Mazara, Lavoratrice del Comune tornerà alle mansioni prima svolte. Condannato l'Ente

Sentenza del Giudice del lavoro che ha accertato la denunciata dequalificazione della dipendente comunale

Redazione Prima Pagina Mazara
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11 Luglio 2024 07:52
Mazara, Lavoratrice del Comune tornerà alle mansioni prima svolte. Condannato l'Ente

Il giudice del lavoro del Tribunale di Marsala con sentenza emessa il 10 luglio 2024 ha condannato il Comune di Mazara del Vallo a riassegnare alla dipendente Diana Maria Stabile le mansioni svolte prima dell’assegnazione al Settore Polizia Municipale con provvedimento del 16 febbraio 2023. Diana Maria Stabile, architetto, dipendente del Comune di Mazara del Vallo, inquadrata nell’area dei funzionari e della elevata qualificazione, iscritta al sindacato U.S.B.-C.S.E. (rappresentato dal Componente del Coordinamento Regione Sicilia P.

I. Vito Reina), assistita dagli avvocati Antonio Mariano Consentino e Fabrizio Rizzo, nel febbraio 2023 sarebbe stata illegittimamente trasferita, con decorrenza immediata, dall’ufficio Terremoto al  settore Polizia Municipale. Il Tribunale di Marsala ha accertato la denunciata dequalificazione atteso che gli avvocati Consentino e Rizzo hanno provato in giudizio che la propria cliente non avrebbe goduto dei mezzi necessari per espletare qualsivoglia elementare attività e che non sarebbe stata adibita allo svolgimento in via prevalente e principale di mansioni riconducibili alla propria categoria di appartenenza. Il giudice del lavoro ha, quindi, sancito l’inadempimento del datore di lavoro, nella specie il Comune di Mazara del Vallo, dando così atto del demansionamento e della connessa dequalificazione professionale della dipendente Diana Maria Stabile; da qui la condanna dell’amministrazione mazarese a riassegnare la lavoratrice alle mansioni svolte prima dell’arbitraria assegnazione al Settore Polizia Municipale.

Il Comune è stato anche condannato a corrispondere in favore della stessa, a titolo di risarcimento del danno, una somma pari al 30% dei trattamenti stipendiali percepiti nel periodo dal 16 febbraio 2023 al 24 maggio 2023, oltre interessi e spese legali; il giudice del lavoro, anche alla stregua della documentazione medica prodotta dagli avvocati Consentino e Rizzo nell’interesse della propria assistita, ha ritenuto che la sostanziale inattività cui è stata costretta la lavoratrice e la conseguente preclusione al suo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa avrebbero costituito indici sicuri del danno alla professionalità e alla salute, oltre che situazione di contrasto con l’articolo 36 della Costituzione.

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