Mazara, dragaggio porto canale, si spera nel nuovo Commissario Croce, già assessore con Crocetta. Nessuna novità dal Comune sui lavori prescritti dalla Regione.

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
21 Novembre 2017 13:24
Mazara, dragaggio porto canale, si spera nel nuovo Commissario Croce, già assessore con Crocetta. Nessuna novità dal Comune sui lavori prescritti dalla Regione.

Nei giorni scorsi, prima delle elezioni regionali del 5 novembre, eravamo tornati a parlare della necessità di escavazione del porto canale di Mazara del Vallo che da circa 40 anni non viene dragato e che ad oggi risulta quasi innavigabile e che spesso vede l’incagliamento, nel suo bassissimo fondale melmoso, di pescherecci con i relativi danni che ne conseguono. Una vicenda che sembra ormai una telenovela con vari rimpalli di competenza e responsabilità circa il mancato inizio dei lavori di escavazione.

Abbastanza complesso e tortuoso è stato infatti il percorso in questi anni per l’avvio dei lavori di dragaggio del porto canale mazarese richiesti a gran voce soprattutto dagli operatori del porto (comparto peschereccio, cantieristica navali, officine etc.) Un iter avviato dall’Amministrazione Cristaldi già nello scorso quinquennio ma che si è dimostrato più difficoltoso del previsto a causa soprattutto della burocrazia regionale che per l’inizio dei lavori ha dettato delle condizioni al Comune di Mazara.

L’ultimo parere fornito dal dirigente generale dell’Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliana, dott.ssa Rosaria Barresi, ha modificato il provvedimento n° 77171, del 24 novembre 2016, che aveva vietato il deposito dei fanghi nella colmata B, consentendo ora di depositare all’interno della stessa, diverse categorie di sedimenti sabbiosi che risiedono nei fondali del porto canale. Mentre permane il divieto per quanto riguarda i sedimenti delle categorie B1, B2, C1 e C2 perché, secondo la relazione del Cnr, sarebbero inquinanti o parzialmente tali. Secondo alcuni esperti questi sedimenti, per finire in colmata dovrebbero essere “lavati”, cioè purificati da tutti gli elementi inquinanti, operazione che si può realizzare in una struttura ad hoc che in Sicilia ci sarebbe solo a Palermo”.

Con il nuovo parere, grazie all’ottemperamento degli impegni assunti fra le parti, l’Arta avrà voluto salvaguardare le diverse esigenze. Da un lato l’intero comparto marittimo mazarese che da anni chiede il rispristino dei fondali del porto canale al fine di poter continuare a svolgere le storiche attività legate al mare, dall’altro le esigenze degli ambientalisti che hanno richiesto la salvaguardia di alcune specie ornitiche che in alcuni periodi dell’anno nidificano nella stessa “Colmata B”, questione risolvibile –come si legge nel nuovo parere dell’ARTA- con la realizzazione, prima dell’inizio dei lavori, da parte del Comune di Mazara del Vallo di una delimitazione dell’area umida della stessa area di colmata.

Il Comune, quindi, dovrebbe realizzare la recinzione dell’intera colmata che misura circa 120 mila metri quadri con un costo notevole, forse superiore a 500 mila euro. Altra prescrizione riguarda il periodo destinato all’attivazione degli interventi di mitigazione che non potrà interessare le aree della “laguna per l’intero periodo di nidificazione delie specie ornitiche “che richiedono un regime rigoroso di tutela” e che vengono indicate nell’allegato I della Direttiva 2009/147/CE. I lavori, cioè nel periodo della nidificazione dovrebbero essere sospesi ed infine non potranno essere conclusi prima della completa attuazione degli interventi mitigativi che dovranno essere certificati dal Comune di Mazara del Vallo che avrà, inoltre, il compito di vigilare sul loro andamento relazionando trimestralmente al Dipartimento territorio e ambiente.

Sulle prescrizioni  della Regione Siciliana l'Amministrazione del sindaco Nicola Cristaldi non ha ancora preso nessuna decisone. Ricordiamoci però che si tratta di un primo stralcio di lavori (d’altronde cosa si poteva pretendere con poco meno di un milione e mezzo di euro?) in quanto per la completa realizzazione della pulizia del porto canale servirebbero almeno altri 8 milioni di euro di escavazione del porto canale. Ma l’inizio di questi lavori sarebbe importante perché ciò farebbe da apripista per l’ottenimento di ulteriori fondi (chissà forse con il nuovo Governo regionale…).

Altra importante novità riguarda la nomina (Decreto Presidenziale 570 del 15 settembre e 580 del 17 ottobre), passata sottotraccia, da parte del presidente Rosario Crocetta, nel corso della stessa campagna elettorale del suo assessore al Territorio e Ambiente Maurizio Croce (in foto n.2) a soggetto attuatore per il dissesto idrogeologico. Croce in pratica ha preso il posto di Calogero Foti il quale aveva seguito anche la questione del porto Canale di Mazara del Vallo.

Anzi era stato lo stesso Croce a richiedere alla dirigente Barresi di rivalutare, con ulteriori approfondimenti, il parere negativo relativo al deposito dei fanghi prelevati dal fiume presso la Colmata B. Pertanto si spera che adesso Croce possa accelerare l’iter per l’avvio dei lavori sempre che la politica regionale ed il nuovo Governo di Nello Musumeci non metta bastoni fra le ruote allo stesso Commissario Croce, uomo di fiducia dell’ex presidente Crocetta che avrà un compenso per il nuovo incarico equiparato al trattamento economico complessivo di Dirigente Generale della Regione Siciliana.

Ad oggi però continuiamo ad interrogarci: quando inizieranno i lavori? La ditta che ha vinto l’appalto sarebbe disposta ad iniziare anche da subito? Il dragaggio del porto canale potrebbe infatti diventare cavallo di battaglia elettorale per molti concorrenti politici per i prossimi appuntamenti elettorali

Francesco Mezzapelle

21-11-2017 14,00

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