Mazara, vigilia di Capodanno con il “botto” della mozione di sfiducia al Sindaco

Anche Emmola (Pd), Marino (capogruppo UdC) e Bonanno firmano la mozione. Quasi il numero per la convocazione consiliare

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
31 Dicembre 2022 15:38
Mazara, vigilia di Capodanno con il “botto” della mozione di sfiducia al Sindaco

Vigilia di capodanno con il botto anche politicamente parlando a Mazara del Vallo. Infatti altri tre consiglieri dell’opposizione hanno firmato la mozione di sfiducia al sindaco della Città di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, presentata alla Presidenza del Consiglio comunale lo scorso 20 dicembre. Si tratta di Gioacchino Emmola (Pd), Pietro Marino (capogruppo UdC), e il consigliere Giuseppe Bonanno (Noi con L'Italia).

(in foto-collage di copertina da sx Marino, Bonanno e Emmola). Prima di loro la mozione era stata firmata da Matteo Bommarito (che fino a qualche giorno prima in una seduta consiliare aveva difeso a spada tratta lo stesso sindaco Quinci ai molteplici attacchi dell’opposizione), Giorgio Randazzo (FdI) dal il gruppo consiliare del M5S composto da Girolamo Billardello, Maurizio Pipitone e Antonella Coronetta, e qualche giorno fa da Cesare Gilante (Forza Italia) dimessosi da capogruppo di Partecipazione Politica a seguito del rimpasto di Giunta avvenuto lo scorso settembre. Adesso pertanto sono 9 le firme depositate, presso il segretario generale dott.

Calogero Giuseppe Calamia, ne manca soltanto una per raggiungere il numero necessario (10 firmatari), cioè 2/5 dei 24 consiglieri per portare la mozione in aula; quasi certamente entro qualche giorno qualcuno degli altri tre consiglieri dell’UdC (Nicola Norrito, Enza Chirco e Ilenia Quinci) firmerà la mozione che, ricordiamo, una volta in aula per essere approvata necessita per la sua approvazione del voto del 60% dei componenti del Consiglio comunale, cioè di almeno 15 consiglieri.

Fa riflettere molto il perché non abbiano ancora firmato la mozione gli altri due consiglieri del Pd, cioè Stefania Marascia e Giuseppe Palermo, visto che negli ultimi mesi hanno fatto dura opposizione all’Amministrazione dopo la loro uscita dalla maggioranza; ci sono forse motivazioni superiori, o personali, rispetto alle motivazioni di carattere politico-amministrativo evidenziate nella mozione? Infine riportiamo il testo della mozione di sfiducia depositata lo scorso 20 dicembre:

“PREMESSO Che le ultime vicende politiche, con la scelta illogica ed incomprensibile del Sindaco Quinci, a pochi giorni dalle elezioni regionali, di azzeramento della Giunta Municipale preceduta dalle dimissioni di alcuni assessori e la contestuale nomina della nuova Giunta con relativa assegnazione delle deleghe, hanno aperto una crisi politica senza precedenti, estremamente dannosa per l’immagine ed in bene della città. Tale forsennata azione ha provocato dure reazioni delle forze politiche vicine all’amministrazione Quinci con la conseguente presa di distanza.

Scelte di fatto messe in campo non per rilanciare l’azione amministrativa e migliorare l’ efficienza dei servizi o nell’interesse della città ma al solo scopo scandaloso di rafforzare alcune posizioni personali, per giochi di potere e fini elettoralistici a scapito del mandato conferito, tradendo di fatto la fiducia di tutti i cittadini mortificando l’ immagine della Città.

CONSIDERATO. Che ad oggi, il Sindaco ha disatteso il mandato politico/amministrativo non riuscendo a realizzare quasi in toto le proprie linee programmatiche (su circa 200 punti enunciati dal programma elettorale trovano parziale attuazione appena 30 punti). Il primo cittadino ha disatteso punti nevralgici oggetto di molte e plateali promesse che denotano l’inefficienza della rappresentatività politica, come ad esempio l’escavazione del porto canale, l’apertura imminente del ponte bocca Arena, il rilancio turistico della città, il buon funzionamento, la riorganizzazione e potenziamento degli uffici con riferimento al settore tributario, dei lavori pubblici ed urbanistica. Degrado urbano, incertezza amministrativa e mancanza di una visione programmatica chiara hanno determinato l’incapacità a risolvere problemi annosi e cruciali per la città.

CONSIDERATA. La scarsa inclinazione di questa Amministrazione ad aprirsi al confronto sulle scelte fondamentali dell’ente e ad sostenere le situazioni ed i percorsi decisionali, da quelli ordinari a quelli più complessi, (a partire dalla pandemia, dalla scelta delle misure correttive chieste dalla corte dei conti, ai progetti del PNRR, ecc.), con la necessaria trasparenza e l’adeguato coinvolgimento di tutte le forze politiche, sia di maggioranza, sia di opposizione presenti in Consiglio comunale e la poca inclusività delle azioni amministrative decisamente incentrate sull’organo esecutivo, che di fatto ha portato ai margini non solo il ruolo degli eletti, ma anche quello del Consiglio comunale che ha funzione di indirizzo sull’azione amministrativa, soprattutto sulle questioni di grande rilevanza Sociale ed Economica;

CONSIDERATO il reiterato mancato rispetto della legge regionale n.7 del 26 agosto 1992 e ss.mm.ii., la quale dispone che il sindaco debba presentare relazione scritta al consiglio comunale sullo stato di attuazione del programma e sull’attività svolta;

RILEVATO che la succitata Legge Regionale all’art. 17, così come modificato dall'art. 127, comma 22, della L.R. 17/2004, dispone quanto segue:

Art. 17 Relazione sullo stato di attuazione del programma

(modificato dall'art. 127, comma 22, della L.R. 17/2004)

Ogni anno il sindaco presenta una relazione scritta al consiglio comunale sullo stato di attuazione del programma e sull'attività svolta nonché su fatti particolarmente rilevanti.

Il consiglio comunale, entro dieci giorni dalla presentazione della relazione, esprime in seduta pubblica le proprie valutazioni.

CONSIDERATO che risulta evidente che il consiglio sia stato relegato a semplice ordine di ratifica di scelte contraddittorie e frutto dell’imposizione snaturandone le prerogative di proposizione e di controllo sulla programmazione economico-finanziaria dell’ente;

RITENUTO Che, per il rispetto che si deve alla nostra comunità, la sfiducia nei confronti del sindaco appare essere indispensabile al fine di consentire alle forze politiche e sociali di confrontarsi con i cittadini sulla base di programmi trasparenti e concreti sulle scelte da compiere e sulle prospettive future di crescita e rilancio della città di Mazara del Vallo;

Tutto ciò premesso e considerato, SI CHIEDE la convocazione dell’apposita seduta del Consiglio Comunale, ai sensi di quanto disposto da norme e regolamenti in vigore al fine di consentire al Consiglio Comunale la discussione e la deliberazione della seguente proposta di mozione di sfiducia al sindaco”.

Francesco Mezzapelle 

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