Il nostro fiume Mazaro, ieri e oggi…e domani?

Racconto, per immagini e testimonianze, di quello che è stato e di quello che purtroppo oggi è il porto canale di Mazara

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
08 Febbraio 2025 08:48
Il nostro fiume Mazaro, ieri e oggi…e domani?

La storia della Città di Mazara del Vallo sarebbe impossibile da raccontare senza tener conto della sua prospettiva marittima condivisa da tutti i suoi cittadini. Ci siamo ritrovati il pomeriggio 5 febbraio, nel corso del progetto “PCTO Liceali Online” presso la redazione di Prima Pagina Mazara, desiderosi di scoprire la bellezza del cuore del fiume Mazaro (che nasce dalle fonti di Rapicaldo nel Comune di Salemi) che sfocia nel Mar Mediterraneo dividendo quasi il territorio mazarese in due parti: l’antico cuore della Città e la parte nuova che si è sviluppata con la marineria.

Il passaggio, a piedi e in bicicletta, tra le due sponde del Fiume venne facilitato dalla “chiatta” (una sorta di “zattera”) sin dal dopo guerra fino agli anni 70’, e poi ancora dal 2013 fino al 2022. In determinate condizioni meteorologiche nel fiume Mazaro si può verificare l’affascinante, ma anche pericoloso, fenomeno del Marrobbio; esso consiste in un rapido innalzamento del livello delle acque, ed avviene soltanto in pochissime parti del mondo.

La nostra inchiesta si è aperta con delle foto (vedi in copertina) che caratterizzano il paesaggio che avevamo dinanzi per poi spostarci nella zona del mercato ittico, dove nei tempi precedenti vi si svolgeva una vera e propria asta del pesce fresco che veniva portato a terra dai piccoli motopesca. Qui le persone si ritrovavano a trascorrere giornate intere immersi in un ambiente a loro familiare con attività tramandate dai loro antenati. Successivamente abbiamo intervistato “Luciano” (vedi intervista video a seguito articolo), un cittadino cresciuto in questo luogo e dal quale “non riesce a staccarsi”.

Ci ha subito raccontato quanto era, ed è fondamentale il fiume “Mazzaro” nella vita dei cittadini, che si immergevano nelle splendide acque e trascorrevano i loro pomeriggi ridendo e giocando, vedendo i colori stupendi del fondale marino. Oggi, purtroppo, questo non è più possibile poiché da quarant’anni a questa parte il fiume Mazaro non è stato più dragato, quando invece la sua pulizia ideale dovrebbe avvenire ogni dieci anni. “Luciano” infatti ci ha raccontato che precedentemente avevano provato a ripulirlo con attrezzature specifiche, come la pala meccanica.

Questa operazione però è avvenuta, di recente, soltanto lungo le sponde; non è stata continuata utilizzando una apposita draga nella parte centrale del fiume e, pertanto, rendendo vano il lavoro prima svolto. A questo punto “Luciano” si è commosso, nei suoi occhi si è così intravisto il ricordo di un fiume che riusciva a stupire tutti coloro che gli volgevano uno sguardo, e il desiderio che quel luogo ritornasse a splendere come un tempo. Dopo aver ascoltato il pensiero del nostro concittadino ci siamo spostati dall’altra parte del fiume, nella sponda ovest, e abbiamo intervistato “Giacomo”, un ragazzo trentenne.

In antitesi al pensiero di “Luciano”, lui ci ha fornito una “visione” più negativa collegata al fatto che in realtà i giovani hanno soltanto assistito al puro degrado del Mazaro e non agli anni d’oro di quest’ultimo. “Giacomo” ci ha mostrato alcuni aspetti non certamente positivi, non nascondendo però la speranza di un cambiamento. Nel ritorno verso la redazione abbiamo riflettuto su quanto sia diversa la prospettiva di un uomo più anziano rispetto a uno più giovane e di quanto la nostra idea si avvicini a quest’ultimo.

Scorrendo le foto scattate abbiamo notato che in alcuni tratti delle banchine del fiume Mazaro, accanto alle barchette ormeggiate, vi sono abbandonati, ricoperte da altri rifiuti, reti da pesca, residui di attrezzi in metallo ormai arrugginiti, usati per la “pulizia del fondale”, e resti fuoriusciti dal fiume che andrebbero conferiti in apposite discariche. Come se non bastasse, in una tratto della banchina ovest, alle spalle dell’Istituto scolastico “G. Grassa”, è presente un muro che non permette il libero pedaggio ai cittadini, marinai e turisti.

Eravamo infatti talmente affascinati dalle parole di “Luciano” che ci siamo accorti solamente dopo della verità mostrataci da “Giacomo”. La verità spesso fa male...

Flavia Santospirito, Vittoria Castelli, Carlotta Modica, Edoardo Catania- Liceo “Adria-Ballatore”- Progetto PCTO “Liceali Online” (in foto gallery da sx verso dx)  

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