“I pescherecci di Mazara in attività d’ausilio per salvataggio migranti”

Proposta di alcuni armatori mazaresi viste le crescenti limitazioni della pesca strascico e delle “quote gambero”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
21 Marzo 2023 07:47
“I pescherecci di Mazara in attività d’ausilio per salvataggio migranti”

L’attuale calma che si registra all’interno del comparto pesca di Mazara del Vallo non deve ingannare, è una calma soltanto in apparenza, in verità le acque sono molto agitate e dal fondo, da un momento all’altro, potrebbero venire fuori tutte quelle questioni, in gran parte assopite, che attanagliano gravemente il settore e che non fanno dormire sonni tranquilli agli armatori dei circa settanta pescherecci, questi quelli rimasti a causa della miope politica delle demolizioni adottata negli anni scorsi, molti dei quali per mesi sono rimasti ormeggiati nel “porto nuovo” in attesa di poter riprendere le bordate di pesca.

Nutriamo molte perplessità e preoccupazioni in merito alla politica della riduzione dello sforzo di pesca, delle quote gambero e sui nuovi regolamenti europei. A che serve tutto ciò se gran parte dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo, ove crescono le flotte pescherecce, non osservano le stesse raccomandazioni?”. Questo l’interrogativo sollevato dall’armatore mazarese Maurizio Giacalone, presidente dell’associazione Liberi Armatori Mazara. 

Negli ultimi tempi si parla sempre più, ormai questo è l’indirizzo del Governo nazionale recependo direttive Ue, di “quote pesca” anche per il gambero rosso e viola. Come saranno assegnate tali quote alla marineria? Con quali criteri? Saranno adeguati? Fra gli armatori vi è molto scetticismo. Ad esempio, ci si domanda: nella GSA 21, le acque internazionali davanti alla Libia, al momento vietate ai pescherecci dalle stesse autorità italiane, come saranno assegnate le quote? “In quelle acque i pescherecci mazaresi – dice l’armatore e comandante Mimmo Asaro- veniamo minacciati da motovedette che i Governi italiani in questi anni hanno donato alla Libia per il contrasto dell’immigrazione, più gli diamo e più subiamo; noi pescatori paghiamo le tensioni fra i due Paesi.

Perché il nostro Governo non ripristina la ‘vigilanza pesca’ piuttosto che vietarci di pescare liberamente in acque internazionali?”. A gravi difficoltà e sempre più crescenti limitazioni è soggetta la marineria di Mazara del Vallo che esercita storicamente la pesca d’altura negli areali internazionali, in particolare la pesca del rinomato gambero rosso e viola nei fondali, da 300 a 800 metri, a ovest e a est del Mediterraneo. 

A seguito dei nuovi e sempre più stringenti regolamenti dell’Ue in merito alla pesca a strascico, la flotta peschereccia è costretta per diversi mesi l’anno a rimanere ferma in porto senza poter esercitare la propria attività in mare. “In questi mesi quando i pescherecci rimangono ormeggiati in porto –spiega Maurizio Giacalone- gli armatori sostengono delle spese dirette ed indirette per mantenere la barca e le attrezzature, vedi diversi lavori di manutenzione al fine di evitarne l’usura.

Adesso sentiamo pure che la stessa Ue, in primis l’Italia, vorrebbe donare altre motovedette alla Libia per controllare il flusso dei migranti in partenza. Sappiamo però, e lo hanno dimostrato anche i recenti tentativi di sequestri di pescherecci mazaresi in acque internazionali, quale uso ne facciano i libici di questi nuovi mezzi. Perché invece –si interroga il presidente degli armatori mazaresi - non predisporre un piano finanziato investendo sulla flotta di Mazara per vigilare in quelle zone di mare dove si potrebbero verificare tragedie in presenza di barconi di migranti? D’altronde la nostra marineria –aggiunge Giacalone- in questi anni si è resa più volte protagonista di salvataggi di migranti in condizioni meteo marine avverse senza mai ricevere, a parte qualche encomio, concreti riconoscimenti per i grossi rischi corsi al fine di strappare alla morte degli innocenti”.

Altra tematica alla quale molto sensibile la nuova classe armatoriale mazarese è quella della sempre più crescente presenza di rifiuti in mare, vedi anche il traffico commerciale progressivamente aumentato nello Stretto di Sicilia. “Anche in questo ambito, come già comunicato nei mesi scorsi a rappresentanti del Parlamento Europeo in visita a Mazara del Vallo, la nostra marineria è pronta a fornire propri mezzi e uomini per il recupero delle plastiche in mare. Così come per la questione migranti, quella della salvaguardia dell’ambiente marino –conclude Giacalone- potrebbe rivelarsi in alcuni periodi dell’anno un’attività alternativa alla pesca creando lavoro e mantenendo così una base reddituale per le molte famiglie mazaresi che sopravvivono ancora di pesca”.

Francesco Mezzapelle 

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