Dissalatori, Ciminnisi (M5S): "Troppi gli aspetti da chiarire, il governo riferisca in commissione Ue"

Per la Cimminnisi la decisione di riattivare i dissalatori è arrivata tardi

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
13 Settembre 2024 15:39
Dissalatori, Ciminnisi (M5S):

«È surreale che il presidente della Regione dichiari che la riattivazione dei dissalatori in Sicilia, tramite dimezzamento delle procedure, avverrà in tempi compatibili con gestione dell’emergenza idrica. Schifani forse non si è accorto dell’incredibile ritardo della sua azione, che ha reso l’estate appena trascorsa una vera e propria tragedia per i siciliani. L’immagine simbolo dell’isola nell’estate 2024 resterà quella delle autobotti in giro per l’isola per approvvigionare le case rimaste a secco e delle dighe che sversano a mare, impedendo la campagna irrigua degli agricoltori».

Lo afferma la deputata trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, componente della commissione Ambiente e vicepresidente della commissione Ue all’ARS.

«Se la soluzione – continua la deputata – fosse stata semplicemente quella di chiedere a Roma di gestire le procedure per i dissalatori di Gela, Trapani e Porto Empedocle, perché Schifani non lo ha fatto sin dall’inizio la scorsa primavera, quando si è iniziato a parlare della loro riattivazione?».

Per Cristina Ciminnisi ci sono parecchi aspetti da chiarire sulla gestione commissariale romana della riattivazione dei tre dissalatori siciliani

«Stiamo parlando – dice la deputata trapanese – di 100 milioni di euro di fondi di sviluppo e coesione 2021 2027 e, a fronte di un investimento così cospicuo, ci aspettiamo che il Presidente venga a chiarire in Commissione UE qual è il progetto che sarà oggetto dello snellimento delle procedure e, soprattutto, quale sarà la reale portata di risorse idriche aggiuntive prodotta dai tre dissalatori, quali saranno i costi di gestione, e quanto, la riattivazione di questi impianti, potrà realmente contribuire a soddisfare il fabbisogno idrico regionale. Altrimenti il rischio è che la montagna partorisca un topolino». 

Comunicato stampa

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