La Corte di Cassazione ha posto il sigillo definitivo sull'arresto di Maria Concetta Riina, figlia primogenita del defunto capo di Cosa Nostra, Totò Riina. Il rigetto del ricorso presentato dal suo legale, l'avvocato Francesco Olivieri, rende ora esecutiva la misura di custodia cautelare in carcere per l'accusa di estorsione aggravata. Nonostante l'esecuzione del provvedimento non sia ancora avvenuta, l'arresto della donna, 51 anni, è da considerarsi definitivo.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Firenze, vedono la Riina e suo marito, Antonino "Tony" Ciavarello, indagati in concorso per estorsione aggravata dal metodo mafioso e tentata estorsione ai danni di due imprenditori residenti in Toscana. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la coppia avrebbe avanzato ripetute richieste di denaro utilizzando un linguaggio minaccioso che alludeva esplicitamente al passato criminale della famiglia Riina, un elemento intimidatorio sufficiente a spingere almeno una delle vittime a cedere alle richieste.
A un imprenditore della provincia di Siena, Maria Concetta Riina sarebbe riuscita a sottrarre mille euro in contanti e una voluminosa cesta contenente generi alimentari, il cui valore stimato ammonta a 350 euro. La donna avrebbe pronunciato frasi dal tono inequivocabile, come: "Noi siamo sempre gli stessi di un tempo, le persone non cambiano." Le richieste rivolte a un secondo imprenditore, nella zona di Pisa, non ebbero invece successo.
Il percorso giudiziario aveva visto una prima bocciatura della misura cautelare da parte del Giudice per le indagini preliminari (GIP). Tuttavia, la DDA di Firenze ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame, il quale ha accolto la richiesta disponendo l'arresto. Tale decisione è stata poi impugnata dalla difesa in Cassazione, che, con la sentenza odierna, ha confermato pienamente la misura detentiva.L'inchiesta, avviata nell'agosto 2024 e condotta dal Ros dei Carabinieri di Firenze, coinvolge attivamente anche il marito della Riina. Nonostante Antonino Ciavarello si trovasse già detenuto per una truffa in un procedimento separato, secondo gli investigatori sarebbe riuscito a comunicare con la moglie e con una delle vittime utilizzando un telefono cellulare non autorizzato all'interno del penitenziario. Con la decisione della Suprema Corte, l'ordinanza di custodia cautelare diventa esecutiva anche per lui, in relazione a questa nuova accusa.