Mazara, danneggiata (ancora una volta) storica fontana di Villa Jolanda

Le telecamere potrebbero individuare i responsabili. La storia dell’antica fontana raccontata dall’arch. Mario Tumbiolo

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
25 Settembre 2022 10:25
Mazara, danneggiata (ancora una volta) storica fontana di Villa Jolanda

Ignoti, probabilmente nella notte fra venerdì e sabato, hanno staccato uno dei vasi restaurati della storica fontana che si trova a villa Jolanda (in copertina foto da noi scattata). Purtroppo non è la prima volta che accade in questi anni, un simile caso anche nel 2014. Ferma la nostra condanna per il vile gesto, confidiamo in una immediata relazione da parte dell’Amministrazione comunale su quanto accaduto predisponendo una denuncia alle forze dell’ordine al fine di individuare i responsabili dell’atto vandalico magari attraverso l’utilizzo delle telecamere, una ubicata (vedi foto nella gallery di seguito all'articolo) proprio a pochi metri dal luogo ove accaduto l’atto vandalico, proprio alle spalle dell’Alhambra, sede dell’info-point turistico comunale, e dell’Arco Normanno che –secondo quanto dichiarato di recente dal sindaco salvatore Quinci- dovrebbe essere restaurato grazie al contributo di privati.

Villa Jolanda di notte, ma anche di giorno, in diverse fasce orarie è ritrovo di gruppi di persone poco raccomandabili, già teatro anche di risse, risulta un luogo utilizzato da spacciatori; per non parlare di gruppetti di ragazzi spesso non curanti delle aiuole, una delle quali dedicata alla piccola Denise Pipitone con un alberello ed un cartello piantati nel 2006; proprio il giorno del sesto compleanno della piccola rapita il 1 settembre 2004 nella sua casa di via Domenico la Bruna.

Conosciamo la storia della stessa fontana (soggetta ad un restauro nel novembre 2010) attraverso quanto a noi spiegato pochi anni fa dall'arch. Mario Tumbiolo, profondo conoscitore della storia della Città e già impegnato in diverse manifestazioni per la promozione dei suoi beni culturali.

Incuriosito dalla incisione posta nel basamento del piedistallo della stessa vasca – sottolineò Mario Tumbiolo- recante la scritta in latino "huc mirabilis aquae fontem", che significa "in questo luogo si trovano le acque della fonte mirabile", ho cominciato documentarmi sulla possibile collocazione originaria della vasca collocata nella stessa Villa nel 1903". Così Tumbiolo, dopo la consultazione di alcuni libri sulla storia ed urbanistica della Città, spiegò: "le cosiddette acque mirabili erano considerate quelle della zona Mirabile che prende il nome dall'arabo "ayn-marra" che significa "fonte della salute. Queste acque così provenivano dal grande acquedotto costruito nel 1610 dai tre giuranti che reggevano la Città. Le acque passavano lungo il fiume Mazaro e sono state portate fin all'attuale Porta Palermo e successivamente fino alla centralissima piazza della Repubblica".

L'Architetto continuò a descrivere la sua scoperta: "in un'altra facciata dello stesso piedistallo a forma esagonale è incisa un'altra scritta recante il nome del vescovo Stella e la data del 1748. Monsignor Stella è rimasto alla guida della Diocesi di Mazara dal 1742 al 1750 attivandosi anche per la sistemazione dell'acquedotto e la costruzione di alcune fontane pubbliche. Così ho consultato una cartina della Città del 1810 riportata in una pubblicazione di Abate Vito Pugliese nella quale si evinceva chiaramente che l'unico luogo all'aperto riportante la presenza di un elemento architettonico fosse la piazza chiamata "serraglio" termine derivante dalla grande attività di ammasso di grano che si svolgeva anticamente in Città, questa piazza corrisponde all'attuale dedicata all'illustre cittadino Ettore Ditta.

Il fatto che si trattasse di una piazza pubblica è ben dimostrabile dal fatto che erano i vescovi a riportare i loro nomi sulle opere da loro stessi volute, vedi la vasca di piazza della Repubblica riportante il nome del vescovo mons. Valenti". Altra scoperta dell'architetto Tumbiolo è stata quella dei materiali con i quali costruita la fontana "mirabile", di "granitello" la vasca, di "pietra campanella" il piedistallo. Altro dato interessante rilevato da Tumbiolo quello relativo ai tre vasi (uno mancante), collocati in altrettanti vertici della forma esagonale della vasca, che costituiscono un ipotetico triangolo, figura considerata importantissima nel mondo esoterico.

Infine Tumbiolo si era anche interessato del restauro e la ricollocazione del "pozzetto", in passato vicino alla suddetta fontana, in uno dei chiostri della chiesa di S.Michele; il "pozzetto" era stato anch'esso vandalizzato in quanto mancante di un coperchio di metallo.

Francesco Mezzapelle 

Foto gallery

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza