colpisce anche i bambini e porteremo il caso di una signora di 105 anni che ha avuto un ictus cerebrale devastante e per la quale dovevamo decidere cosa fare. I familiari ci hanno detto che fino a 10 minuti prima la loro madre cucinava, si muoveva da sola, faceva i cruciverba, faceva una vita normale. Abbiamo quindi deciso di sottoporla alle più moderne terapie. La signora non solo è sopravvissuta ma ha recuperato la sua disabilità e l’abbiamo dimessa.
Questo è il messaggio che dobbiamo dare e per potere fare questo è necessaria una grande organizzazione che deve consentire al paziente di raggiungere il posto giusto nel più breve tempo possibile”.
Come è possibile questo a Pantelleria?
Ci stiamo lavorando e forse ci stiamo arrivando. Perché piuttosto che affidarci durante la notte al meritevole intervento delle forze militari, bisogna perseguire l’estensione del programma del 118. È un fatto importante che anche quest’anno sarà nostra sopite l’Assessore alla salute della Regione Siciliana, la dottoressa Daniela Faraoni, che è una persona di grande competenza e di grandi capacità politiche. È già stata direttore generale dell’ASP di Palermo, oltre a essere direttore generale di tante ASP.
Quando l’ho incontrata lei mi ha detto che conosce le realtà isolane, perché dall’ASP di Palermo dipende Lampedusa. E io le dissi di dimenticarsi Lampedusa se pensa a Pantelleria perché Pantelleria è un’altra cosa. A Pantelleria c’è una sanità prestazionale e ciò vuol dire che la gente che si ammala viene curata anche sull’isola mentre a Lampedusa non viene curato nessuno. Lampedusa è un presidio territoriale di emergenza-urgenza che serve solo a individuare e trasferire sulla terraferma.
A Pantelleria le persone vengono curate perché c’è un ospedale sotto utilizzato nelle strutture e nel personale. Quello che ho notato anche oggi che sono stato in visita in ospedale, peraltro c’era una complessità importante, è che al di là delle competenze tutti erano là. La prima cosa che ha capito la dottoressa Faraoni è che bisogna estendere il 118, Il 118 deve essere l’h24 di emergenza. Perché l’elicottero è più veloce. L’elicottero deve stare qua e deve avere l’equipaggio pronto a partire.
Cosa che adesso non è così.
Giuliana Raffaelli