Il Maestro Vito Certa, in arte Màzzaro, a dispetto del traguardo temporale (suo) e delle inevitabili restrizioni (pandemiche) , ha voluto incontrarmi per rinnovare quel patto di grande amicizia che ci lega da molti anni.
La sua vitalità mi sorprende ed entusiasma, mi accoglie nel suo studio con l’immancabile sigaretta tra le dita e l’odore delle vernici che si spande nel piccolo ambiente ben illuminato. Non ci siamo abbracciati ma la commozione di rivederci dopo tanti mesi era palpabile, trapelava dai nostri sguardi… mentre mi aggiro tra le tele vecchie e nuove non posso fare a meno di ricordare Francesca, la moglie di Vito Certa, donna forte, determinata e, soprattutto, sostenitrice e musa del suo compagno. Francesca, nonostante la sua assenza fisica, è qui, nei numerosi ritratti che la raffigurano e che riempiono le pareti.
“Sono stato silenzioso” – esordisce Vito.
Colgo tanta tristezza nella sua frase e mi premuro di fargli ricordare le numerose mostre che lo hanno visto protagonista insieme ai grandi come Aligi Sassu e Pablo Picasso e che il suo nome è presente accanto ad altri artisti noti da Giambecchina a Mignosi…
Così tra molti “ti ricordi quando” e tanti “che anno era?” arriviamo a parlare delle ultime rassegne che furono organizzate nel territorio trapanese ed anche a Mazara del Vallo, con il contributo logistico di amministrazioni locali ed enti regionali e provinciali, di associazioni e assessori alla Cultura ed al Turismo… un fiorire di iniziative culturali che richiamavano migliaia di persone in un dialogo fitto e proficuo con funzionari che erano disponibili all’ascolto ed alla collaborazione.
“Altri tempi!” - sospira il Certa
“Sì, ma neppure troppo lontani” - preciso con nostalgia.
“Sono stato silenzioso ma… operativo!”- si anima il Nostro.
E mi conduce verso un angolo dello studio dove decine di tele attendono di essere guardate, messe in fila come alunni all’uscita dalle aule. Non sono paesaggi, non sono nudi di donne, non sono albe o tramonti marini, non sono barche e neppure ritratti… sono pennellate di colori accesi, sono geometrie… linee curve e/ spezzate, binari, numeri, rette, punteggiatura, in ogni tela uno “spazio” dai toni pastello (in foto collage di copertina una sua ultima tela).
“Una sperimentazione?” – chiedo.
“La Maturità” – mi risponde quasi divertito. “A questa città che amo e nella quale sono ritornato ho dato tanto, con animo puro ed essa ha sempre ispirato la mia produzione pittorica, nell’ultima rassegna le “schegge” del nostro litorale roccioso che da Quarara raggiunge Capo Granitola sono state le protagoniste assolute insieme alle “zabbare”… rivisitate da me, naturalmente … ho voluto in questi mesi di silenzio ripensare alla “geometria” della nostra esistenza, se osservi i particolare infatti… cosa vedi?”
Aguzzo lo sguardo da miope incallita: “Vedo… ecco un labbro… là una colonna e… quella tra gli sbalzi delle linee è una figura umana!”
“E’ il concludersi” aggiunge Vito Certa. “Desidero che tu mi aiuti ad organizzare con l’amministrazione la mia ultima mostra, non ti sarà difficile, in un tempo passato ma recente l’hai fatto e con successo e sono venuti anche critici da Milano e persino dall’Europa, dal Parlamento Europeo… ed in questo ciclo conclusivo ogni spettatore darà lui la sua libera interpretazione del quadro, come se lo adottasse…”
“Màzzaro, i tempi sono cambiati… le famose “ stanze del potere” si sono attorcigliate su se stesse… on line, bandi telematici, pec, scrivanie virtuali, le persone addette alla collaborazione coi cittadini che diventano foto su profili social senza voce, e poi dove bussare per trovare ascolto e disponibilità, quale collaborazione oggi che non sia sottoposta a burocrazie insormontabili e pretestuose? Ed inoltre io non sono il tipo che “chiede”, che fa la “ questua” o gli appostamenti, non ho “amicizie politiche”, odio le raccomandazioni e tu mi conosci bene e sai anche che in tutti questi anni anch’io ho dato con animo puro a questa città senza alcuna remunerazione o prebende di facile e dubbia sorta… forse è questa città che non sa dare ai suoi figli”
Ma non glielo dico. Invece rispondo: “Lo farò. Te lo prometto”.
Francesca Incandela
Vito Certa, in arte “Màzzaro”, è nato a Mazara del Vallo da una famiglia di stimati stuccatori e decoratori. La sua prima formazione avviene nel laboratorio di disegno del Maestro Di Stefano. Nel 1955 si trasferisce a Milano per frequentare l'Accademia delle Belle Arti di Brera. La sua prima mostra di notevole importanza alla Galleria D'Arte "La Vela" sotto la guida dell'insegnante e critico d'arte Amalia Panigati. Da allora un continuo crescendo di affermazioni in tutta Italia, infatti negli anni '60 e '70 il suo talento ottiene numerosi riconoscimenti, in quanto espone a Carrara, Roma, Genova, Milano, Firenze e Venezia. È presente in collettive con artisti come Pablo Picasso, Airaghi, Aligi Sassu e Salvador Dalì.
Tornato nella sua città nel 1988, il Maestro prosegue nell'attività pittorica ed il suo successo è confermato dalle numerose personali. Nel 2002 mostra personale prina presso la Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo e subito dopo nei locali dell'ex Banco di Sicilia in piazza Mokarta. Segue la collettiva "Canto del Mare", altre mostre importanti: nel 2003 a Palazzo Riccio di Morana a Trapani e nel 2004 al Centro Polivalente di Petrosino. Alcune sue opere sono esposte in alcune capitali europee e a New York, altre fanno parte di collezioni pubbliche e private.
Ha ricevuto la Medaglia d'Oro a Palazzo Reale (Milano). Il 6 giugno 2004 a Firenze è stato insignito del Premio Elite di Sandro Botticelli con il titolo onorifico di Gonfaloniere dell'Arte 2004. È inserito nel Catalogo Internazionale delle Belle Arti, definito dalla critica "un figurativo moderno".