L’imprenditore mazarese Matteo Tamburello, che era stato arrestato nel 2018 perché considerato il reggente della cosca di Mazara, è stato assolto dal Tribunale di Marsala dall’accusa di associazione mafiosa 'perchè il fatto non sussiste. L’uomo è stato però condannato a due anni e sei mesi per aver violato la sorveglianza speciale. Per effetto della sentenza odierna l’uomo è stato scarcerato e sarà sottoposto all’obbligo di dimora. Nei suo confronti il sostituto procuratore Pierangelo Padova aveva chiesto la condanna a vent'anni di carcere, nel processo scaturito dall’operazione del dicembre 2018 che era stata condotta dai carabinieri del Ros, perché l’uomo era secondo i pm il reggente della famiglia mazarese.
La richiesta è stata rigettata dal collegio giudicante presieduto dal giudice Lorenzo Chiaramonte, che ha, invece, riconosciuto la violazione della sorveglianza speciale, riscontrata da foto e rilevazioni del gps. Nel corso della requisitoria il Pm aveva delineato i presunti rapporti con alcuni esponenti mafiosi del territorio, come Vito Gondola, detto 'Coffa', ex autista di Totò Riina, capo del mandamento di Mazara del Vallo, postino dei pizzini di Matteo Messina Denaro, arrestato nell’agosto 2015 nel blitz Ermes e morto in carcere per cause naturali nel luglio 2017.