La questione sequestri nelle acque libiche si era assopita da diversi mesi ma stamattina è ritornata tragicamente in attualità a seguito del sequestro di due pescherecci, “Antartide” e “Medinea”, entrambi iscritti al Comparto marittimo di Mazara del Vallo. I due motopesca sono stati sequestrati a circa 35 miglia nord da Bengasi, in quel tratto di mare all’interno della cosiddetta ZEE (Zona Economica Esclusiva) che la Libia ha istituito unilateralmente nel 2005 e che si estende 62 miglia oltre le 12 miglia convenzionali relative alle acque territoriali.
Erano circa le ore 21 di ieri sera quando i due pescherecci mazaresi, che storicamente battono quelle acque ricche di gambero rosso, sono stati avvicinati da una motovedetta con militari bengasini a bordo che hanno loro intimato di fermarsi e seguirli in porto ove sarebbero arrivati questa mattina. Contemporaneamente gli stessi militari, con un gommone, hanno avvicinato altri due pescherecci, un altro mazarese, “Anna Madre”, ed un altro di Pozzallo, il “Natalino”, che si trovavano nelle vicinanze; in entrambi i casi i rispettivi comandanti sono stati trattenuti mentre i pescherecci sono riusciti ad evitare il sequestro.
Appresa la notizia il Comando Generale delle Capitanerie di Porto ( la situazione è seguita ovviamente anche dal Comando della Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo) ha allertato la Farnesina e le autorità diplomatiche italiane al fine di avviare un’interlocuzione con le autorità di Bengasi che rispondono al comando del noto generale Khalifa Haftar.
Francesco Mezzapelle