Mazara, il 19 aprile l’elezione del Consigliere straniero aggiunto. Manca però la “Consulta degli Immigrati”. Integrazione soltanto di facciata…

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
28 Gennaio 2020 13:21
Mazara, il 19 aprile l’elezione del Consigliere straniero aggiunto. Manca però la “Consulta degli Immigrati”. Integrazione soltanto di facciata…

Con la determina n.17 dello scorso 22 gennaio il sindaco Salvatore  Quinci ha fissato al 19 aprile prossimo la data per l’elezione del consigliere straniero aggiunto. Nel corso della seduta dello scorso 25 Luglio la “Commissione per le Garanzie Statutarie” allora presieduta dal Consigliere Giorgio Randazzo (Lega) e composta dai Consiglieri comunali Arianna D’Alfio (Partecipazione Politica), Giovanni Iacono (Libera Intesa), Antonio Colicchia (Mazara Bene Comune), Antonino Zizzo (Osservatorio Politico), Antonella Coronetta (M5S) e Giuseppe Palermo (Siamo Mazara) approvò la modifica al “Regolamento per l’elezione del Consigliere aggiunto”.

Infatti, a causa della mancata presentazione delle candidature nella tornata elettorale dello scorso 5 Maggio per l’elezione del Consigliere Straniero aggiunto in rappresentanza delle minoranze straniere in Città, ad oggi in Consiglio comunale non vi è alcun rappresentante eletto. A ciò si aggiunge la previsione dell’art.8  del Regolamento che prevede che tale elezione può essere indetta solo ed esclusivamente “… nella Domenica successiva a quella fissata per il rinnovo del Consiglio Comunale..” che di fatto non consente l’indizione di una seconda tornata elettorale.

A tal proposito la Commissione all’unanimità deliberò un importante modifica introducendo il comma 4 all’art.8 che consente di poter indire nuovamente le elezioni che così recita: “Nel caso in cui, per assenza di candidati, non si possa procedere all’elezione del Consigliere aggiunto, l’amministrazione comunale procede, non oltre il termine di 12 mesi dalla data mesi dell’elezione del Consiglio Comunale, all’indizione di una nuova elezione”. Così il Consiglio comunale l’8 ottobre 2019 approvò la modifica del regolamento per l’elezione del Consigliere comunale Straniero aggiunto su proposta presentata dallo stesso Giorgio Randazzo.

In cosa consiste la figura del Consigliere comunale aggiunto? Si tratta del rappresentante delle comunità immigrata che risiede in Città, una figura (prevista dallo Statuto Comunale all’art.34 comma 4) che partecipa in forma permanente e con funzioni consultive alle sedute del Consiglio comunale “al fine di assicurare la piena integrazione tra le comunità degli immigrati e la cittadinanza mazarese”. Tra i requisiti previsti dei candidati: la maggiore età, l’assenza di condanne penali, la residenza anagrafica nel comune di Mazara del Vallo da almeno 4 anni, la conoscenza della lingua italiana, essere in possesso del permesso o carta di soggiorno.

Nelle scorse elezioni, quelle avvenute l’1 giugno 2014, ad essere eletto consigliere comunale aggiunto fu il  prof. Soualmia Mohamed Alì, elezione che ricevette gran sostegno dall’uscente e poi riconfermato sindaco Nicola Cristaldi. In quelle elezioni votò circa il 21% degli aventi diritto. Tre i candidati che si contesero il ruolo di consigliere: il serbo –kosovaro Sadikov Ahmet nato a Pristina (ex Iugoslavia) il 26/04/1988 che ottenne  80 voti; El Mrieh Karima nata a Khouribga (Marocco) il 10/03/1975 che ottenne 119 voti; e quindi il prof.

Soulmia nato a Menzel Mimoun (Tunisia) il 01/04/1973 che ottenne 130 voti. Il prof. Soualmia Mohamed Alì si insediò contestualmente al nuovo Consiglio comunale subentrerà al consigliere straniero aggiunto uscente, Mohamed Soufien Zitoun, il quale al contrario di Soualmia fece sentire molto la voce della comunità immigrata mazarese intervenendo sovente in Consiglio comunale anche se il ruolo consultivo e non uguale a quello degli altri 30 consiglieri comunali che votano i singoli atti portati in Consiglio, un gap che probabilmente dovrebbe essere colmato da un intervento legislativo visto che la comunità immigrata vive la città quanto gli autoctoni.

A ricoprire la carica di consigliere comunale aggiunto fin dal 2002 (l’istituzione della carica fu voluta dall’allora sindaco Nicolò Vella) è stato il giovane Mohamed Mohammed Soufien Zitoun (in foto3), allora venne nominato su segnalazione del consolato di Tunisia a Palermo. Successivamente Zitoun fu votato dai cittadini extracomunitari residenti nel territorio per ben due volte, nel 2006 sotto l’Amministrazione Macaddino e nel 2009 in contemporanea con l’insediamento dell’Amministrazione Cristaldi ed il suo mandato è scaduto alla fine della prima sindacatura Cristaldi; a Mohammed Zitoun nel 2014 fu conferita la cittadinanza italiana dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Ad ogni modo il consigliere comunale aggiunto rappresenta non solo la sua comunità di origine ma l’intera comunità immigrata residente sul territorio mazarese e costituita in prevalenza da: tunisini, slavi, marocchini, somali, sub-sahariani, nepalesi e cinesi. Insomma una comunità immigrata che, rispetto a circa 25 anni fa, è molto variegata e pertanto ad qui la necessità che la prossima Amministrazione avvii fin da subito un dialogo costruttivo e non di facciata, senza non privilegi, con la comunità immigrata, attraverso un lavoro con le giovani generazioni al fine di creare un clima di convivenza civile che veda in primis il rispetto di tutte le culture presenti in città.

Uno strumento che potrebbe certamente contribuire a tal fine è l’istituzione della Consulta degli Immigrati, da tempo propagandata ma mai attuata. Bisogna anche dire che molti giovani immigrati ad oggi hanno anche la nazionalità italiana; infatti alcuni di loro sono presenti nelle liste per le elezioni Amministrative ed una volta eletti avrebbero compiti non solo consultivi ma gli stessi diritti di tutti gli altri consiglieri comunali. L’integrazione così come pubblicizzata negli ultimi decenni a Mazara del Vallo è stata infatti soltanto una chimera utilizzata per alzare i riflettori sulla città nascondendo i veri problemi quali la disoccupazione crescente fra la comunità immigrata, vedi la crisi della pesca, ed il fenomeno della microcriminalità giovanile che spesso vede protagonisti giovani immigrati.

Avete provato a far un giro nella casbah ed in particolare nella via Bagno e viuzze limitrofe nel tardo pomeriggio? Dovrebbe sorgere il dubbio che alcune iniziative, anche encomiabili, nel centro storico mazarese, possano alimentare la ghettizzazione degli immigrati nel centro storico. Gli sforzi fatti in questi anni dovrebbero essere rafforzati in questo quinquennio con una ulteriore riqualificazione del centro storico. Pensiamo ad esempio alla cosiddetta “Casa Tunisia” realizzata in via Bagno ed inaugurata in pompa magna nel 2013 ma di fatto rimasta chiusa in questi anni e solo ad uso e consumo di pochissimi.

Adesso “Casa Tunisia” (vedi foto di copertina) dovrebbe essere riaperta e destinata –così come annunciato a seguito di una recente missione in Tunisia dello stesso sindaco Quinci- ad Ufficio Tunisini all’Estero (OTE). A proposito di “Casa Tunisia”, ricordiamo che in occasione della sua inaugurazione nel dicembre 2013 Il docente universitario Karim Hannachi che vive da più di trentanni a Mazara del Vallo, insieme ad alcuni membri dell’Associazione “Voce del migrante tunisino” (del quale era presidente lo stesso Hannachi) denunciò la mancanza in Città della “Consulta degli immigrati” che peraltro è stata più volte richiesta dal già più volte consigliere comunale aggiunto Mohammed Zitoun Soufien.

Hannachi così spiegò: “il coinvolgimento e l’affidamento della struttura andava effettuato attraverso un organo, previsto all’art.34 e 34bis dello Statuto Comunale, la “Consulta degli immigrati” che purtroppo questa Amministrazione (si riferiva a quella guidata da Nicola Cristaldi) non ha istituito, l’ultima Consulta risale a più di dieci anni fa quando era sindaco Nicola Vella”. L’art. 34 bis dello Statuto Comunale recita così: “Il comune, vista la presenza nel territorio di diverse comunità di cittadini residenti provenienti da paesi non appartenenti all’Unione Europea, istituisce e disciplina con apposito regolamento, la “Consulta degli immigrati” che ha finalità di evidenziare ed approfondire tutte le esigenze della comunità e di richiedere appropriati interventi”.

Parlando di immigrazione a  Mazara del Vallo non possiamo non ricordare la prima ondata migratoria, quella tunisina, risalente alla fine degli anni ’60. Si trattava per lo più di pescatori che arrivavano dalla cittadina marittima di Mahdia: fecero la fortuna della nascente classe armatoriale mazarese e contribuirono concretamente a fare di Mazara del Vallo il primo porto peschereccio del Mediterraneo. Oggi vi è una terza generazione, nipoti degli stessi primi immigrati nati a Mazara del Vallo.

Nonostante questo risulta innegabile una certa distanza fra la comunità immigrata e quella autoctona. Senza scomodare studiosi di storia e scienze sociali di fama mondiale, possiamo ben affermare che la vera integrazione si è realizzata all’interno dei pescherecci mazaresi dove per più di 300 giorno all’anno pescatori mazaresi, maghrebini ed anche subsahariani condividevano gli stessi spazi, lavoravano gomito a gomito e ciò avveniva nel rispetto delle rispettive identità culturali e religiose.

L’utilizzo del tempo passato non è un caso nel descrivere l’integrazione all’interno del peschereccio e ciò perchè questo modello è in forte crisi con l’agonia del comparto peschereccio mazarese molto ridotto negli ultimi anni. Le gravi problematiche economiche del comparto peschereccio mazarese hanno alimentato le tensioni fra marittimi italiani e stranieri, vedi anche qualche caso di cronaca. Inoltre, molta manovalanza tunisina acquisite le competenze è ritornata nella madre patria dove ha acquistato vecchi pescherecci condotti nelle zone di pesca storicamente frequentate dai mazaresi, da qui la concorrenza agguerrita negli stessi mercati del pesce grazie a costi di produzione bassissimi e mancanza di normative.

Quando penso all’integrazione a Mazara del Vallo, considerando che gran parte della comunità maghrebina e slava vive nel centro storico, mi tornano in mente alcune immagini relative ad una coppia separata in casa, marito e moglie che dividono lo stesso appartamento delimitando i propri spazi, a volte si sfiorano ma non si guardano. Nonostante in questi anni si siano succedute diverse iniziative promosse, o anche solo patrocinate, dall’Amministrazione comunale volte a rappresentare la Città come un modello di integrazione multiculturale molti dubbi permangono invece sull’effettiva partecipazione della comunità immigrata (maghrebini e slavi i più numerosi) alla vita politica, sociale e culturale della Città.

Non basta organizzare tavole rotonde sui temi del dialogo interculturale e interreligioso e sulle questioni connesse alle libertà e ai diritti degli immigrati. Speriamo pertanto che la nuova gestione di “Casa Tunisia” possa anche rappresentare il volano per un riavvicinamento socio-culturale fra le comunità immigrate residenti nel territorio e la comunità autoctona con l’istituzione della suddetta “Consulta”, oggi ancor più necessaria a causa della situazione socio-economica difficile che vive la Città a causa della grave crisi del settore, ancora trainante, quale quello della pesca e del suo indotto.

Francesco Mezzapelle

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