Mi prendo le ali

Del diritto di volare

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
04 Settembre 2021 18:54
Mi prendo le ali

“Posso? Mi siedo qui? Grazie. E’ lei l’ispettore? Devo sporgere una denuncia. Sì, voglio farlo con questo abito che indosso. Adesso mi sta stretto, ma è l’abito giusto, è quello con cui ho dato e ricevuto promessa d’amore eterno.

Cominciamo dalla fine. Vede questo tutore al braccio e questo livido qui, sulla guancia? No, non sono caduta dalle scale. L’ho detto altre volte, è vero. Ma sarebbe bastato che qualcuno fosse venuto a casa mia con una scusa, per accorgersi che a casa mia, non ci sono scale: io abito al piano terra, solo un gradino dal marciapiede. Una villetta senza scale. No, per favore, non ci si metta pure lei a dirmi che sarei dovuta venire prima. Lo so bene. Ma ora sono pronta e ora arrivo.

Come mi chiamo? Sa che a volte nemmeno me lo ricordo? Lui non mi chiama per nome: lui fischia. Mi sembrava una cosa carina all’inizio, una specie di codice nostro. Ma non è così: lui fischia perché io, come un cane, accorra. E del mio nome, della mia persona, non gli importa nulla.

No, non è ignorante, anzi! Istruito, di sicuro, colto non saprei, ma sa di libri e di tante altre cose. Dell’ amore sa poco, pochissimo, anzi niente. È analfabeta.

Ma che ne potevo sapere io? Mi sembrava innamorato, sì, mi sembrava, l’ho appena detto io, non serve che lei lo ripeta…mi scusi, non ce l’ho con lei, ma a chi sta fuori da certi inferni, sembra tutto facile. E invece non lo è, perché intanto ci sono i bambini, una immagine da salvaguardare…non è che di questo lui si preoccupi tanto quando inizia ad urlare…non può immaginare come urla: le vene del collo, qui, sembrano scoppiare e mentre urla, e mi regala gli insulti peggiori che qui non riporto , si muove avanti e indietro, scaglia oggetti contro le pareti e poi mi si avvicina, sempre più minaccioso e torvo e allora, giù schiaffi e pugni.

Io qualche volta ho reagito, qualche calcio gliel’ho pure dato, ma Ispettore, cosa vuole che sia un mio calcio contro un suo pugno? E poi, diciamolo, io la mia famiglia, il mio matrimonio, li avrei voluti salvare. Ma ora, ho detto basta, succeda quel che succeda, io non solo lo lascio ma pure lo denuncio.

L’ha sentito lei il discorso di Roberto Benigni a sua moglie, in occasione del Premio alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia? Io l’ho pure registrato, Ispettore. Se vuole glielo faccio ascoltare ... ah, no, lo conosce anche lei. Un capolavoro! Una dichiarazione d’amore così profonda e leggera, soave, allo stesso tempo…!

Ora io dico, sapevo di non avere sposato un premio oscar, né un nobel, sapevo che lui non leggeva poesie ed era appassionato di film di cazzotti, mentre io mangio pane e romanticismo da sempre, sapevo pure che la vita non è quella dei teatri, degli schermi cinematografici, della TV, e ho scoperto presto che lui al massimo in presenza di altri, mi mortifica e quando mi va bene si prende gioco di me…sapevo questo e molto altro ancora, ma non crede che almeno ogni tanto io, come ogni altra donna al mondo, abbia il diritto di sentirmi come Nicoletta Braschi? Di essere lei?Non ho mai preteso un proclama in mondo visione, ma due parole sussurrate su un divano, o mentre stiro e lavo i piatti, o corro per andare al lavoro, poche cose anche senza poesie e dotte citazioni che mi facciano sentire amata, importante come moglie, compagna, amante, come donna!

Nulla, niente di tutto questo.

E mentre Benigni dice di conoscere solo un modo per misurare il tempo: “o con te o senza di te”, lui lo conta “o senza me o contro di me”. Altro che dividerci i premi, quelli della vita di ogni giorno, le piccole cose buone…i meriti sono sempre tutti i suoi, le colpe, tutte mie. “io prendo la coda e tu prendi le ali” dice Benigni alla moglie, lui invece le ali me le taglia, ogni giorno, me le strappa addirittura. E, quel che è peggio, crede di averne il diritto.

Ecco ispettore, io denuncio il mio uomo, per non essere stato l’uomo mio, quello che avevo sognato, immaginato, voluto. Quello che avevo diritto di avere, e con me, tutte le altre donne che vengono trattate come vuoti a perdere. Io lo denuncio secondo la legge dello Stato, perché ci sono questi lividi sul mio cuore e sulla mia carne, perché io stessa sono “il corpo del reato”. Ma di più, lo denuncio secondo la legge dell’amore che lui ha trasgredito ogni giorno, ogni momento, con ogni gesto e ogni parola. E lo denuncio per avermi rubato le ali.

Scriva Ispettore, e non tralasci nulla. Ho lasciato giù i miei bagagli: quelli più pesanti, li ho dentro di me.

Vedo che porta la fede al dito. Non serva che io le suggerisca cosa fare e cosa dire quando, stasera, tornerà a casa. Che fa, si alza? Davvero lei vuole inchinarsi a me e baciare la mia mano ?

Grazie ispettore. Dove devo firmare? Ecco qui.

Firmato : “io e con me tutte le donne che le ali se le riattaccano da sole, ogni giorno e , quando si alza il giusto fiato di vento, ferite o no, tornano a volare!”

di Maria LISMA

La rubrica Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

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