Mazara, lo “strano caso” del bene confiscato alla mafia nel centro storico della Città.

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
15 Dicembre 2019 16:01
Mazara, lo “strano caso” del bene confiscato alla mafia nel centro storico della Città.

"Organizzazione Territoriale, Formazione-Intervento, Ergonomia e Territorio. La gestione dei beni confiscati alla criminalità per lo sviluppo delle comunità locali”: questo il tema del convegno/workshop promosso dal Consorzio Trapanese per la Legalità e lo Sviluppo, che si terrà martedì 17 dicembre alle ore 9,30 nell’aula consiliare di Mazara del Vallo. Il convegno è patrocinato dal Comune di Mazara del Vallo e dagli ordini professionali degli Avvocati, dei Commercialisti e dei Giornalisti.

A proposito di beni confiscati nel territorio di Mazara del Vallo, vogliano risollevare, lo abbiamo fatto più volte in questi anni, una questione irrisolta, attribuibile certamente alla mancata volontà politico-amministrativa. Pochi anni fa l'Amministrazione comunale decise di aprire un presidio di Polizia Municipale in pieno centro storico, presso il Cortile Pozzo Regina, al civico 8. Si tratta in un immobile confiscato alla mafia e concesso al Comune dallo Stato; i vigili da lì a piedi o in biciclettta avrebbero controllato il centro cittadino.

Quel progetto abortì prestissimo. Anzi quel locale fu concesso dalla precedente amministrazione ad un’associazione, il locale è rimasto e rimane chiuso; utilizzato sporadicamente e privatamente, non crediamo che sia utilizzato per fini sociali come dovrebbe avvenire per un locale confiscato alla criminalità organizzata. Come vedete (vedi la foto copertina e le immagini video girate poche ore fa) non vi è nessuna targa esterna che indichi che si tratta di un locale confiscato né tantomeno l'utilizzo da parte di qualche associazione.

Perché, nonostante sia cambiata l'amministrazione comunale ancora non si è provveduto ad un utilizzo sociale dell'immobile? Forse sarebbe più giusto un suo ritorno allo Stato? Perché non farne la sede dell'associazione antiracket? Questo potrebbe essere un'idea ma anche un segnale in una città ove da alcuni anni a questa parte si respira un clima da “far west” a causa dell'aumento della microcriminalità giovanile. Una citta' che, nonostante si faccia finta di niente, imperversa l'uso di droghe di qualsiasi tipo (a seconda del target sociali e generazionale) e ove si sa (vedi anche operazioni antidroga) che esistono veri supermarket, anche all'aperto, degli stupefacenti; il mercato dell'eroina dopo circa 20 anni è tornato a crescere.

(Non stiamo qui fornire spiegazioni sociologiche sulla ripresa dell'uso di eroina). Chi si occupa di politiche sociali e di inclusione dovrebbe innanzitutto studiare anche le cause che hanno portato ad un aumento in Città di questi fenomeni di devianza sociale, al fine attivare azioni concrete e percorsi alternativi. Francesco Mezzapelle

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