Ieri sera a mezzanotte si è conclusa l’edizione 2024 del Festino di San Vito Martire, patrono della Città di Mazara del Vallo e dei suoi pescatori. Ultimo atto i fuochi pirotecnici davanti al lungomare mazarese; uno spettacolo al di sotto delle aspettative probabilmente per la scelta della location ed in considerazione delle condizioni atmosferiche; ben altro effetto invece aveva avuto “lu iocu ri focu a diunu”, dopo la processione più mattiniera che ha aperto le celebrazioni, realizzato il 22 agosto dietro la chiesetta-santuario di San Vito a mare.
Perché non riportare i fuochi d’artificio a chiusura dell’evento nella sua tradizionale location del lungomare San Vito (alle spalle del parco giochi, per capirci)? Gli interrogativi più importanti relativi allo stessa edizione del Festino di San Vito riguardano però il mancato coinvolgimento popolare. “Dunni c’è vista, nun ci voli prova” cita un detto siciliano, e d’altronde basti vedere ad esempio la partecipazione alla sopracitata “processione più mattiniera d’Italia” con la successiva messa davanti il santuario di San Vito e con i fuochi pirotecnici: al massimo erano presenti duecento persone (vedi in copertina fotogramma dall’alto).
Altra prova in occasione dell’imbarco e la processione a mare del Santo, pochissime barche hanno seguito il corteo nell’areale di mare antistante la Città; qualcuno potrebbe attribuire ciò alla crisi della marineria con il rischio di cadere però nell’ennesimo luogo comune: il ceto peschereccio, o qualche che rimane di esso, è stato pienamente coinvolto? A dir la verità neanche il “Corteo storico a quadri viventi” ha avuto quel seguito di gente atteso dagli organizzatori, a parte la curiosità di alcuni turisti di passaggio; evidente invece la modesta partecipazione della cittadinanza.
Poi, ovviamente, a conclusione del Festino, quest’anno denominato "Vito Tessitore di Pace", si parla di “apprezzamenti per la qualità degli eventi…”. Va bene, apprezziamo gli sforzi degli organizzatori e la ricerca di quel giusto mix di eventi e valori religiosi e laici, ma crediamo che bisogna fare un salto in avanti per riportare il Festino di San Vito agli antichi fasti quando attirava l’attenzione anche dei media nazionali; vogliamo parlare che in un tempo, non troppo lontano, molti mazaresi emigrati programmavano le loro vacanze in Città in funzione dello stesso Festino? Bisogna trovare gli strumenti per un maggiore coinvolgimento della Città e dei giovani in particolare - come avveniva un tempo- magari con la ripresa in chiave moderna di alcuni eventi aggregativi socio-sportivi, coinvolgendo anche i vari comitati di quartiere.
Perché no un utilizzo innovativo anche dei social così come avviene oggi per altre grandi celebrazioni religiose siciliane (vedi festino di Santa Rosalia a Palermo e quello di Sant’Agata a Catania)? “Svecchiare” non significa abbandonare la tradizione e la storia ma arricchirla con innovazioni che possano soprattutto esaltare il folklore popolare attirando un turismo ad hoc attraverso una seria programmazione e con adeguati strumenti del marketing territoriale. Insomma c’è molto ancora da lavorare.
Speriamo che gli organizzatori sappiano cogliere tali consigli elargiti con spirito meramente propositivo e non certamente strumentale. Appuntamento al Festino di San Vito edizione 2025.
Francesco Mezzapelle