Questa sera il Governo guidato da Giuseppe Conte e sostenuto da Movimento Cinque Stelle e Lega ha ottenuto la fiducia al Senato con 171 voti favorevoli, 117 contrari e 25 astenuti. Trecentotredici i senatori presenti. Questa mattina nell’aula di Palazzo Madama, il premier aveva esposto le sue dichiarazioni programmatiche. “Le forze politiche che integrano la maggioranza di governo sono state accusate di essere populiste, antisistema-ha detto Conte- Se populismo è l’attitudine della classe dirigente ad ascoltare la gente, se antisistema significa mirare a introdurre un nuovo sistema che rimuova vecchie incrostazioni di potere, ebbene queste forze politiche meritano entrambe queste qualificazioni”.
Il cambiamento sarà anche nei contenuti. Cambia ad esempio il fatto che la prima preoccupazione del Governo saranno i diritti sociali, che nel corso degli ultimi anni sono stati progressivamente smantellati con i risultati che conosciamo: milioni di poveri, milioni di disoccupati, milioni di sofferenti. È ora di dire che i cittadini italiani hanno diritto a un salario minimo orario, affinché nessuno venga più sfruttato, che hanno diritto a un reddito di cittadinanza e a un reinserimento al lavoro qualora si ritrovino disoccupati, che hanno diritto a una pensione dignitosa, che hanno diritto a pagare in maniera semplice tasse eque.
C’è di nuovo che il debito pubblico lo vogliamo ridurre, ma vogliamo farlo con la crescita della nostra ricchezza, non con le misure di austerità che, negli ultimi anni, hanno contribuito a farlo lievitare- ha continuato il Premier- Il cambiamento è in una giustizia rapida ed efficiente e dalla parte dei cittadini, con nuovi strumenti come la class action, l’equo indennizzo per le vittime di reati violenti, il potenziamento della legittima difesa. Cambia che metteremo fine al business dell’immigrazione, cresciuto a dismisura sotto il mantello di una finta solidarietà.
Cambia che combatteremo la corruzione con metodi innovativi come il “daspo” ai corrotti e con l’introduzione dell’agente sotto copertura. Cambia che vogliamo un Paese a misura dei cittadini diversamente abili – e sono alcuni milioni – che troppo spesso si ritrovano abbandonati a se stessi e alle loro famiglie. Cambia che vogliamo rescindere il legame tra politica e sanità, per rendere quest’ultima finalmente efficiente su tutto il territorio nazionale. Cambia che aumenteremo fondi, mezzi e dotazioni per garantire la sicurezza in ogni città.
Cambia che presteremo adeguata attenzione alle famiglie, specialmente quelle in difficoltà. Ho richiamato solo alcune parti del contratto, ma se anche realizzassimo solo le innovazioni che ho appena enunciato, i cittadini percepirebbero immediatamente che il vento nuovo non ha soffiato invano.” Nel pomeriggio si era svolta la discussione dell’aula, con la replica dell’ex premier Matteo Renzi. Prendendo la parola al Senato, Renzi ha garantito “il rispetto dei ruoli del governo e delle opposizioni”, ma ha criticato le forze di maggioranza dicendo che “da inciucio a contratto cambia solo il vocabolario” È intervenuta anche la senatrice a vita Liliana Segre, che nel suo discorsosi è schierata contro ogni legge speciale, riferendosi in particolare alla situazione di rom e sinti.
Domani, mercoledì 6 giugno, è prevista invece la votazione sulla fiducia alla Camera dei deputati. Dalle 9 alle 14.30 si svolgerà la discussione generale, alle 15.45 ci saranno le repliche del presidente del Consiglio e al termine i gruppi terranno le loro dichiarazioni di voto. Le votazioni nominali invece a partire dalle 17.40 Quali numeri servono per la fiducia Per avere la fiducia dal parlamento il governo Conte deve ottenere la maggioranza assoluta, ovvero la metà più uno dei componenti dell’assemblea.
Si tratta di avere almeno 316 voti alla Camera e 158 al Senato. A Montecitorio l’esecutivo Conte può contare su una maggioranza ampia, con un totale di 352 deputati su 630. Di questi 222 sono deputati del M5s, 124 della Lega e 6 del gruppo Misto.