Mazara, centrale Snam e gasdotto dall’Algeria: quali benefici per la Città?

La crisi del gas riaccende l’annosa questione. L’incapacità della politica di risultati concreti per la cittadinanza

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
14 Marzo 2022 16:53
Mazara, centrale Snam e gasdotto dall’Algeria: quali benefici per la Città?

Negli ultimi decenni, in seguito alle riforme per l’autonomia ed il decentramento, attuate nella maggior parte dei Paesi dell’Europa Occidentale, il potere delle istituzioni periferiche si è rafforzato e, parimenti, si è ampliata la sfera di influenza degli amministratori locali. A Mazara del Vallo l’influenza degli amministratori locali non ha però funzionato in diversi casi, il più eclatante rimane quello relativo alla stazione metanifera di Capo Feto (vedi foto da noi scattata qualche anno).

Con lo scoppio della guerra in Ucraina a seguito dell’invasione russa si è riproposto ancor più fortemente il problema della dipendenza energetica dell’Italia. Circa il 40% del mix energetico italiano si appoggia sul gas naturale e questo, per la maggior parte, viene importato dalla Russia (40% circa). Altro grosso fornitore e l'Algeria, con un 28% circa, questo grazie al gasdotto Transmed che riesce a connettere l'Algeria con il nostro Paese. E proprio in Algeria all’indomani della crisi ucraina si è recato il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi di Maio, al fine di potenziare la partnership energetica con il Paese maghrebino.

Il gasdotto algerino parte dal campo di Hassu R’ Mel, in pieno deserto, e dopo aver attraversato la Tunisia, si inabissa nel Mar Mediterraneo raggiungendo le coste siciliane proprio a Mazara del Vallo nella centrale Snam di Capo Feto. Da qui risale l'Italia e arriva al punto di approdo finale di Minerbio, nei pressi di Bologna, dove il gas viene stoccato in uno dei più grandi centri di stoccaggio italiano di proprietà della Stogit. Il gasdotto è lungo più di 2.200 km, di cui 370 km in Tunisia e 380 km offshore nel Canale di Sicilia. La stazione metanifera di Mazara occupa un’area demaniale di mq 20.000 e di mq. 86.850 del fondo del mare territoriale antistante la zona di Capo Feto. L’intero tracciato si sviluppa parallelamente ai due metanodotti già esistenti in un territorio prevalentemente pianeggiante e interessa anche i Comuni di Campobello di Mazara, Castelvetrano e Menfi.

La prima linea del gasdotto, capace di trasportare 12,3 miliardi di metri cubi di gas all'anno, fu costruita fra il 1978 e il 1983, dopo che l'Eni aveva concluso un contratto per la fornitura di gas algerino della durata di 25 anni con Sonatrach. La sua capacità è stata poi accresciuta a 24 miliardi di metri cubi annui grazie al completamento, nel 1997, della seconda linea. Un'ulteriore espansione di 3,2 miliardi di metri cubi annui è avvenuta nel corso del 2008, ed un'altra, di 3,3 miliardi di metri cubi annui, è avvenuta nel 2012.

Circa tre anni fa (maggio 2019), l’Eni è riuscita a rinnovare gli accordi con Sonatrach, sia sull’acquisto che sul trasporto del gas: un passo importante, non solo perché si tratta di forniture in grado di coprire le importazioni italiane di gas, ma anche perché la chiusura delle trattative è avvenuta nonostante la difficile situazione politica dell’Algeria.

I mazaresi non hanno mai avuta simpatia per la grande struttura complessa della stazione metanifera dell’Eni. Confina con l’oasi faunistica di Capo Feto ed è a qualche chilometro distante dalla spiaggia di Tonnarella che, probabilmente, come dicono geologi e studiosi, si è depauperata anche a causa delle condotte sottomarine; per non parlare del terremoto del 7 giugno 1981 che è avvenuto proprio mentre si svolgevano lavori per la posa del gasdotto marino. Cosa ha ottenuto la città di Mazara del Vallo per questa mastodontica struttura? Qualche posto di lavoro e la pinacoteca chiamata “Algeria”, una bella opera da mostrare a studenti e turisti ma finita ad infracidire, dopo qualche anno, in qualche magazzino comunale.

Come mai la città –ci siamo interrogati molte volte in questi anni- non ha mai ricevuto una riduzione del prezzo del gas metano considerato che la stazione metanifera sorge su una grande superficie del territorio mazarese? Le tariffe del gas per i cittadini mazaresi sarebbero calcolate a partire dalla sede lombarda della Stogit Snam. E’ possibile che alla città di Mazara del Vallo non rimanga nulla? A fronte di questa presenza e sui rischi del mantenimento di un impianto, possibile obiettivo strategico di eventuali attacchi terroristici o sulla possibilità di un incidente interno allo stesso impianto, più volte negli anni passati (soprattutto alla vigilia delle campagne elettorali e poi la questione viene per magia dimenticata e silenziata), era stata sollevata la questione della mancanza di vantaggi diretti per la cittadinanza mazarese in termini di economicità delle bollette del gas metano o in termini d'investimenti per la riqualificazione ambientale, come un possibile piano di ripascimento della spiaggia di Tonnarella.

Qualche giorno fa attraverso una nota l’assessore comunale all’Ambiente e alle Finanze, Giacomo Mauro, e i consiglieri comunali Giuseppe Palermo e Matteo Bommarito, tutti e tre rappresentanti del Pd mazarese, sollevarono nuovamente al questione attraverso una nota (https://www.primapaginamazara.it/mazara-gasdotto-transmed-nota-dellass-mauro-e-cons-palermo-e-bommarito ) nella quale però non si parlava di benefici in termini costi minori per il metano utilizzato dai cittadini mazaresi ma solo di sicurezza e possibilità occupazionali.

Ma la questione era stata già sollevata dal Pd mazarese nella prima sindacatura di Nicola Cristaldi. “La Snam rete Gas –si leggeva- deve garantire un progetto di ripascimento della spiaggia di Tonnarella, l'applicazione di tariffe agevolate per i cittadini mazaresi ed il completamento delle condutture per la fornitura del gas nei quartieri rimasti non raggiunti dal servizio". Questo è quanto chiedeva attraverso una nota (vedi la relativa interrogazione letta dal consigliere Giacomo Mauro del Pd in una seduta del Consiglio comunale del quinquennio 2009-2014) il coordinamento comunale del Pd, guidato allora dalla dott.ssa Caterina Agate (ex assessore della Giunta Quinci il cui posto è stato preso proprio da Giacomo Mauro) in prossimità della scadenza della convenzione trentennale tra il Comune e l'allora Siciliana Gas spa di impiantare una centrale (a Capo Feto) ed una rete di distribuzione.

Ci chiediamo –si legge nella nota- se la comunità locale abbia ricevuto da questo rapporto con la concessionaria in misura proporzionale rispetto a quanto dato. Se da un lato, infatti la concessionaria, impiantando una struttura importante per i guadagni dell'azienda, i cittadini mazaresi non hanno ricevuto alcun vantaggio particolare rispetto a chi, per esempio, abita a Enna o a Trento. Inoltre da studi recenti appare sempre più probabile che il depauperamento della spiaggia di Tonnarella dipenda da una deviazione delle correnti provocata dalle tubature del gas che arrivano dall'Algeria".

L'Agate denunciò il rischio che si arrivasse alla proroga tacita della convenzione (così come però puntualmente avvenuto) senza ridiscuterne le condizioni. "Sarebbe altresì auspicabile –si legge infine- l'istituzione di un regolamento comunale che disciplini la posa e che preveda, a carico dell'azienda l'obbligo del ripristino dell'intero tratto della careggiata interessata per evitare innumerevoli rattoppi delle strade mazaresi".

In merito al rinnovo dell’accordo fra Eni e Algeria sul gasdotto che arriva alla centrale Snam di Mazara del Vallo, nel luglio 2019 il gruppo parlamentare del M5S presentò un’interrogazione alla Camera (https://www.primapaginamazara.it/metanodotto-nuovo-accordo-eni-algeria-interrogazione-alla-camera-del-m5s-su-concessione-per-centrale-di-capo-feto-e-su-danni-al-litorale-di-tonnarella ), firmata dalle deputate grilline Vita Martincinglio e Caterina Licatini, attraverso la quale si chiedeva la possibilità di aprire un’istruttoria circa la presenza del gasdotto e della stessa centrale di Capo Feto e l’insorgente erosione della costa mazarese. Questa però come tutte le altre iniziative hanno ricevuto un’unica risposta: il silenzio.

Francesco Mezzapelle     

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