La storia del Mazara Calcio passo’ per i piedi di Pino Bruno (1933-2011)

Redazione Prima Pagina Mazara
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17 Gennaio 2015 18:40
La storia del Mazara Calcio passo’ per i piedi di Pino Bruno (1933-2011)

Era la fine degli anni 40, era la fine della seconda guerra mondiale e i primi anni del dopoguerra vedevano una povera Italia rialzarsi gradualmente per far dimenticare quei momenti disastrosi che hanno caratterizzato i primi decenni del 900. Mazara del Vallo non aveva ancora quello stadio comunale che fu allestito nella metà del 50. Esisteva, allora, soltanto un campo in terra battuta situato nella via Luigi Vaccara che faceva da cornice ai vari tornei di calcio locale organizzati dalle chiese o dalle aggregazioni politiche.

Quel campo in terra battuta rappresentava per i giovani di quei tempi il punto di ritrovo e di aggregazione sociale utile a far svagare e far crescere ognuno di loro. In questa povera cornice nascevano diversi personaggi, oggi noti alla storia dello sport locale, sia per la loro capacità tecnica sia per la promozione dei veri valori sportivi nel corso della loro vita. Uno dei personaggi memorabili per il calcio mazarese fu senza dubbio Pino Bruno,

nato nel novembre del 1933 e oggi emblema del calcio locale.

Figura ironica e onesta Pino Bruno inizia la sua avventura di calcio dilettantistico proprio in quel campo, ancora prima che venisse allestito il campo comunale "Nino Vaccara" e prima che il Mazara calcio iniziasse a competere nei primi campionati riconosciuti dalla FIGC.

Fisico possente ma di bassa di statura, veloce e ottimo colpitore di testa, il giovane Pino Bruno (vedi foto n.1) giocò con l'allora U.S. Mazara per circa un ventennio, altalenandosi tra campionati di Promozione e di Serie D. In questo periodo fu anche capitano del Mazara Calcio.

Finita la sua esperienza da calciatore non si distaccò minimamente dal vedere crescere il suo Mazara, prima come allenatore, poi come dirigente e anche come talent scout, riuscendo a farsi stimare ed amare dall'ambiente sportivo regionale, che riconosceva in lui un forte sentimento di vita e di umanità, sempre pronto ad alleggerire i problemi con quel sorriso ironico stampato sul suo viso e con quelle battute utili sempre a sdrammatizzare.

La sua permanenza nella panchina canarina si alternò però con altre squadre siciliane, Santa Margherita Belice, Salemi e Campobello di Mazara, dove nel 1973 vinse il campionato e portò la squadra (vedi foto n.2)  in Promozione, il quinto livello del calcio italiano.

La sua passione per calcio lo ha sempre accompagnato ed il suo cuore ha sempre battuto per quei colori gialloblu, che servì come allenatore della squadra maggiore, delle giovanili ma anche come dirigente e ricercatore di talenti. Con tutti i suoi compagni di squadra, dirigenti e allievi ha sempre avuto un rapporto improntato al rispetto ed al calore umano, esternato con un'ironia fuori dal comune.

I rapporti personali che ha intrattenuto sono rimasti forti anche con personaggi di un certo livello, come Cestimr Vycpalek, con il quale collaborò alla guida tecnica del Mazara e che dopo un esonero, fu ingaggiato dalla Juve e andò a vincere due scudetti. O come Nereo Rocco, l'indimenticato "sergente di ferro" allenatore del Milan che fu docente al corso per allenatori frequento da Pino Bruno e da altri aspiranti tecnici siciliani. Personaggi famosi, meno famosi ed umili, come Pino Bruno, che però non hanno mai dimenticato la sua sagace ironia.

La sua capacità intuitiva lo portò anche ad intraprendere strade commerciali innovative che però non sfruttò appieno, un po' per gli eventi, un po per quell'amore spasmodico per il calcio. Fu tra i primi a realizzare uno stabilimento balneare, il lido Pirata, e successivamente insieme alla moglie Elvira gestì una lavanderia nel centralissimo corso Umberto che divenne uno dei luoghi di ritrovo degli appassionati di calcio, che si riunivano in quell'attività per scambiarsi curiosità e aggiornamenti del calcio locale.

Prima della lavanderia aveva aperto una simpatica "boutique delle banane" in quanto le banane erano oggetto di monopolio statale, un po come le sigarette. Peccato che poco tempo dopo fu liberalizzata la vendita di banane. Con molta autoironia diceva "se aprissi una tabaccheria nel giro di pochi giorni la vendita di sigarette sarebbe liberalizzata". Già le sigarette, proprio quelle ne hanno condizionato la vita e la sua durata.

Pino Bruno è morto all'età di 77 anni, il 26 marzo 2011, colpito dal cancro ai polmoni e lasciando un vuoto incolmabile nei familiari e in tutti quelli che hanno avuto il piacere di conoscerlo (in foto n. 3 una foto da sx Antonio Mangiapane, Pino Bruno, Nicola Cristaldi, Francesco Bica).

La sua storia è impressa nei decennali del calcio siciliano come la storia di quell'umile uomo che diede tutto per il calcio mazarese. Chi ebbe il piacere di conoscerlo ha scalfito nella propria mente qualche battuta scherzosa mai pesante e sempre ponderata. Chi lo ha conosciuto non può che apprezzare la sua totale onestà e il rispetto per gli altri.

Nel 2012 l'amministrazione comunale di Mazara del Vallo ha voluto onorarlo, intitolandogli l'area spogliatoi dello stadio "N. Vaccara", per i suoi nobili sentimenti, per l'umiltà e per la sua ironia.

Articolo di Cipriano Agate per www.mazaracalcioasd.it che ha ringraziato Ettore Bruno, figlio del maestro Pino Bruno, per il gentile contributo e per le informazioni.

17-01-2015 19,30

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