La bottega di don Pippino Caradonna rivive grazie ad una mostra a lui dedicata. Oggi pomeriggio l’inaugurazione in piazzetta Modica.

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
02 Gennaio 2016 09:24
La bottega di don Pippino Caradonna rivive grazie ad una mostra a lui dedicata. Oggi pomeriggio l’inaugurazione in piazzetta Modica.

In appendice all’iniziativa “Presepe e dintorni”, organizzata dall’Asso- ciazione culturale “Padre Gaspare Morello”, che ha visto una serie di eventi ed attività nel corso della settimana di Natale, dal 20 al 27 dicembre, in via Porta Palermo e piazzetta San Bartolomeo, sarà inaugurata oggi pomeriggio alle 18,30 al civico 3 di piazzetta Modica la mostra di quadri “100 anni di colore” dedicata a Giuseppe Caradonna, artigiano ed artista che il prossimo 11 gennaio avrebbe compiuto 100 anni.

A volere ed organizzare una mostra a lui dedicata sono stati i suoi nipoti. Alcuni di loro li abbiamo incontrati mentre impegnati negli ultimi allestimenti in vista dell’inaugurazione (in copertina una foto dell'epoca della bottega di don Pippino, nella foto davanti all'ingresso della bottega). Abbiamo così chiesto loro come sia nata l’idea di una mostra dedicata al loro nonno conosciuto come don Pippino.

“Da tutti i racconti dei nostri familiari ma anche di chi avuto modo di conoscerlo da vicino –hanno detto- emerge la figura di una persona sempre disponibile e creativa, faceva tutto, era artista ed artigiano con passione e mestiere, sistemava anche le carrozzelle per bambini, era decoratore, era insomma un poliedrico. Questa mostra, organizzata raccogliendo i suoi quadri soprattutto nell’ambito familiare, rappresenta un gesto di amore nei suoi confronti, nei confronti di una persona che ha fatto molto per la sua famiglia, prodigandosi quotidianamente con il duro lavoro accompagnato dalla passione al fine di creare un futuro ai propri figli ed infondendo loro alti valori; ha tenuto unita la famiglia”.

Sulla vena artistica di Giuseppe Caradonna i nipoti hanno aggiunto: “seppur impegnati in lavori diversi gli siamo riconoscenti perché ci ha tramandato indirettamente la passione per l’arte ed il bello. Questa mostra –hanno sottolineato- non ha la pretesa di celebrare un grande pittore è dedicata ad un uomo che amava questa città ed è anche l’occasione per far rivivere la sua bottega e quindi quel mondo delle maestranze e degli artigiani che caratterizzava la Città ed oggi purtroppo scomparso”. (in foto n.2 i da sx i nipoti Peppe, Sabrina e Monica con un quadro dell'"omu cani" realizzato dal nonno Giuseppe Caradonna).  

Ma chi era don Pippino Caradonna (11 gennaio 1916- 11 marzo 1985)? Ecco cosa si legge dalla biografia che accompagna il visitatore nella mostra, patrocinata dal Comune, che presenta una sessantina delle sue opere: era un’autodidatta con esperienza sin dalla giovanissima età con l’artista mazarese Giuseppe Boscarino. Inizia come decoratore e svolge per lunghissimi anni l’attività di stuccatore, tappezziere, ma il suo sogno fin da ragazzo è quello di dipingere.

Solo più tardi riesce a ritagliarsi uno spazio tutto suo, in luogo a lui caro in via Madonna del Paradiso, la Bottega, dove esprimersi come sa fare un artigiano vero. Uomo semplice, umile, amico degli amici, riservato al punto da non manifestare mai i traguardi raggiunti, il suo migliore modo per comunicare era il sorriso ed il suo pennello. La Bottega è stata luogo di incontri tra piccoli apprendisti vogliosi di imparare, persone care, curiosi del momento ed osservatori attenti; aggregava spontaneamente bella gente.

Don Pippino Caradonna fu il primo “madonnaro”che si ricordi nella storia di Mazara, esprimendo la sua devozione Mariana in occasione della tradizionale processione di luglio, dipingendo sull’asfalto l’immagine della Madonna ed illuminando a festa la stessa via Madonna del Paradiso.

L’obiettivo della mostra, che durerà fino al 10 gennaio, è anche pertanto quello di far conoscere ai giovani l’esistenza di un passato importante della Città, quello costituito dalle botteghe degli artigiani, dove il mestiere si univa alla passione; oggi, alla luce della situazione socio-economica del Paese, bisognerebbe ritornare a coltivare quei valori e credere nelle proprie capacità ed investendo sulla propria persona.

Francesco Mezzapelle

02-01-2015 10,00

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