Salvatore Agatone, 50 anni, arrestato in luglio, con altre tre persone, con le accuse di omicidio e tentato omicidio, lascia il carcere per i domiciliari. A disporre la scarcerazione, su istanza degli avvocati difensori Giacomo Frazzitta e Chiara Bonafede, è stato il gip del Tribunale di Marsala Francesco Parrinello.
In settembre, erano tornati in libertà (“per insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza”) altri due arrestati: fratelli Farese e Fahed Ceikh Nakch, di 23 e 25 anni, entrambi difesi dall’avvocato Vincenzo Bonanno. La storia è quella relativa alla morte dell’82enne mazarese Giovanbattista Lungaro, deceduto a seguito delle gravi lesioni riportate in un violento tamponamento dell’auto (Fiat Panda) su cui viaggiava assieme ad altre tre persone, due adulti e una bambina.
Dopo il tamponamento, anche il tentato omicidio, a coltellate, di chi era alla guida dell’auto su cui viaggiava Lungaro. E cioè Umberto La Barbera, 36 anni, a quanto pare il vero obiettivo dei rivali. Per quei fatti, dopo alcune ore di intense indagini, i carabinieri arrestarono Salvatore Agatone, Andrea Managò, di 40, e i fratelli Farese e Fahed Ceikh Nakch, tutti residenti a Campobello. Teatro dei fatti, fu l’angolo tra le vie Potenza e Livorno, a Mazara. Dopo il tamponamento (gli inseguitori erano su un’Alfa 145), la Panda andò a schiantarsi contro un muro. Bloccato, La Barbera fu preso a calci e pugni e poi ferito a coltellate. Tagli che, comunque, non hanno leso organi vitali. Il tamponamento e le successive violenze furono l’epilogo di una precedente lite.
(in foto: il luogo del delitto all'incrocio tra via Potenza e Via Livorno)
A.P.
31/12/2015
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