Mazara, Pipitone e Sciabica: “Il dragaggio delle mille e una notte”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
26 Luglio 2016 12:22
Mazara, Pipitone e Sciabica: “Il dragaggio delle mille e una notte”

Mazara del Vallo ha il suo glorioso porto lungo il corso di un fiume, il Mazaro che, oltre ad essere gravato dal marrobbio e dalla “Secca Balata”, è condizionato da altri eventi metereologici. Nelle annate piovose, infatti, riceve una quantità notevole di detriti che generano la sedimentazione del solido alluvionale (trasportato dalle ricorrenti piene e dai marosi), provocando l’ostruzione degli alvei, tanto da ridurne la sezione di deflusso e, cagionando quindi il progressivo innalzamento di quota dei profili idraulici del porto – canale.

In altri tempi a Mazara del Vallo c’era una draga che, all’occorrenza, prontamente provvedeva a rimuovere i sedimenti e a movimentarli, sporchi o puliti che fossero, scaricandoli in alto mare. Le nuove normative ambientali, però, non consentono più lo smaltimento come una volta. Certamente i costi per la movimentazione o il riutilizzo del materiale non inquinato o inquinante sono aumentati, ma basta progettare nel rispetto delle attuali normative, in osservanza del principio di precauzione, e i dragaggi si possono continuano a fare, anzi con maggiori possibilità di lavoro per gli operatori del settore.

A Mazara del Vallo, Comune “ a statuto speciale “ ove per l’Amministrazione Cristaldi le leggi e i regolamenti sono considerati opinabili, il cambiamento dei tempi e delle regole sembra essere stato compreso a metà. Si è capito, infatti, che i fanghi non puliti non si possono più scaricare al largo, ma non si sarà capito che non possono essere utilizzati, così come sono prelevati, per colmare tratti di mare che bagnano il litorale, come per esempio la ns. Colmata B, o per ripascimento delle spiagge.

Chi reclama e minaccia scioperi, con il sostegno degli Amministratori comunali, appunto, per il ritardo delle operazioni di dragaggio e movimentazione dei sedimenti, avrà anche dimenticato che in un’intervista del dott. Mario Sprovieri, responsabile IAMC-CNR di Capo Granitola, concessa al giornalista Alessandro Accardo Palumbo del “Quotidiano di Sicilia” nel 2012 è detto: “I fanghi del Porto canale sono pericolosi, il Comune non può lasciarli nella Colmata….. Al Comune non ne capiscono niente…. non conoscono bene la recente normativa….”.

Come se non bastasse, il Vicesindaco, nel corso della seduta comunale del 20/1/2015, sollecitato dai consiglieri Arena, La Grutta e Mauro, ha accennato al fatto che il dragaggio “sarebbe fermo” perché “le analisi dei fanghi condotte dal CNR contrastano con il progetto redatto dal Genio civile opere marittime, che prevedeva lo scarico nella colmataB”. Nella stessa seduta di Consiglio comunale sarebbe emerso, però, un altro dato, ovvero: “che l’iter sarebbe fermo poiché mancherebbero alcune autorizzazioni di competenza comunale”.

In questo senso, l’ “Opinione”, n. 10 del 31/5/2016, ha diffuso la notizia secondo la quale “il sito di stoccaggio (Colmata B) non è provvisto della dovuta Variante Urbanistica Comunale”. Cosa, in buona parte, confermata nel Verbale di “Conferenza di Servizi” del 15/4/2015, svoltasi presso gli Uffici della Struttura Commissariale Regionale. In quella Sede il Comune, oltre al parere, avrebbe dovuto esibire l’ “Attestazione di Conformità Urbanistica”, cosa che non ha fatto, riservandosi di farlo.

Nelle more, però, è stata varata, il 29/5/2015, la Legge n. 68 che vieta di danneggiare, Art. 452-bis C. P., o di disastrare, Art. 452-quater C. P., “acque, aria, porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo, ecosistemi protetti, ma anche non protetti da precedenti leggi, flora o fauna”.

Gli Amministratori comunali piuttosto che appoggiare questo o quell’altro manifestante, piuttosto che ricercare il “capro espiatorio” del mancato dragaggio, farebbero bene a passarsi le mani sulla coscienza e lasciassero lavorare in pace chi è caricato da responsabilità e conosce il mestiere. Nessuno, a nessun livello, si sogna di arrecare fastidio all’iter di attuazione del dragaggio, a cominciare dagli ambientalisti, come, per esempio, quelli che hanno organizzato la manifestazione del 9/1/2016 per la tutela dell’”ecosistema”, della “flora e della fauna” che contraddistinguono la Colmata B. In seguito a quella manifestazione quegli ambientalisti hanno, tra l’altro, fatto del tutto per non ostacolare il conferimento dei fanghi puliti in quella parte a terra dell’area di Colmata idonea ad accoglierli.

Dal 2010, al Comune, invece, sono rimasti fermi, ovvero senza ascoltare il dott. Mario Sprovieri e senza adoperarsi per proporre altri siti di stoccaggio che a Mazara del Vallo, come ha detto anche un esperto, ex operatore portuale, non mancherebbero. Perché il dragaggio del nostro porto deve rimanere ancorato soltanto allo scarico dei fanghi esclusivamente nel tratto di mare chiuso nel 1985 per accogliere la “Soprelevata”, quando invece i fanghi, sporchi o puliti che siano, possono essere una risorsa, e possono essere utilizzati?

Le discariche per l’abbancamento dei rifiuti solidi urbani, per esempio, richiedono una quantità enorme di materiale tufaceo atto a ricoprire gli stessi rifiuti. I fanghi dei dragaggi, una volta essiccati, potrebbero essere usati al posto della cosiddetta “tufina”, compensando se non addirittura facendo risparmiare sulla spesa d’acquisto (E’ una proposta concreta del Centro Studi “ La Voce”). Dicano apertamente gli Amministratori comunali se mirano più al dragaggio del porto o al sotterramento della Colmata B.

Girolamo Pipitone Presidente Centro studi “La Voce”

Enzo Sciabica Laboratorio verde “Fare Ambiente”

26-07-2016 14,00

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