Mazara, un vero mistero la scomparsa del lenzuolo pro-Palestina libera e stop genocidio a Gaza

Era stato apposto lo scorso 30 maggio sul lungomare Mazzini dall’assessore Casale con il gruppo “Mazara Manifesta”

Redazione Prima Pagina Mazara
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16 Ottobre 2025 13:16
Mazara, un vero mistero la scomparsa del lenzuolo pro-Palestina libera e stop genocidio a Gaza

Lo scorso 30 maggio l’assessore comunale Gianfranco Casale, in collaborazione con un attivisti del gruppo “Mazara Manifesta”, aveva apposto una lenzuolo nella parete sottostante la terrazza cosiddetta “Alhambra”, nel tratto del lungomare Mazzini a pochi passi dalla scalinata di piazza Mokarta. Sul lenzuolo vi era scritto a chiare lettere, ben visibile, “STOP GENOCIDIO!” e “PALESTINA LIBERA” e disegnata la bandiera palestinese. Si trattava di un chiaro messaggio di solidarietà al popolo palestinese per quanto stava succedendo a Gaza assediata dall’esercito israeliano, con migliaia di persone costrette a fuggire e a altrettante morte sia per le bombe che per la fame (vista anche l’impossibilità di arrivo di convogli umanitari).

Insomma, si trattava di un gesto oltre che simbolico; in quei giorni tantissimi Comuni italiani, anche vicini a Mazara del Vallo, aderirono alla campagna "50.000 sudari per Gaza" esponendo un lenzuolo bianco all'ingresso del municipio. Da alcune settimane del lenzuolo-manifesto di solidarietà del martoriato popolo palestinese non vi è però più traccia (vedi foto-collage di copertina ove nella stessa parete apposto il manifesto e poi invece scomparso). E’ stato rimosso. Da chi? Lo abbiamo chiesto allo stesso assessore Casale, che dell’esposizione del lenzuolo aveva informato anche la Polizia Municipale, il quale come noi non sa spiegarsi che fine abbia fatto e da chi sia stato rimosso, e soprattutto perché?.

“Anche se fosse volato –sottolinea Casale- sarebbe stato certamente recuperato”. E noi aggiungiamo che in quel tratto vi sono telecamere di videosorveglianza. Tutto ciò appare pertanto davvero un “mistero”, in salsa mazarese e con il solito marchio di fabbrica: “boh”.

Francesco Mezzapelle  

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