Il mistero della “Pinacoteca chiamata Algeria” di Mazara. Nota de Il “Duemila”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
03 Ottobre 2019 18:26
Il mistero della “Pinacoteca chiamata Algeria” di Mazara. Nota de Il “Duemila”

E’ una storia di punti interrogativi, di silenzi, di misteri, di inciviltà che si perpetua. Accade a Mazara del Vallo. Un’opera di capitale interesse storico-artistico e di forte richiamo turistico rischia l’oblio e di andare in rovina nel buio di un magazzino comunale opera di prestigio e di orgoglio di Mazara nel mondo donò dell’ E.N.I. Appello pubblico e forte della Presidenza dell’Istituto "Il Duemila" perché l’opera “Pinacoteca chiamata Algeria" che fino all’agosto del 2004 adornava una delle Gallerie del Palazzo dei Padri Carmelitani ritorni ad essere visitata e ammirata dai turisti e studiata dagli esperti.

Nel Mediterraneo Mazara del Vallo afferma il Presidente del "Il Duemila" ha un ruolo di complessa saldatura, tra passato e futuro che, va compiuto,con consapevole  gestione e responsabilità. La città, non sa guardare con coraggio e determinazione al futuro  ed ha l’occhio spento anche nel presente. La mostra d’arte rupestre  algerina fu inserita opportunamente nel contesto delle manifestazioni  che da Mazara  hanno sottolineato l’arrivo in Sicilia del metano algerino. L’arte rupestre algerina (vedi foto di copertina) rappresenta certamente uno dei più prestigiosi beni artistici dell’umanità.

Si irradio su tutto il Sahara ,quando non era un deserto, ma area ricca di alberi,fiumi e animali nei lunghi anni della preistoria. Alla scoperta sotterranea  e studio , la scienza italiana ha dato un grande contributo. L’opera valorizza il patrimonio culturale dei Popoli del Mediterraneo che la storia ha legato in profonde connessioni. Mostrava ed esaltava la mediterraneità di Mazara. Se ritrovata, la nuova esposizione della “Pinacoteca chiamata Algeria", è l’occasione preziosa  all’invito a Mazara assieme l’Ambasciatore algerino, dei vertici dell’ ENI-Società in integrazione con Cassa Depositi e Prestiti, forziere dello Stato con la SAPIEM , è proprietà e gestisce la  Centrale di gas metano di Mazara la più grande d’Italia.

Bisogna ritornare e mediare  con ENI, per creare un progetto strategico culturale di vasto respiro a Mazara del Vallo, inserito nella programmazione di svolta del metano, per combattere l’ inquinamento atmosferico e mirare all’equilibrio ecologico  e ambientale . Il primo obbiettivo è l’uso del metano,nei trasporti pubblici e privati e il CO2. Finora l’ ENI, punta per questi investimenti in Enti di ricerca, innovazione e di master di formazione sul territorio lombardo o romagnolo dove fino a Monorchio arriva il gas  di Mazara.

Va chiesto con determinazione e competenza e coraggio di guardare e puntare anche sulla Sicilia e particolare a Mazara del Vallo per un progetto di eccellenza che merita la città, aperto all’innovazione  sui nuovi sistemi  di svolta del gas metano per l’equilibrio ecologico contro il diesel. E’ un sogno, una visione che accoglierà e sconvolgerà le attese delle nuove generazioni mazaresi  che condivivono le battaglie della giovane svedese Greta. Il Centro ENI a Mazara del Vallo esalta e mostra la mediterraneità della città anche nell’era post moderna.

Nota: Istituto di ricerca il Duemila  

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