Giornata intensa di impegni e di partecipazione per gli eventi culturali di ieri sera dell’Istituto Euroarabo

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
28 Giugno 2019 20:06
Giornata intensa di impegni e di partecipazione per gli eventi culturali di ieri sera dell’Istituto Euroarabo

Giornata intensa di impegni e di partecipazione per l’Istituto Euroarabo che ieri, giovedì 27 giugno, ha inaugurato alle ore 17.30 al Collegio dei Gesuiti la mostra fotografica Non luoghi di Michele Di Donato e alle ore 21.00 ha presentato il libro di Rosario Perricone, Oralità dell’immagine, edito da Sellerio. La mostra, curata da Fabiola Di Maggio, dottore di ricerca in Cultura visuale, propone una riflessione sulla categoria dello spazio urbano, in un tempo in cui nelle città è diventato centrale il problema del rapporto tra centro e periferia, il sentimento di affezione di chi vi abita, la coscienza del luogo, la convivenza, oggi quanto mai conflittuale, faticosa, difficile.

Nel gioco delle ombre, nel rigoroso contrasto del bianco e nero l’uomo è una sagoma solitaria, inquieta e sfuggente, e lo è in un contesto che ricorda le suggestioni delle città invisibili di Calvino, il surrealismo di Michelangelo Antonioni, l’aura metafisica di De Chirico, l’incomunicabilità e i silenzi delle opere di Hopper. Sulla terrazza dell’Alhambra, ancora una volta gremita, Rosario Perricone ha intrattenuto il pubblico con un’ampia e brillante conversazione sulla fotografia quale oggetto fortemente ritualizzato nelle culture popolari e ha ragionato sui confini tra linguaggio figurativo e linguaggio verbale, tra oralità, scrittura e immagine, in realtà codici non intelligibili separatamente, perché comunicanti, complementari, consustanziali.

«Quando guardo una fotografia – ha detto Perricone - la interrogo, mi racconta storie, mi restituisce frammenti di vita, indizi di narrazioni, mi ricorda nomi di uomini e donne scomparsi, mi rinvia ad un passato appena trapassato con un clic. Ecco perché nella fotografia si addensano voci, sono iscritte narrazioni, sono certificate non solo biografie ma anche modi di vivere, di abitare, di pensare. Oralità scrittura e immagini sono nella comunicazione un continuum, un flusso indistinto di parole dette, di parole scritte, di parole tradotte in figure».

Nel dibattito che si è aperto tra il pubblico si è poi parlato della funzione della fotografia oggi, in un tempo dominato dalla sindrome della selfite e dalla fotocrazia. La serata si è conclusa con l’esibizione del giovane Carlo Foggia che ha suonato alla chitarra alcuni pezzi di musica classica e con la degustazione dell’olio offerto dalla ditta Olio del re e dei vini della azienda Poggio Allegro.

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