Mazara del Vallo fra i punti di sbarco di potenziali terroristi islamici e trafficanti di sigarette. Dall’operazione “Abiad” la conferma…

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
09 Gennaio 2019 08:54
Mazara del Vallo fra i punti di sbarco di potenziali terroristi islamici e trafficanti di sigarette. Dall’operazione “Abiad” la conferma…

Sarebbero in 15 i personaggi coinvolti e che avrebbero ricevuto un ordine di fermo dai pm della Procura di Palermo, Alfonso Sabella, Gery Ferrara e Claudia Ferrari, per sgominare la possibilità che cellule di terroristi islamici potessero, attraverso dei gommoni veloci, dalla Tunisia approdare nel tratto di costa fra Mazara del Vallo e Marsala, raggiungendo così l'Europa senza nessun controlli. Questo uno degli obiettivi dell’operazione "Abiad" condotta dai Carabinieri del R.O.S., nelle provincie di Palermo, Trapani, Caltanissetta e Brescia, con il supporto dei competenti Comandi dell’Arma Territoriale, stanno dando esecuzione ad un Fermo di Indiziato di Delitto emesso dalla Procura Distrettuale di Palermo nei confronti dei 15 indagati, ritenuti a vario titolo responsabili di istigazione a commettere più delitti in materia di terrorismo, associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al contrabbando di T.L.E  (Tabacchi Lavorati Esteri), plurimi episodi di ingresso illegale di migranti clandestini nel territorio nazionale ed esercizio abusivo di attività di intermediazione finanziaria, reati questi aggravati poiché commessi avvalendosi del contributo di un gruppo criminale organizzato impegnato in attività delinquenziali in più di uno Stato.

Il blitz sarebbe scattato dopo l’allarme lanciato da un pentito jihadista in carcere a Genova: «Potreste trovarvi con un esercito di kamikaze in Italia. A capo dell'organizzazione vi sarebbe un tunisino che attraverso i social, in particolare su facebook, inneggiava all’Isis e alla "guerra santa" contro l'Occidente con la pubblicazione di materiale di propaganda jihadista. Nel recente periodo diversi sono stati gli episodi che hanno visto il ritrovamento di gommoni abbandonati sulla costa trapanese tra Mazara e Marsala e che hanno indotto a sospettare i cosiddetti “sbarchi fantasma”.

I clandestini che hanno raggiunto l’Italia in questo modo pagavano all’organizzazione 2500 euro, soldi che, sospettano gli inquirenti, finivano col finanziare il terrorismo islamico. Mazara del Vallo sarebbe il porto di sbarco preferito e utilizzato da una rete di trafficanti che ha base a Kelibia, in Tunisia. Questo era emerso lo scorso 22 marzo attraverso un servizio di circa 6 minuti andato in onda nella trasmissione “Piazza Pulita” di La7. Le immagini del reportage erano state girate lo scorso 10 febbraio a sud di Tunisi, nei pressi di Menzel Temime e del porto di Kelibia il più vicino all’Italia, 45 miglia da Pantelleria, 80 da Mazara del Vallo.

Adib Fateh Ali, fintosi un profugo irakeno che vuol portare la sua famiglia in Italia, ha voluto mostrare, armato di videocamera, quanto sia facile dalla Tunisia arrivare in Italia. Così accompagnato da un complice, un certo Mohammed, Adib viene accompagnato sui luoghi di partenza delle imbarcazioni clandestine che portano migranti in Sicilia; una sorta di “terra di nessuno” dove in molti sono stati armati dal vecchio regime per difendere la propria terra. Mohammed spiegava ad Adib che tutto è organizzato “in sicurezza” grazie a due vedette che controllano gli spostamenti della guardia costiera tunisina e alle mazzette pagate alla polizia per chiudere un occhio, circa 3000-4000 euro a viaggio (i poliziotti in Tunisia guadagnano 500 euro al mese).

Vi è una villetta adibita a foresteria dove i migranti sono ospiti, senza potere uscire, in attesa che tutto sia pronto per la partenza. Adib, grazie a Mohammed, fa conoscenza con chi è a capo della rete dei trafficanti che da Kelibia porta in Sicilia. Lo stesso capo dei trafficanti di Kelibia gli diceva che non ci sarebbero problemi a trasportare le nove persone cosi come richiesto da Adib, e gli spiega che la traversata costa 3.000 euro a persona e che li avrebbe portati direttamente nel porto di Mazara del Vallo.

Abbastanza sorpreso, Adib chiede al re dei trafficanti kelibiani come si possa arrivare fin al porto di Mazara del Vallo senza essere fermati, lo stesso capo dei trafficanti gli dice che davanti alle coste siciliane degli italiani sarebbero venuti incontro e li avrebbero fatti entrare in porto senza problemi. Adib infine visita il porto e la piccola barca (fatiscente) che lo avrebbe portato fino a Mazara del Vallo. ll servizio finisce proprio con queste immagini. (in foto copertina un'immagine del servizio di la7 che mostra la vicinanza fra Kelibia e Mazara del Vallo) Non sappiamo gli sviluppi della traversata. Certamente però sconvolge la sicurezza dei trafficanti nel potere vendere un servizio di trasporto fino al porto di Mazara del Vallo.

La nostra redazione si è pertanto chiesta: sarà vera la possibilità di entrare nel porto mazarese con dei complici italiani? Oppure è un escamotage utilizzato dagli stessi trafficanti che una volta avvistata le costa siciliana sbarcano gli ignari migranti in mare? Nel corso del servizio fu però facilmente rintracciabile lo stupore e l’imbarazzo dell'allora Ministro degli InterniMarco Minniti, ospite della trasmissione, di fronte a quelle immagini che dimostravano come la Tunisia sia ancora un grande fronte di partenza di migranti e che le nostre coste siano quelle scelte da trafficanti, senza scrupoli ed impuniti da loro Governo, come sicuro luogo di sbarco dei migranti.

Francesco Mezzapelle

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