Il mazarese Damiano Meo vincitore del premio nazionale “Books for peace 2017” con il saggio “Storie di semola. Culture, migranti e dialoghi possibili”.

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
20 Settembre 2017 06:20
Il mazarese Damiano Meo  vincitore del premio nazionale “Books for peace 2017” con il saggio “Storie di semola. Culture, migranti e dialoghi possibili”.

“Quando scrivono i giovani si apre il libro del nostro futuro” così il noto giornalista Paolo Di Giannantonio (Tg1, Uno Mattina, Tv7-Rai1) ha dichiarato premiando ad Aprilia i vincitori del premio nazionale “Books for peace 2017”. Ad essere premiato nella sezione dedicata al tema del dialogo interrazziale è stato il saggio “Storie di semola” del docente e giornalista mazarese Damiano Meo.

Si tratta di un prestigioso premio letterario dedicato alla riflessione su tematiche quali la nonviolenza, la solidarietà, l’attenzione ai più deboli, alla Pace attraverso la cultura.

Damiano Meo (in foto al momento della premiazione), 34 anni, si occupa di migrazione, disabilità e glottodidattica. Nel 2010 ha affiancato il giornalista Giuseppe Ciulla percorrendo 5.000 km in Europa Orientale per far luce sulle condizioni sociali di uomini, donne e bambini, da quel viaggio è stato pubblicato il libro “Ai confini dell’impero. 5000 chilometri nell’Europa dei diritti negati (Jaca Book) da cui è stato tratto lo spettacolo teatrale In viaggio con Beppe. Damiano Meo nel 2011 ha documentato l’accoglienza dei migranti in Sicilia.

Il pamphlet “Storie di semola e semplicità” (TAU editrice e Fondazione Migrantes) rappresenta una raccolta di testimonianze di vita vera per parlare di migrazione mettendo al centro della riflessione la persona, il suo vissuto, i suoi sentimenti. Damiano Meo, da qualche anno insegnante a Milano, è stato ispirato dalla sua città, Mazara del Vallo, ove nel centro storico convivono da decenni culture diverse, autoctoni , maghrebini e slavi.

Abbiamo contattato Damiano Meo il quale ha spiegato in sintesi il suo saggio (vedi foto n.2 copertina): “partendo da una cucina di una donna musulmana in Sicilia, tra cous cous, profumi e storie, si intraprende un viaggio interculturale che è antidoto alla paura dell'altro "appiccicosa" e "paralizzante". Vengono descritti degli incontri con uomini, donne e ragazzi provenienti dall'Africa del Nord e si cerca di sensibilizzare ad una collaborazione positiva. Ogni dialogo, sia esso uno scambio di ricette, di ricordi o di modi di dire, arricchisce –sottolinea ancora Damiano Meo- gli interlocutori in un processo di educazione all'ascolto e al rispetto reciproco”.

Il testo consiste in tre capitoli: due narrazioni di storie quotidiane e un quadro sul fenomeno in UE. È un testo adatto a tutti: dagli adolescenti ai loro nonni (scelta sottolineata da font e layout easy-reading). Si potrebbe definire come un "saggio per ragazzi". “Si mira –ha concluso- infatti a sensibilizzare in maniera trasversale alla cultura dell'interazione non violenta perché la speranza di pace e di rispetto si costruisce giorno dopo giorno a casa, a scuola, all'oratorio, in strada, in palestra e in ogni posto di aggregazione”.

Francesco Mezzapelle

20-09-2017 8,00

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