Misteridicittà/Gli occhi della Madonna: speranza per le genti, terrore per gli invasori.

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
12 Luglio 2015 10:52
Misteridicittà/Gli occhi della Madonna: speranza per le genti, terrore per gli invasori.

La più antica preghiera dedicata a Maria di Nazareth è il Salve, Regina, con la quale si chiede alla Madonna: “rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi”. Nel mistero di oggi vogliamo narrarvi di quando la Madonna l’ha esaudita…letteralmente!

Il fenomeno è stato definito miracoloso perché accertato dagli appositi organi ecclesiastici come l’Ufficio Disciplinare della Congregazione per la Dottrina della Fede (ex Inquisizione), ma a dar maggior peso agli eventi fu lo stupore di tutti gli atei, tra i quali parecchi uomini di scienza, che seppero dare solo assenzi alle affermazioni di “Miracolo!” di quanti li circondavano.

Il mistero non è legato ad un luogo o ad un tempo, ha coinvolto tutta Italia, distribuito in un tempo inspiegabilmente lungo, ed è questo quello che sorprende di più.

Ma andiamo con ordine. E' il 1796 e l’Italia tutta è sotto la minaccia delle armate Napoleoniche pronte a conquistare sia il territorio Italiano che quello dello Stato Pontificio, portando la scristianizzazione dei territori anche con atti di pura violenza come accaduto in Francia nei mesi precedenti, profanando le chiese e uccidendo chiunque si ponga loro innanzi e ostacoli la diffusione del culto della Dea Ragione, specie se i contestatori indossano l’abito talare.

La cattolicissima Italia vede sbocciare allora la fede come ultimo appiglio rimasto, anche il Papa Pio VI invoglia i fedeli ad affidarsi alla Madonna e a offrire sacrifici affinché volga i Suoi occhi a protezione dei Suoi figli, e proprio il 25 Giugno del 1796, ad Ancona si assiste all’incipit del miracolo. Mentre erano in preghiera, i fedeli, vedono gli occhi raffigurati sul quadro della Madonna del Duomo nella cappella del Vanvitelli, che muovendosi sembrano voler guardare tutta la gente inginocchiata, tra gli accorsi durante i mesi in cui si è svolto il miracolo anche scienziati, pittori, atei, curiosi e non possono di certo mancare i giacobini che celermente informano il loro generale che, anche se la chiesa ha aperto un’inchiesta per accertare la veridicità del fenomeno, teme che il clero stesse facendo leva su una risposta tangibile alle preghiere per fomentare una rivolta popolare.

Napoleone giunge ad Ancona, chiede di visionare il quadro, per poi distruggerlo, ma cambia idea non appena per staccare un nastrino di perle che adornava la tela, poggia il suo sguardo su quegli occhi moventi e acconsente semplicemente a tenerlo coperto con un drappo. Ancona viene soggiogata, Bonaparte inizia a scendere verso Roma e qui lo stesso identico fenomeno, il Papa che infervora sempre più i cristiani alla preghiera e la risposta ancora più massiccia da parte delle immagini sacre, stavolta non solo la Madonna ma anche altri soggetti religiosi fanno registrare lo stesso miracolo, nella capitale però il fenomeno è più a portata, infatti a muovere gli occhi sono le migliaia di statue, quadri e immagini che si trovano per strada, in ogni angolo di Roma decorato con le “Madonnelle stradarole” una folla testimone di quello sguardo mobile che dà forza e speranza, a partire dalla Madonna dell’archetto a Trevi, si registrano sguardi misericordiosi in sempre più vaste zone, in case private, conventi, coinvolgendo immagini, disegni, bassorilievi di qualsiasi tipo e qualità, gli occhi si muovono, percorrono la folla e volgono poi verso il cielo come a voler portare con loro le preghiere raccolte dal basso, spesso le animazioni sono varie, gote che si arrossano, palpebre che si chiudono e spalancano, occhi che cambiano colore, l’immagine si avvicina alla vita.

Anche l’atmosfera cittadina ne risente, davanti le edicole votive ladri pentiti pongono la loro refurtiva, le chiese ampliano il loro orario di apertura, si avverte pace, serena tranquillità, la disperazione sembra pian piano far posto ad una forza che servirà alla popolazione ad accettare quello che è inevitabile che accada, l’Italia sarà invasa saccheggiata e depredata, anche gli archivi vaticani e i tesori della chiesa subiranno la stessa sorte, ma come si suol dire non tutti i mali vengono per nuocere, la Madonna infatti ha voluto far sentire e vedere la sua vicinanza in questo periodo di mutazione necessaria affinché la chiesa entrasse nel suo periodo “moderno” che l’ha condotta a noi tramite Napoleone grazie ad una strada “temporale” che conduce e termina a Porta Pia, senza la disfatta dello stato pontificio infatti non si sarebbero messi in discussione i ruoli che gli alti vertici terreni della chiesa si erano arrogati.

Ma la forza della fede porta anche negli anni successivi insurrezioni in varie città verso gli invasori giacobini al grido di “Viva Maria!” 

I progetti di Napoleone sfiorarono solamente l’idea di conquistare anche il Regno delle due Sicilie per quello che i libri ci narrano, ma forse la verità potrebbe essere legata con un filo sottile al mistero che riguarda da vicino la Città di Mazara del Vallo, esso è legato al dipinto, scoperto poi essere di Sebastiano Conca, raffigurante la Madonna del Paradiso venerato nell’omonima Parrocchia (vedi foto n.1).

La tela di Conca, ordinata da padre Milazzo, non riporta né la data, che dovrebbe essere intorno al 1760, né la sua firma, forse ciò è dovuto alla sua indole umile e religiosa, durante l’esecuzione fu colto, si dice, da un’estasi che lo portò a dichiarare che sarebbe stata la devozione dei cristiani la firma dell’immagine che avrebbe fatto da tramite per elevarli verso il Signore.

Ma c’è anche un’altra storia che echeggia tra i fedeli, si narra infatti che il Conca dopo aver terminato il bozzetto su tela, abbia iniziato a dare le pennellate nella parte più inferiore del quadro, quando colto da stanchezza vista l’ora tarda andò a riposare, pensando di dipingere il volto l’indomani, ma al suo risveglio trovò l’opera compiuta. La leggenda vuole che a terminare l’icona sia stato un possibile allievo o come pensano i più, la mano divina, forse è un’interpretazione che marca la spersonalizzazione dell’artista durante la lavorazione e l’estasi o forse in considerazione di quel 3 novembre 1797, alle ore 21,00 cui i prodigi coinvolsero la nostra “Bedda Matri di lu Paraddisu”.

In quel tempo si trovavano presso la Cappella del Paradiso della Casa Santa, i padri Liguorini, per un corso di esercizi spirituali, nel corso di quella sera ci fu la prima manifestazione del prodigio, gli occhi dipinti come fissi in una immensa grandezza, volsero verso i padri, più volte anche nel giorno successivo, l’immagine fu portata in Cattedrale dove gli occhi non smisero di aprirsi, chiudersi, guardare ora da un lato ora dall’altro, rendendo tutti testimoni del miracoloso evento anche durante il Suo pellegrinaggio nella parrocchia di San Carlo, e nei monasteri di S. Caterina, S. Veneranda e S. Michele dove si protrasse per ben 24 ore, l’inchiesta venne aperta a distanza di un mese con la preghiera da parte del vescovo Mons. Orazio della Torre, al Capitolo Vaticano di incoronare l’immagine, richiesta che fu esaudita il 10 luglio del 1803.

Il movimento degli occhi si è poi ripetuto: il 20 Ottobre del 1807, nel 1810, il 21 Gennaio del 1811, il 21 Dicembre 1811 (davanti al letto di morte di Mons. Orazio della Torre mentre, pregando il Salve Regina spirava), il 5 marzo del 1866 e varie altre volte.

Ma molti dei nostri lettori forse ricorderanno l’ultimo episodio in cui il prodigio si è riproposto anche perché legato ad un altro fatto passato agli onori della cronaca, era il 1981, il mese Giugno, e si era nei primi giorni, il 7, quando il terremoto fece ritornare in mente i tragici fatti simili che coinvolsero il Belice nel ’68. Ma l’esperienza dell’81 fu accompagnata dalla prova tangibile che la Madonna era pronta a vigilare sui Suoi figli mazaresi, molti narrano che dopo ripetute scosse e il panico che andava amplificandosi, come è logico immaginare molti si rivolsero all’aiuto Divino perché si placasse la furia della terra, ma anche se invocato ci fu inattesa meraviglia nel dover constatare che le scosse ridussero di molto frequenza e intensità in concomitanza con il ripetersi del miracolo del movimento degli occhi dell’immagine prodigiosa.

Dalla prima volta è cresciuta sempre più la devozione per la Madonna del Paradiso, innumerevoli i fedeli che non mancano all’appuntamento annuale della processione per chiedere o per ringraziare, o semplicemente si recano presso la Parrocchia che, grazie ai molti riconoscenti o devoti, si va abbellendo sempre più sia esternamente che attraverso opere di carità.

La parrocchia è sita dove un tempo vi era la Casa Santa con annessa Chiesetta della Vergine del Rosario e un piccolo convento che passò dai Padri Domenicani ai Padri Carmelitani a sede dell’Inquisizione, le trasformazioni ad opera del Vescovo e della gente tramite richieste al Vaticano e fondi privati l’hanno portata ad essere quella che è oggi. Il 6 novembre del 1808 fu consacrata ed aperta al pubblico.

La festa liturgica è il 4 di Novembre, mentre i festeggiamenti sono in corso questi giorni (la processione della “discesa” è iniziata quest’anno l’8 Luglio) durante i quali percorrendo le vie principali il quadro della Madonna viene portato sulle spalle di volontari, in sedi temporanee che La ospitano per qualche giorno. L’8 dalla sua sede è stata spostata in Cattedrale (vedi foton.2), dove sarà incoronata proprio oggi Domenica 12, e da qui si recherà presso Santa Maria di Gesù, San Michele, per poi rientrare domenica prossima.

Le parrocchie ospitanti variano ma quello che resta immutato è l’amore manifestato che proviene da ogni status sociale, che rispetta l’unico status che vige agli occhi misericordiosi e prodigiosi di Maria: la fede.

Se è vero che chiedendo ci sarà dato perché non tentare come fecero i nostri avi anche questa strada che attraversando le vie di Mazara potrebbe portare, se contemplato tra i piani divini e sorretto dalla nostra fede, ad una serenità interiore che diffondendosi migliorerebbe di certo l’aria da troppo tempo viziata che si respira in parecchi luoghi cittadini.

Rosa Maria Alfieri

12-07-2015 12,45

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