Mazara, pesca, non solo la grave crisi, pescherecci fermi per il maltempo. E la politica “latita” sulle nuove regole imposte dall’U.E.    

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
12 Dicembre 2019 14:02
Mazara, pesca, non solo la grave crisi, pescherecci fermi per il maltempo. E la politica “latita” sulle nuove regole imposte dall’U.E.    

Sarà un fine anno molto triste per la marineria di Mazara del Vallo. Alla crisi della pesca mediterranea, già da circa 15 anni progressivamente aumentata per cause di natura endogena ed esogena al comparto, si aggiungono anche le sempre più variabili condizioni meteo marine di questi giorni che stanno compromettendo l’attività di pesca dei circa 70 pescherecci di Mazara del Vallo (questo è il numero odierno della flotta mazarese a seguito anche della nefasta politica delle demolizioni non accompagnata da una ristrutturazione sostenibile della flotta) nel Mediterraneo centrale, ed in particolare nel Canale di Sicilia) sia nei banchi per il cosiddetto “fresco” che per la pesca  gambero bianco, rosso e viola nei fondali delle acque internazionali antistanti la Libia e la  Tunisia, di ponente  e dell’alto Tirreno.

“Viviamo ormai una situazione paradossale, non basta solo la grande crisi ma anche il maltempo ci sta dando un grosso colpo” . Questo è quanto sottolineato dal giovane armatore Leonardo Gancitano proprietario dei pescherecci Pegaso e Antartide che, insieme ad altri due motopesca mazaresi, Artemide e Aliseo, sono ancora bloccati (vedi foto di copertina) nel porto tunisino di Madhia dopo aver chiesto “ospitalità” una settimana fa a causa delle cattive condizioni meteo marine. “Questa notte –ha spiegato- hanno provato ad uscire per tornare a pescare ma viste le perduranti condizioni del tempo sono dovuti rientrare in porto.

Rimanere all’ancora in questo periodo importante, quello prima di Natale, ai fini del mercato del pesce rappresenta un danno enorme. Neanche prenderemo le spese. Siamo pronti ad uno stato di agitazione del comparto, la situazione è diventata ormai impossibile, le istituzioni ad ogni livello hanno dimenticato la pesca di Mazara del Vallo”. Il comparto pesca di Mazara del Vallo è in agitazione, vi è rabbia anche a causa delle recenti nuove regole europee in arrivo dal 1 gennaio per la pesca a strascico nel Mar Mediterraneo occidentale, che impongono una riduzione delle giornate di lavoro in mare.

Regole che, come fa sapere l'Alleanza Cooperative italiane, avranno un forte impatto per l'Italia, coinvolgendo il 29% della flotta, il 25% degli occupati e il 26% della produzione. Da inizio anno, infatti i pescatori dalla Liguria alla Sicilia settentrionale, inclusa la Sardegna, dovranno rispettare norme che impongono una riduzione dello sforzo di pesca teso a ridurre le giornate di lavoro in mare. I nuovi paletti europei, frutto di un piano pluriennale di ricostituzione degli stock ittici demersali, riguardano la pesca di cinque specie: gambero viola, rosa e rosso, oltre a nasello, scampo e triglia di fango.

"Sono regole che toccheranno il futuro di 2 mila lavoratori, oltre 700 pescherecci, per una produzione di 120 milioni di euro all'anno - fa sapere l'Alleanza - certo non ci sono grandi margini di manovra, ma vogliamo che quel minimo di discrezionalità che Bruxelles ha lasciato ai singoli stati membri, come ad esempio la chiusura temporale delle aree entro le sei miglia marine dalla costa, porti a scelte condivise". Cosa fanno le istituzioni ed i politici regionali e nazionali? Dovrebbero certamente attivare un tavolo di confronto fra la marineria mazarese con il Direttore generale della Pesca marittima e dell'Acquacoltura del Ministero, Riccardo Rigillo e con il sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe Labbate, per cercare soluzioni coerenti con il quadro normativo ma soprattutto, economicamente e socialmente sostenibili contro le regole imposte da Bruxelles.

Cosa fanno i parlamentari europei eletti in Sicilia? Silenzio… Francesco Mezzapelle

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