La Folgore in Serie D. Intervista al tecnico Terranova che parla anche del suo futuro e del Mazara

Redazione Prima Pagina Mazara
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12 Giugno 2017 07:59
La Folgore in Serie D. Intervista al tecnico Terranova che parla anche del suo futuro e del Mazara

Missione compiuta. Dopo 13 anni la Folgore Selinunte raggiunge la Serie D. Il coronamento dell’obiettivo dichiarato ad inizio stagione della società capitanata dal presidente Giuseppe Raineri è arrivato dopo la gara persa soltanto per 2-1 (all’andata 3-1 per i rossoneri) nel ritorno della finale nazionale sul campo dell’Audax Cervinara.

Un trionfo che porta ben impresso il marchio di Nicola Terranova, allenatore ormai non più una sorpresa dopo soli 3 anni al timone di una prima squadra, al quale già l’estate scorsa la società castelvetranese ha dato le chiavi di una fuoriserie multi-accessoriata le cui componenti sono state scelte da lui. Una delle chiavi del successo, il gruppo dei “ribelli” provenienti dal Mazara Calcio: Bono, Comegna, Cammareri, Li Causi, Iacono, Accetta, Falsone, Lombardo e Lo Cascio; un mix di qualità in mezzo al campo e spirito di abnegazione che dopo aver sfiorato il massimo campionato dilettantistico in maglia gialloblù perdendo la finale di Coppa Italia nazionale contro la Sanremese lo scorso anno, sono andati via sbattendo la porta dalla gestione Abbagnato e, in mezzo ad una serie di vicissitudini, sono comunque riusciti a realizzare un progetto vincente.

Alla colonia canarina, si sono aggiunti l’esperienza di Mario Erbini e Prestia, l’incisività in zona-gol di Seckan e l’apporto di tante altre pedine che cammin facendo hanno fatto la loro parte, come per esempio il portiere Signorello, Acquaviva e Sammartano.Una gara di grande sofferenza quella giocata in terra campana, con i padroni di casa partiti col piede sull’acceleratore e dopo 22’ in vantaggio con un gol-non gol convalidato dal direttore di gara siglato da Saginaro, su assist da fermo di Russolilllo, nonostante l’intervento dei difensori castelvetranesi di allontanare il pallone dalla propria porta che ha detta della terna arbitrale aveva già varcato la linea.

Il pari rossonero è arrivato nel finale di tempo grazie ad una perfetta punizione di Comegna, ma l’Audax non demorde e continua a martellare dalle parti della porta di Signorello, ed al 10’ della ripresa ritrova il vantaggio grazie ad uno sfortunato autogol di Lombardo che su cross insidioso arrivato al termine di una prorompente azione sulla destra di un ispirato Russolillo, spedisce il pallone nella propria porta. Il forcing dei campani continua ma al contempo, dalle parti di Signorello, Befi e Zerillo sbagliano l’impossibile con l’ultima occasione in pieno recupero calciata alta dallo stesso Zerillo da posizione favorevole.

L’ultimo spavento prima della festa della Folgore e dei suoi tifosi, accorsi in massa nell’avellinese con un pullman organizzato a sostenere i propri beniamini. Il fulmine rossonero è piombato sull’Eccellenza nazionale e adesso si prepara a folgorare con lo stesso spirito la concorrenza delle agguerrite squadre del sud Italia.

Al suo terzo anno da allenatore di una prima squadra raggiunge l’ambito traguardo della promozione in Serie D. Queste le dichiarazioni di Nicola Terranova che dopo la finale play off di Eccellenza nazionale contro l’Audax Cervinara che ha spalancato le porte per la sua Folgore del massimo campionato a livello dilettantistico, elogia la società, il gruppo e la città, si sofferma sul futuro e non risparmia qualche frecciatina nei confronti del suo passato al Mazara.

Nicola Terranova, dopo un campionato di grande fatica è arrivato il coronamento di un sogno che, vista la caratura della tua squadra, non è affatto una sorpresa?«E invece possiamo definirlo anche una sorpresa, poiché gli obiettivi della società erano un po’ diversi. Eravamo partiti per fare un campionato tranquillo, avevamo una squadra giovane con due tre innesti d’esperienza come Iacono, Comegna e Cammareri. Durante l’anno si sono visti i nostri progressi e ci siamo ritrovati a lottare per un traguardo inaspettato».Per te e molti dei tuoi giocatori è anche un sassolino dalla scarpa importante, vista la fine un po’ ingloriosa dell’avventura col Mazara?«Il calcio è fatto di episodi che possono succedere, è chiaro che io faccio il professionista e cerco di dare il massimo in qualsiasi posto mi trovo e questa vittoria non si tratta affatto di un sassolino personale.

Penso solo alle soddisfazioni che ci siamo tolti quest’anno perché si tratta di una vittoria della società e di tutta la città che sta attraversando un periodo storico particolare ed il calcio è un viatico importante per svelenire questo tipo di difficoltà».Solo tre anni fa eri allenatore della Juniores del Mazara, ti saresti mai aspettato di arrivare a questo traguardo dopo soli tre anni in prima squadra, per altro dopo averlo sfiorato col Mazara?«Si deve pensare sempre in positivo in qualsiasi ruolo sei richiamato a ricoprire.

Si tenta sempre di dare il massimo e fin adesso posso dire di aver ottenuto buoni risultati sportivi. Anche quando ero stato esonerato a Mazara mi trovavo al secondo posto, il problema che dietro c’era tutta una situazione particolare».Quale situazione?«Il fatto che a Mazara c’era un po’ di troppa “scienza” e la “scienza” non sempre va bene se vuoi raggiungere certi risultati. Il calcio è fatto di semplicità e non solo di ruoli, i ruoli si rispettano e basta».

Il prossimo anno rimarrai sulla panchina della Folgore?«Quest’anno mi sono trovato molto bene a Castelvetrano, con una società attrezzata e gente seria in tutti i reparti con persone importanti in tutti ruoli. In questa categoria sono pochi gli allenatori che hanno la possibilità di avere tutto quello che ho avuto io come una sala video e un campo tutta per noi sempre disponibile, una palazzina dove ospitare i giocatori in ritiro e tanto alto ancora. Fra 10 giorni ci vedremo col presidente e vedremo insieme le condizioni di progettare il futuro».Infine, su un suo caro amico che ha raggiunto la panchina di una squadra dalle grandi ambizioni: «Sono contento per Eusebio Di Francesco del quale ho potuto ammirare da vicino il lavoro certosino che fa. Con lui ci sentiamo spesso e dopo aver raggiunto l’accordo con la Roma l’ho chiamato per fargli i complimenti».

Tommaso Ardagna12/6/2017{fshare}

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