“Malasanità”, Processo a due medici dell’ospedale di Mazara. Cardiologo teste d’accusa

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
29 Aprile 2016 11:02
“Malasanità”, Processo a due medici dell’ospedale di Mazara. Cardiologo teste d’accusa

Un cardiologo dell’ospedale di Mazara, Vittorio Guzzo, è stato ascoltato come teste d’accusa nel processo che davanti al giudice Lorenzo Chiaramonte vede imputati, per lesioni personali colpose aggravate, due medici dell’“Abele Ajello”: Maria Assunta Canino, 51 anni, trapanese, e Francesco Quattrocchi, di 64, palermitano.

Entrambi accusati di aver fatto entrare in coma, il 9 settembre 2010, l’allora 54enne petrosileno Antonino Santo, affetto da SLA e deceduto poco più di due anni dopo, il 17 gennaio 2013. “L’arresto cardiorespiratorio del paziente – ha detto il dottor Guzzo - non è stato conseguenza di un problema cardiaco, ma respiratorio, e cioè di mancanza di ossigeno”.

La testimonianza del cardiologo, che il 9 settembre 2010 fu chiamato in aiuto dai colleghi proprio per l’arresto cardiorespiratorio, conferma, secondo l’avvocato di parte civile Ignazio Bilardello, che al Santo era stata staccata la macchina che lo faceva respirare. E questo respiratore artificiale, ha spiegato, sempre in aula, il medico di famiglia Michele Savalla, non doveva assolutamente essere mai staccato. “Quando Guzzo arrivò al Pronto soccorso - dice l’avvocato Bilardello – Antonino Santo era già in dissociazione elettromeccanica. Poi, entrò in coma perché non arrivava più ossigeno ai polmoni”.

A testimoniare è stata anche l’allora caposala del Pronto soccorso mazarese, Brigida Giordano, che ha detto che in quel frangente passava da lì per caso e vide Quattrocchi che stava cercando di sostituire la cannula per la respirazione artificiale, ma non ci riusciva. A difendere i due imputati sono gli avvocati Giacomo Lombardo e Giuseppe Ippolito. L’indagine è stata svolta della sezione di pg dei carabinieri della Procura. La prossima udienza si terrà il 16 giugno.

A.P.

29-04-2016

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