Mazara del Vallo, sempre più crocevia del gas: raddoppiati i flussi dall’Algeria

La notizia riporta in auge l'irrisolta questione della centrale Snam a Capo Feto e sui suoi benefici diretti alla Città

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
20 Agosto 2022 11:47
Mazara del Vallo, sempre più crocevia del gas: raddoppiati i flussi dall’Algeria

La guerra in Ucraina ed i suoi effetti sulle importazioni, ed in particolare dalla Russia a seguito delle regime delle sanzioni imposto dall’Ue, si ripercuote in un certo modo anche sul mercato del gas. Da alcuni dati della Snam nella giornata di ieri sarebbero arrivati sul territorio nazionale, attraverso la centrale di Mazara del Vallo, 66,4 milioni di metri cubi dall’Algeria, contro i 31,47 previsti da Tarvisio (Udine). In pratica sono raddoppiati i flussi di gas dall’Algeria rispetto a quelli provenienti dalla Russia a seguito della rinnovata partnership, subito dopo lo scoppio del conflitto ucraino, fra l’Italia ed il Paese maghrebino.

(Il totale delle importazioni italiane di ieri è stato di circa 170 milioni di metri cubi, oltre che da Mazara del Vallo e Tarvisio, 23,2 sarebbero arrivati dall’Azerbaijan tramite il Tap a Melendugno (Lecce) e 15,03 dal Nord Europa attraverso Passo Gries (Verbania). Seguono il rigassificatore di Livorno con 14,66 milioni di metri cubi e quello di Panigaglia (La Spezia) con 9,95 milioni. Stabile a 8,68 milioni la produzione nazionale, mentre da Gela (Caltanissetta) sarebbero arrivati 6,24 milioni dalla Libia.

Per la giornata di ieri sono stati previsti 62,25 milioni di stoccaggi, 100,62 milioni di consumi e 12,84 milioni di esportazioni e conferimenti ad altre reti).

Il gasdotto algerino che arriva in Italia parte dal campo di Hassu R’ Mel, in pieno deserto, e dopo aver attraversato la Tunisia, si inabissa nel Mar Mediterraneo raggiungendo le coste siciliane proprio a Mazara del Vallo nella centrale Snam di Capo Feto (vedi foto di copertina). Da qui risale l'Italia e arriva al punto di approdo finale di Minerbio, nei pressi di Bologna, dove il gas viene stoccato in uno dei più grandi centri di stoccaggio italiano di proprietà della Stogit. Il gasdotto è lungo più di 2.200 km, di cui 370 km in Tunisia e 380 km offshore nel Canale di Sicilia. La stazione metanifera di Mazara occupa un’area demaniale di mq 20.000 e di mq. 86.850 del fondo del mare territoriale antistante la zona di Capo Feto. L’intero tracciato si sviluppa parallelamente ai due metanodotti già esistenti in un territorio prevalentemente pianeggiante e interessa anche i Comuni di Campobello di Mazara, Castelvetrano e Menfi.

La prima linea del gasdotto, capace di trasportare 12,3 miliardi di metri cubi di gas all'anno, fu costruita fra il 1978 e il 1983, dopo che l'Eni aveva concluso un contratto per la fornitura di gas algerino della durata di 25 anni con Sonatrach. La sua capacità è stata poi accresciuta a 24 miliardi di metri cubi annui grazie al completamento, nel 1997, della seconda linea. Un'ulteriore espansione di 3,2 miliardi di metri cubi annui è avvenuta nel corso del 2008, ed un'altra, di 3,3 miliardi di metri cubi annui, è avvenuta nel 2012. Circa tre anni fa (maggio 2019), l’Eni è riuscita a rinnovare gli accordi con Sonatrach, sia sull’acquisto che sul trasporto del gas: un passo importante, non solo perché si tratta di forniture in grado di coprire le importazioni italiane di gas, ma anche perché la chiusura delle trattative è avvenuta nonostante la difficile situazione politica dell’Algeria.

I mazaresi non hanno mai avuta simpatia per la grande struttura complessa della stazione metanifera dell’Eni. Confina con l’oasi faunistica di Capo Feto ed è a qualche chilometro distante dalla spiaggia di Tonnarella che, probabilmente, come dicono geologi e studiosi, si è depauperata anche a causa delle condotte sottomarine; per non parlare del terremoto del 7 giugno 1981 che è avvenuto proprio mentre si svolgevano lavori per la posa del gasdotto marino. Cosa ha ottenuto la città di Mazara del Vallo per questa mastodontica struttura? Qualche posto di lavoro e la pinacoteca chiamata “Algeria”, una bella opera da mostrare a studenti e turisti ma finita ad infracidire, dopo qualche anno, in qualche magazzino comunale e poi misteriosamente scomparsa.

Come mai la città –ci siamo interrogati molte volte in questi anni- non ha mai ricevuto una riduzione del prezzo del gas metano considerato che la stazione metanifera sorge su una grande superficie del territorio mazarese? Le tariffe del gas per i cittadini mazaresi sarebbero calcolate a partire dalla sede lombarda della Stogit Snam. E’ possibile che alla città di Mazara del Vallo non rimanga nulla? A fronte di questa presenza e sui rischi del mantenimento di un impianto, possibile obiettivo strategico di eventuali attacchi terroristici o sulla possibilità di un incidente interno allo stesso impianto, più volte negli anni passati (soprattutto alla vigilia delle campagne elettorali e poi la questione viene per magia dimenticata e silenziata), era stata sollevata la questione della mancanza di vantaggi diretti per la cittadinanza mazarese in termini di economicità delle bollette del gas metano o in termini d'investimenti per la riqualificazione ambientale, come un possibile piano di ripascimento della spiaggia di Tonnarella.

Lo scorso 20 aprile con la determina n. il sindaco Salvatore Quinci nominò quale consulente esterno a titolo gratuito il dott. Fabrizio Hopps al quale -si legge nella stessa determina- è stato “affidato l'incarico di Indirizzo, programmazione, coordinamento, promozione, controllo e sviluppo di ogni attività conoscitiva relativa alla centrale del gasdotto Snam”; in particolare il dott. Hopps si dovrebbe occupare di rischi sulla sicurezza dell’impianto e di nessi con l’erosione della costa di Tonnarella. Attendiamo che lo stesso, attraverso una relazione dettagliata, informi l’Amministrazione e pertanto la cittadinanza circa l’avvio di una seria interlocuzione con l’Eni al fine di dare risposta ai nostri interrogativi relativi ai benefici diretti alla Città di Mazara del Vallo.

Francesco Mezzapelle 

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