L’Europa ri-orienta i pescatori e finanzia le flotte da pesca dei paesi membri del Mediterraneo per non pescare più

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
21 Ottobre 2013 07:05
L’Europa ri-orienta i pescatori e finanzia le flotte da pesca dei paesi membri del Mediterraneo per non pescare più

La politica europea della pesca, nel contesto di una politica marittima integrata, punta sempre di più alla tutela dell'ambiente marino, allo sviluppo locale, alla conservazione delle

risorse ittiche e alla diffusione delle conoscenze e delle informazioni, e lo fa esortando gli armatori e i pescatori del Mediterraneo a dimenticare il mestiere e a non pescare più. Scade infatti il prossimo 18 ottobre l'invito a presentare proposte per la riconversione delle flotte peschereccie ed il "riorientamento professionale" dei pescatori, pubblicato sul sito web della DG "Affari Marittimi e Pesca" della Commissione europea, nell'ambito della Call for proposal MARE/2013/09, azione preparatoria "Guardians of the Sea".

L'obiettivo di questa azione è combattere lo squilibrio - qualora ancora esistesse, a seguito dell'enorme ridimensionamento del numero dei pescherecci e la perdita di migliaia di posti di lavoro, vedi il caso di Mazara del Vallo - fra la dimensione delle flotte da pesca e le risorse disponibili nei mari, preservando, o cercando di mantenere, in tal modo, l'occupazione nelle comunità costiere.

In pratica i pescatori disposti ad abbandonare la pesca e a partecipare a questo progetto europeo potrebbero trasformarsi, per esempio, in "guardiani" del mare, mettendo le loro conoscenze ed esperienze professionali acquisite nel corso degli anni, spesso attraverso un sapere ed un bagaglio "ergologico" che si è tramandato tacitamente di generazione in generazione, a disposizione di una serie di attività "diverse" quali: identificare e sviluppare soluzioni tecniche per la pulizia del mare, ad esempio per risolvere il problema della raccolta dei rifiuti in plastica; riconvertire i pescherecci in "piattaforme" per attività ambientali e marittime diverse dalla pesca, quali l'osservazione del mare e del suo ecosistema, la raccolta di attrezzature della pesca smarrite, l'erogazione di servizi per il turismo e il tempo libero, la raccolta di dati inerenti il mare, il monitoraggio delle oasi marine protette e degli indicatori ambientali, dei dati sulla qualità dell'acqua, sull'inquinamento, sulla proliferazione di alghe tossiche, ecc.; individuare le esigenze di formazione dei pescatori e, se necessario, degli armatori, nonché i modi per farvi fronte e finanziarle.

Insomma la finalità dell'azione è sostenere, in poche parole, la riduzione della capacità di pesca. E ciò conformemente agli obiettivi della riforma della Politica Comune della Pesca, e fornendo incentivi sia agli armatori che ai pescatori per lasciare il settore strettamente ittico e optare per la riconversione professionale.

Il supporto dell'Unione Europea, attraverso l'azione preparatoria, potrebbe consistere in un co-finanziamento dei costi operativi delle barche e di quelli per l'equipaggio durante il primo anno di operazioni, al di là delle attività prettamente ittiche. I beneficiari sono autorità pubbliche nazionali, regionali e locali, enti pubblici o semi-pubblici, enti privati profit e no-profit, centri di ricerca, istituti d'istruzione e altri enti come i Gruppi di Azione Locale della Pesca. Questi soggetti devono essere stabiliti inoltre nelle regioni costiere mediterranee dei seguenti Paesi: Cipro, Grecia, Malta, Italia, Croazia, Slovenia, Francia e Spagna. Il contributo UE coprirebbe fino all'80% i costi totali ammissibili del progetto e sarà compreso tra 100.000 Euro, ed i 400.000 Euro.

Vincenzo De Santi

21-10-2013 9,05

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