Mazara, il porticciolo di San Vito ieri, oggi e domani

La storia dell'approdo turistico mazarese: i protagonisti (con una bella foto-fotogallery) e le incertezze sul futuro

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
05 Aprile 2022 11:43
Mazara, il porticciolo di San Vito ieri, oggi e domani

Nei giorni scorsi vi abbiamo parlato dei lavori di realizzazione di un marciapiede antistante all'altezza del porticciolo turistico del lungomare San Vito (lavori effettuati dall'impresa Preve Antonio di Saponara (Me) aggiudicataria con un ribasso del 27,66% sull’importo a base d’asta di circa 35mila euro). Grazie a questo intervento il tratto antistante il porticciolo viene messo in sicurezza per i pedoni e consente anche un maggiore decoro. Negli ultimi anni più volte i soci dello stesso porticciolo avevano richiesto l'intervento per collegare il marciapiedi della "passeggiata Consagra" con quello del piazzale della chiesa di San Vito a mare. Il tratto del marciapiedi del porticciolo al compianto Giacomo Cangemi, già consigliere comunale e promotore del progetto di ristrutturazione dello stesso porticciolo in qualità di presidente dell’ dell’ASD “Stella Polare” che gestisce lo stesso approdo turistico.

Utilizzato da diportisti e pescatori sportivi, il porticciolo di San Vito a Mazara del Vallo, storico approdo per la nautica minore, da circa dieci anni è gestito dall’associazione A.S.D. “Stella Polare” grazie ad una concessione demaniale rilasciata dall’Assessorato regionale Territorio ed Ambiente. Il porticciolo, che oggi insiste su un’area di circa 11.000 mq, costituita da quattro banchine, sorse su una bella insenatura e già più di ottanta anni fa era meta di visitatori e cittadini, soprattutto in occasione dei festeggiamenti di San Vito, patrono della Città (in sottostante fotogallery una foto degli anni'50). I fedeli si recavano in visita alla chiesetta di “San Vito a mare” e solevano sostare sulle sponde del vicinissimo golfetto per ristorarsi prima di tornare nelle loro case in città o in campagna.

A Mazara del Vallo le prime barche da pesca amatoriale furono ormeggiate sul lungomare Hopps, davanti la città; erano pochissime, ancorate fra i flangiflutti e la costa. L’insenatura ove poi sorgerà il porticciolo di San Vito, situato in quella parte della Città che ben presto diventerà un quartiere residenziale, era un luogo ove si andava a raccogliere la tremolina. Agli inizi degli anni ‘70 qualche pescatore amatoriale cominciò ad ormeggiarvi la sua barchetta (vedi fotogallery), fra questi vi erano Armando Leone (in foto gallery in divisa da ferroviere) e Isidoro Spanò, figure centrali per lo sviluppo del porticciolo.

Le barche ormeggiate in quel golfetto diventeranno sempre più numerose; così si decise creare “artigianalmente” un vero porticciolo. I bracci vennero realizzati con grossi massi, le banchine ricoprendo delle grosse pietre gettante in acqua con terra battuta, ghiaia ed uno strato di cemento. Alla fine degli anni ’70 venne creato il “Club Nautico”. A sposare l’iniziativa fu il dott. Francesco Spina, un alto funzionario della dogana; Spina divenne il presidente del “Club Nautico” la cui sede (in affitto) fu un caratteristico immobile (oggi ridotto ad un vero e proprio rudere) a due piani proprio davanti il porticciolo.

La vita del Club era segnata da diversi eventi, in primis gare di pesca fra i soci, ma anche le cene alle quali il dott. Spina presenziava portando con se anche degli ospiti illustri; uno di questi fu il dott. Rino Germana (in foto-gallery con il presidente Spina, Isidoro Spanò e Filippo Asaro) colui che per anni dirigerà il locale Commissariato di Polizia fino al settembre del 1993 quando scampò miracolosamente ad un attentato compiuto a Tonnarella da uomini della prima linea di “cosa nostra”.

Le sorti del “Club Nautico” e del porticciolo, furono legate alla vita dei loro fondatori; vedi in particolare Armando Leone che si ammalò fino alla morte sopraggiunta anni dopo. Il Club Nautico cessò la sua attività nei primi anni ‘90. Da lì in poi la gestione del porticciolo ne risentì abbastanza; con il proseguire degli anni non mancarono anche sedicenti personaggi la cui gestione fu giudicata abbastanza discutibile, non mancarono le “turbolenze” interne. Nel maggio 2012 la Capitaneria di Porto ordinò lo sgombero delle circa 150 imbarcazioni ormeggiate nel porticciolo: la struttura fu giudicata in stato di degrado e abusiva.

Ciò avvenne con un’ordinanza, la n.72 emanata nel novembre 2011, a seguito della dichiarazione di inagibilità delle banchine e pericolosità delle stesse formulata dai tecnici del Genio civile di Trapani. L’Assessorato regionale al Territorio ed Ambiente nell’estate del 2012 accolse la richiesta dell’Asd “Stella Polare” per la concessione temporanea e parziale dell’area demaniale. Così ricevuta l’autorizzazione dell’Arta, l’associazione diportistica avviò , il 16 agosto 2012, a proprie spese, i lavori per la sistemazione della banchina centrale, degli ormeggi e del tratto di accesso al porto adiacente alla carreggiata del lungomare San Vito.

Scaduta la concessione il porto fu richiuso ritornando ad uno stato di degrado. Nel marzo del 2015 la Regione, acquisiti tutti i pareri indisse finalmente la gara per la concessione demaniale di sei anni, ma rinnovabile, della struttura; la gara fu aggiudicata alla A.S.D. “Stella Polare” il cui obiettivo era quello di far tornare lo storico porticciolo di San Vito ai fasti di un tempo, a tal fine si spese tantissimo l’allora presidente, Giacomo Cangemi, scomparso prematuramente nel febbraio 2018; Cangemi (in video-gallery durante i lavori di riqualificazione del porticciolo) fu molto apprezzato per il suo impegno, anche da consigliere comunale fra i banchi dell’opposizione.

Cangemi e soci avviarono un progetto per la messa in sicurezza, riqualificazione e modernizzazione dell’approdo e dell’area circostante.

I lavori finanziati interamente dai soci della “Stella Polare” (costati circa 500.000 euro) furono avviati nella primavera del 2015. Furono così sistemate tutte le banchine, i flangiflutti, venne realizzato il dragaggio dei fondali e la pulizia in generale. Il porticciolo fu dotato di 140 posti barca (di cui 20 riservati alle barche in transito) con colonnine per servizi luce, acqua ed antincendio. Fu creato uno scivolo per consentire la messa in acqua di imbarcazioni carrellabili ed istallati due fari all’imboccatura; l’area del porticciolo venne ben recintata e realizzato un cancello scorrevole come ingresso principale.

La cerimonia d’inaugurazione del moderno porticciolo di San Vito fu celebrata nell’agosto del 2016 e vide la partecipazione, oltre tutti i soci del direttivo della “Stella Polare” con relative famiglie, di autorità cittadine, civili, militari e religiose, e di molti cittadini che plaudirono l’opera che in pratica rivalorizzò un bel tratto del lungomare San Vito.

Nino Lombardo (in video-gallery con alle spalle il nuovo porticciolo) è l’attuale presidente (e anche tesoriere) dell’ASD “Stella Polare” l’associazione che gestisce lo storico porticciolo di San Vito. Guida il nuovo direttivo dell’Associazione composto da Gaspare Zelante (vice presidente e segretario), Nicola Cangemi (figlio del compianto ex presidente Giacomo Cangemi), Antonio Marino, Fabrizio Seidita, Piero Agate e Filippo Passanante. Il presidente Lombardo era giovane quando venne creato il porticciolo di San Vito ed il “Club Nautico”.

Un suo ricordo è legato allo storico presidente Francesco Spina: “Grazie alle sue conoscenze –racconta Nino Lombardo- il dott. Spina negli anni ’80 fece dragare il porticciolo con il prestito per alcuni giorni della draga che era utilizzata per la escavazione del porto canale”. Vi furono personaggi che divennero delle figure fondamentali per la vita del porticciolo, in primis Armando Leone, ex ferroviere, che in pratica gestiva il Club Nautico: “era un carismatico, organizzatore di eventi, sempre disponibile ma anche attentissimo alle questioni relative al Club e al porticciolo. Mi ricordo –dice Lombardo- che ormeggiava le barche dei non paganti le quote sociali alla fine del pontile centrale, allora in legno: le barche erano attaccate ad un palo da noi denominato palo della vergogna”.

Altro personaggio Enzo Papa, fu uno dei maggiori propulsori del settore della nautica a Mazara del Vallo, per non parlare di Filippo Asaro, residente nelle vicinanze del porticciolo, sempre in prima linea. Inoltre come non ricordare Pietro Pecunia (in video-gallery con Armando Leone): “era conosciuto da tutti come “lu zu petru”, anche lui abitava vicinissimo al porto. Camminava sempre, spesso anche d’inverno, a piedi scalzi e a dorso nudo; era –ricorda Lombardo- l’uomo tuttofare: ormeggiava, sistemava gli ormeggi, faceva lavori a bordo e anche di muratura”.

Lombardo ricorda infine che nei primi anni ’80 nei locali sottostanti il Club Nautico vi fu anche una pizzeria: “l’ampio spazio all’ingresso del Club per qualche anno fu utilizzato anche come una piccola discoteca, divenendo uno dei luoghi dell’allora movida mazarese”.

Oggi il presidente Lombardo evidenzia le difficoltà sempre crescenti nella gestione del porticciolo a causa dei costi sempre più alti. Un esempio l’aumento della Tari, circa 1.000 euro al mese. Altra questione di rilevanza è il rinnovo della concessione demaniale che al momento sembra sospesa in quanto questa -come per tutte le altre concessioni demaniali- è legata alla tanto discussa direttiva dell'Unione Europea 2006/123/CE, conosciuta come “Direttiva Bolkestein” e alla sua conseguente applicazione al settore delle concessioni balneari italiane con la riassegnazione delle concessioni tramite bandi di gara; essa rappresenta un’ulteriore pressione al comparto, già duramente segnato dalla crisi pandemica.

Una semplice applicazione della direttiva, che non tenga conto di soluzioni a tutela delle imprese, rischia di generare numerose criticità. Il rischio principale è quello di aprire la strada a interessi stranieri, nel nome di una libera concorrenza che danneggerebbe tutti i piccoli e medi imprenditori delle spiagge italiane, già preoccupati per gli investimenti effettuati e incerti per il loro futuro.

Francesco Mezzapelle 

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