Mazara, Don Antonino Favata: ​"ritornare ad ascoltare Dio per vivere una vita bella e luminosa"

Ecco il messaggio del Cappellano del presidio ospedaliero A. Ajello

Redazione Prima Pagina Mazara
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26 Febbraio 2024 09:32
Mazara, Don Antonino Favata: ​

Riceviamo e pubblichiamo una nota inviata dal Don Antonino Favata. Ecco quanto si legge:La liturgia della Parola della scorsa settimana, 1ª domenica di quaresima, tempo prezioso di conversione e di sincero ritorno a Dio, “con tutto il cuore”, ci ha ricordato che Dio è nostro alleato, dalla nostra parte, sempre: Dio si schiera con il creato e le sue creature, le ama e le custodisce; le cerca e le corregge; le nutre e le accompagna.La prima lettura di oggi, dal libro della Genesi, si apre però con questa espressione che desta stupore e meraviglia, ma anche preoccupazione: “Dio mise alla prova Abramo…”.

Ci chiediamo: ma perché Dio ci mette alla prova? Qual’è il valore della prova? È giusto questo modo di agire di Dio? Cosa ottiene Dio provandoci? Cosa ne guadagniamo? O quali effetti benefici per noi?In effetti, con tutte queste nostre domande, viene fuori un’accezione per lo più negativa del termine “prova”! Chiariamo, quindi, subito: mai Dio usa, o concede, una prova in senso negativo, ovvero per farci del male, o per distruggerci. La prova ha una forte valenza pedagogica educativa, di crescita umana e di fede: esse possono essere esperienze forti, o drammatiche, o inaspettate, o (a nostro avviso) sproporzionate, se non addirittura immeritate! La prova è un momento, o un tempo, di maturazione: Dio ci chiede di fare un salto di qualità! La prova, in effetti, serve a noi per attestare quello che siamo o diciamo di essere: è un atto di verità! La prova può risultare, se accolta e vissuta con libertà e responsabilità, un tempo privilegiato per capire noi stessi e Dio; per amare quello che siamo e quello che viviamo; per valorizzare il tormento del mondo o le nostre fragilità; per uscire dalle nostre sicurezze e dalla nostra mediocrità; per rilanciare (o rianimare) la nostra vita e fare scelte di senso e di valore.La perseveranza nella prova produce, con pazienza, la nostra maturità umana e spirituale.

Ecco perché San Giacomo scrive nella sua lettera: "Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la vostra fede, messa alla prova, produce pazienza. E la pazienza completi l'opera sua in voi, perché siate perfetti e integri, senza mancare di nulla”.Nel tempo della prova non siamo soli: Dio ci sta amorevolmente accompagnando, come ha fatto con Abramo, nostro padre nella fede: “Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce”.La voce di Dio, nel brano della Trasfigurazione, ci invita proprio ad imitare Abramo: “Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!”.

Obbedire, come Abramo, significa prestare ascolto, ascoltare. Ascoltare, a sua volta, presuppone di riconoscere Dio come nostro Padre, come nostro amico. Oggi siamo chiamati a rinnovare la nostra volontà di rimanere alleati con Dio… non a parole, ma coi fatti.Buon cammino di quaresima.

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