Matteo Messina Denaro così come non l’avete mai visto…

Pubblicazione esclusiva su “La Repubblica”. Foto e diari segreti dal 2003 al 2016 dell’ultimo padrino di “cosa nostra”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
12 Gennaio 2025 20:57
Matteo Messina Denaro così come non l’avete mai visto…

Un quadro inedito del boss, di quel Matteo Messina Denaro che nei 30 anni della sua latitanza veniva descritto come “diabolik”, “la primula”. Questo quanto emerge dall’anteprima di un reportage a firma di Lirio Abbate intitolato “I diari del boss” e pubblicato oggi in esclusiva su “La Repubblica” grazie a del materiale, otto fotografie ed un diario trovate dal Ros subito dopo l’arresto dello stesso Messina Denaro, il 16 gennaio 2023 e la perquisizione del suo covo principale, a Campobello di Mazara.

A quasi due anni di distanza da quel giorno, nel frattempo il boss è morto in carcere (nel settembre sempre del 2023), a L’Aquila e la sua salma sepolta nella cappella di famiglia, a Castelvetrano, vengono fuori particolari importanti sulla sua personalità, o almeno come voleva “Iddu” mostrarsi alla figlia Lorenza che soltanto una volta in carcere, con quel che gli restava da vivere considerata la brutta malattia, aveva ripreso i rapporti con il riconoscimento della paternità e l’acquisizione da parte della 27enne del cognome del padre.

Attraverso anche un servizio andato in onda sul Tg1 di oggi all’ora di pranzo, siamo venuti a conoscenza dell’esistenza di due diari scritti, fra il 2003 al 2016, dal presunto capo di “cosa nostra” destinati alla figlia, con copertina raffigurante opere di Vincent Van Gogh. Pagine e pagine scritte con una chiara calligrafia: racconti, pensieri anche intimi, frasi, memorie. A completare il quadro di un personaggio che dietro alla sua indole mafiosa, stragista, voleva apparire umano e anche, subdolamente, per certi versi anche fragile, ben otto fotografie (anch’esse inedite come i diari nelle quali inserite) che lo ritraggono -il 20 maggio 2006- in visita nella Città di Romeo e Giulietta, a Verona, proprio all’ingresso della storica Arena.

Matteo Messina Denaro (vedi le foto pubblicate da Repubblica) appare rilassato, sembra in vacanza, ha un anello al dito (sembra una fede), è ritratto con e senza occhiali da sole, a mezzo busto e per intero, indossa una camicia bianca, jeans, sneakers, rigorosamente tutto griffato; una sorta di book fotografico per mostrarsi al meglio, in linea con il suo smisurato “ego”. Nel commento a quelle foto l’ultimo padrino in uno dei diari non mancava di irridere a quanti lo stessero ricercando così scriveva il 2 giugno 2014 “…Sembrava avessi 86 anni e cinque mesi” riferendosi all’identikit e alle foto, create con la tecnica dell’age-progression, che per anni sono circolate ed in possesso dalle polizie di mezzo mondo. Così come scriveva anche di esser stato ad un bivio e dovendo scegliere fra la vita e la morte abbia scelto di vivere…Insomma, quanto emerso attraverso questo materiale inedito non fa certamente luce sugli affari e sul controllo degli apparati mafiosi da parte del boss originario di Castelvetrano (i suoi segreti se li è portati nella tomba e probabilmente non li scopriremo mai) ma getta ancor più un alone inquietante sulla sua figura, abbastanza controversa e subdola, aprendo nuovi interrogativi sulla sua lunga latitanza e sulle coperture, più o meno alte, garantitegli dal lontano 1993 quando decise di darsi alla latitanza dopo la stagione delle stragi della quale fu certamente uno degli oscuri protagonisti.

Francesco Mezzapelle  

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