Guardiani del territorio, interventi urgenti a sostegno dell’agricoltura siciliana

L'associazione scrive alla Regione in merito alla crisi del settore agricolo

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
06 Febbraio 2024 09:44
Guardiani del territorio, interventi urgenti a sostegno dell’agricoltura siciliana

Riceviamo e pubblichiamo il documento che l'associazione guardiani del territorio ha inviato alla Regione in merito alla crisi del settore agricolo. Ecco quanto si legge: 

 Egregio Presidente della Regione Siciliana On. Renato Schifani, Egg. Componenti dell’Unità di Crisi, con il presente documento, vogliamo evidenziare la critica situazione che affligge il comparto agricolo siciliano, in particolare quello vitivinicolo cooperativo. La combinazione di fattori come la peronospora, gli eccessi termici di fine luglio, l'aumento indiscriminato dei costi di produzione e la siccità invernale ha portato il settore in uno stato di "allerta rossa". La tempesta perfetta richiede una risposta immediata, altrimenti anche le aziende ben organizzate rischiano seriamente di chiudere. La gravità della situazione è stata certificata nel "REGOLAMENTO DELEGATO (UE) 2023/..." della Commissione Europea del 22 giugno 2023.

La Presidente Ursula von der Leyen ha sottolineato le notevoli difficoltà finanziarie e problemi di liquidità per i produttori di vino, derivanti dall'alto costo della vita e dall'eccezionale aumento dei costi di produzione, accentuato dalla guerra tra Russia e Ucraina. Il documento suggerisce misure correttive come la "distillazione del vino" e la "vendemmia verde" per stabilizzare il mercato. Tuttavia, il Governo Regionale ha attivato solo la "distillazione di crisi", ignorando la raccomandazione di includere la "vendemmia verde".

Ribadiamo che la richiesta di attivare immediatamente le misure del Regolamento di deroga del 22 giugno, compresa la "vendemmia verde", avrebbe fornito un sostegno vitale ai produttori e preservato risorse dell'OCM vino per la Sicilia. La delusione è grande, soprattutto per i viticoltori della Sicilia occidentale, poiché solo 12,5 milioni (25 milioni in due anni) sono stati destinati per i danni da peronospora, nonostante il governo avesse certificato danni per oltre 350 milioni di euro. L'unica nota positiva è il contributo di 8 milioni di euro per gli interessi delle Cantine Sociali, ma questa somma è insufficiente rispetto alle necessità del comparto agricolo. Le risorse regionali destinate alla viticoltura sono limitate a 12,5 milioni (25 milioni in due anni) per la peronospora e 8 milioni per gli interessi delle cantine sociali.

Altre somme provengono dall'Unione Europea, ma rischiamo di perderle in parte a causa delle inefficienze del Governo regionale. Concludiamo invitando a considerare urgentemente gli interventi proposti da mesi, con le necessarie integrazioni basate sul dibattito e le proteste di questi giorni che hanno raggiunto le sedi delle Istituzioni Europee. Gli interventi che sottoponiamo alla Vostra attenzione sono conformi alla normativa vigente, efficaci e individuano anche fonti di finanziamento nazionali già utilizzate da altre Regioni.

Chiediamo pertanto l'immediata attivazione dei seguenti interventi. Interventi di competenza del Governo Regionale: 1. Ricorrere a quanto previsto dall’articolo 5 del D. Lgs. 29 marzo 2004, n. 102 – Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali, che alla lettera a) del comma 2 del predetto articolo così recita: le aziende agricole danneggiate da calamità naturali hanno diritto ad avere elargiti “contributi in conto capitale fino all’80% del danno accertato sulla base della produzione lorda vendibile media ordinaria”.

Lo stesso articolo 5 al comma 3 invece dispone che “In caso di danni causati alle strutture aziendali ed alle scorte possono essere concessi a titolo di indennizzo contributi in conto capitale fino all'80 per cento dei costi effettivi elevabile al 90 per cento nelle zone svantaggiate di cui all'articolo 17 del regolamento (CE) n. 1257/1999 del Consiglio, del 17 maggio 1999 (21).” Servono, oltre alle somme già allocate nella legge regionale di stabilità, almeno altri 200 milioni di euro da richiedere al Governo Nazionale, in considerazione dell’assoluta eccezionalità degli eventi in atto, da destinare alle aziende viticole attraverso un iter amministrativo semplificato sia per i ristori dei danni alla produzione sia per i danni alle strutture. 2.

La peronospora, agente patogeno particolarmente aggressivo, ha inflitto danni considerevoli alle viti, riducendo enormemente la produzione dell’ultima vendemmia ma anche il futuro stesso del settore vitivinicolo. I danni estesi subiti dalle piante, compromettendo il normale ciclo vegetativo e la produzione, richiedono una risposta immediata per evitare danni irreparabili alla salute delle viti e alle prospettive economiche dei viticoltori. Chiediamo, pertanto, con la massima urgenza, l'attivazione della misura della Vendemmia Verde, come prevista dall'Organizzazione Comune di Mercato (OCM) del vino, destinando 25/30 milioni a tale scopo.

Un anno di riposo produttivo è essenziale per consentire alle piante di recuperare da questo stress ambientale, rinforzare le difese naturali e ripristinare le energie vitali necessarie per garantire una produzione sostenibile nel tempo. 3. Realizzare immediatamente un “piano per ristrutturare tutte le esposizioni finanziarie delle Cantine Sociali e delle aziende agricole siciliane”, in modo da sospendere gli effetti delle scadenze in atto che difficilmente potranno essere onorate. Tale piano dovrà prevedere un periodo di rimborso fino a 25 anni, con due anni di preammortamento.

Il Piano potrebbe essere gestito attraverso un fondo di rotazione da affidare all’IRFIS, magari con l’assistenza della garanzia gratuita fornita dall’ISMEA ai sensi dell’articolo 17, comma 2 del decreto legislativo n. 102/2004 e ss.mm.ii.. 4. Predisporre un “piano per la capitalizzazione delle cantine sociali” attraverso la concessione di un contributo in conto capitale, per l'incremento del capitale sociale effettivamente sottoscritto dai soci, ai sensi dell’articolo 18, comma 4 e ss.mm.ii.

della legge 14 maggio 2009, n. 6 “Disposizioni programmatiche e correttive per l'anno 2009”. 5. Attivare “misure di intervento per compensare le perdite di reddito delle imprese agricole Siciliane” dovute all'aumento generale dei costi dei principali fattori di produzione della produzione agricola, dovuto in parte anche alla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina, mediante concessione di un aiuto “de minimis” ai sensi del Reg. (UE) n. 1408/2013, così come modificato dal Reg.

(UE) n. 316/2019, e previsto dal D.M. 19 maggio 2020 del MIPAF. La copertura dell'intervento va assicurata attraverso fondi regionali, nazionali ed europei. Ci permettiamo di segnalare come possibile fonte di finanziamento le risorse del «Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole della pesca e dell'acquacoltura» di cui all'art. 1, comma 128 della legge 30 dicembre 2020, n. 178 e successive modifiche e integrazioni. Va evidenziato che tale fondo è stato più volte rifinanziato negli ultimi due anni raggiungendo la cifra di 460 milioni di euro senza che vi sia traccia di somme utilizzate in Sicilia. 6.

Sostenere il Comparto Zootecnico attivando provvedimenti tempestivi e ristori per gli allevatori, in risposta agli aumenti indiscriminati dei costi e in primis dei mangimi a causa della siccità e alle minacce sanitarie come la tubercolosi nei bovini e la peste suina nei suini. 7. Chiediamo un’efficace manutenzione di tutte le opere irrigue da parte dei Consorzi di Bonifica, realizzando interventi mirati a garantire la distribuzione dell’acqua agli agricoltori. In particolare segnaliamo la completa assenza di interventi da parte della Regione per affrontare la crisi idrica derivante dalla Diga Trinità.

La mancanza di azioni tempestive ha causato danni irreparabili all'agricoltura locale. Le colture sono in pericolo, e il fatto che la Diga Trinità continui a scaricare acqua a valle senza alcuna risposta efficace da parte della Regione è un segno di negligenza e irresponsabilità. Chiediamo nuovamente, con fermezza, che la Regione intervenga immediatamente per porre rimedio a questa crisi idrica e adotti misure concrete per proteggere il settore agricolo locale. È necessario coinvolgere gli agricoltori nel processo decisionale per garantire una gestione efficace delle risorse idriche. Interventi di competenza del Governo Nazionale: Invitiamo inoltre il Governo Regionale a farsi carico di chiedere al Governo Nazionale di dare risposte concrete e urgenti sui seguenti argomenti: 1.

Attivare, sulla scia di quanto sta facendo il Governo Francese, che ha stanziato 230 milioni di euro in favore della filiera vitivinicola, “un sistema di aiuti di Stato temporanei e strutturali per sostenere i viticoltori colpiti da questa crisi”. Si rende necessario un intervento normativo per la migliore gestione, in questa fase di crisi del comparto vitivinicolo, del potenziale Viticolo Regionale al fine di garantirne la giusta remunerazione ai viticoltori nei prossimi anni. Alla luce delle incertezze dell'orientamento del mercato si propone una misura di estirpazione con reimpianto differito, dai 3 ai 5 anni, che potrebbe portare ad una temporanea riduzione del potenziale viticolo, ad un miglioramento del potenziale viticolo rispetto alle esigenze del mercato, a contrastare la riduzione delle superfici vitate, a riequilibrare il mercato in attesa del superamento della crisi, a migliorare la fertilità dei suoli.

La misura proposta dovrebbe consentire un aiuto all'estirpazione e un aiuto forfettario ai mancati redditi per 3/5 anni da pagare dopo l'estirpazione. Le superficie estirpate con reimpianto differito, dovranno poter essere reimpiantate dopo il terzo anno con le misure di ristrutturazione previste dallo strumento finanziario – OCM Ristrutturazione Vigneti. Si propone anche l'opzione di estirpazione "senza reimpianto" nell'ottica della diversificazione agricola. L’obiettivo è di consentire ai viticoltori che decidono di ritirarsi dalla produzione di uva da vino di rimanere nell'attività agricola e di investire in altre produzioni agricole, adatte ai territori e al loro clima.

Magari reintroducendo il concetto di forestazione Produttiva ex Reg.2080/92 con misure di sostegno per lo sviluppo delle superfici boscate in aree agricole. 2. Tutelare gli agricoltori contro gli Aumenti Speculativi dei Costi di Produzione attraverso l'implementazione di normative che proteggano gli stessi da aumenti speculativi dei costi di produzione. Ciò al fine di definire un guadagno minimo garantito per gli agricoltori, correlato ai costi effettivi di produzione. 3. Abolire l'IRPEF sui redditi dei terreni agricoli. 4.

Introdurre normative per un’etichettatura Chiara e Trasparente per Prodotti Importati, inclusa l'indicazione dell'origine e delle condizioni di produzione. La finalità è contrastare la concorrenza sleale e proteggere il mercato nazionale da pratiche commerciali ingannevoli. 5. Riconoscere il ruolo chiave degli agricoltori quali custodi del territorio. Vanno proposte misure concrete di valorizzazione attraverso incentivi finanziari, programmi di supporto e riconoscimenti ufficiali. L’attivazione delle azioni precedentemente elencate è un fatto prettamente politico, essendo tutte azioni immediatamente attivabili a normativa vigente o con semplici aggiustamenti normativi nell’ambito degli attuali Regolamenti comunitari.

Non esiste, infatti, un problema finanziario poiché le risorse finanziarie sono facilmente rinvenibili non solo attingendo alle fonti tradizionali rivolte al comparto agricolo, quali rubrica agricoltura dei bilanci regionale e nazionale, OCM vino, PIANO STRATEGICO DELLA PAC - PSP 2023 - 2027, ma ricorrendo anche ai fondi del PNRR. La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, proprio in queste ore, in risposta alle proteste del mondo agricolo, ha annunciato che i fondi del PNRR per il comparto agricolo passano da cinque ad otto miliardi.

I soldi ci sono: bisogna solo spenderli subito e bene nell’interesse del comparto agricolo e di tutta l’economia della nostra Isola che sicuramente non può permettersi il tracollo di uno dei suoi maggiori pilastri. In conclusione ci permettiamo di avanzare alla S. V. la richiesta di partecipazione da parte di un nostro rappresentante all’Unità di Crisi per dare il nostro contributo al confronto con le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali e i rappresentanti del settore agricolo. Siamo certi di un Vostro pronto riscontro a quanto richiesto, senza il quale, appare il caso di sottolineare, si rischia un inasprimento della tensione dalle conseguenze imprevedibili.

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