«Il nostro Dio non è il Dio dei morti ma è il Dio dei viventi. Anche nella testimonianza di Kevin Di Maio (è uno dei sei ragazzi dell’Unità pastorale di Campobello di Mazara che domenica 16 novembre ha pranzato col Papa, ndr), nelle sue parole semplici, abbiamo sperimentato come Dio continua a visitare il suo popolo, continua a essere il Dio che cammina con noi. A voi, animatori della carità, mi piace pensarvi come appartenenti a questo popolo dei viventi. Il nostro amore non deve essere trattenuto dall’ansia ma deve diventare, sempre più, un amore gratuito, totale, pieno».
Lo ha detto il Vescovo monsignor Angelo Giurdanella nell’omelia pronunciata in Cattedrale per il Giubileo diocesano dei poveri e degli animatori Caritas. Il Vescovo ha aggiunto: «Vogliamo camminare insieme con tutti i mendicanti di vita buona – ha detto – tutti siamo fragili, la nostra fragilità è da amare, non da giudicare, né tanto meno da nascondere o da maledire. Una sola cosa ci rende deboli, ossia l’individualismo quando diciamo “mi faccio gli affari miei”. Questa è la fregatura, perché ci fa credere che bastiamo noi stessi e dunque non abbiamo bisogno di nessuna salvezza».
E il Vescovo ha concluso: «A che serve il Giubileo se io basto a me stesso? Tutto è causato da verbi maledetti: prendere, possedere, avere. Noi, invece, vogliamo seguire i verbi benedetti: servire, accogliere, accompagnare». Il Giubileo, celebrato domenica scorsa, è iniziato con un momento di preghiera nella chiesa San Michele. Poi il pellegrinaggio verso la Cattedrale dove il Vescovo ha presieduto la celebrazione eucaristica. Al vicino Seminario vescovile si è tenuto un momento conviviale a pranzo.
Subito dopo gli animatori Caritas hanno seguito un momento di formazione riguardante l’utilizzo dei social e la sicurezza della rete, anticipato da una performance del flair bartender Pietro Puccio.