Covid19, mazarese il primo caso di “variante sudafricana” in Sicilia

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
28 Febbraio 2021 09:59
Covid19, mazarese il primo caso di “variante sudafricana” in Sicilia

La notizia è stata appresa attraverso un articolo del collega Fabio Geraci del Giornale di Sicilia attraverso il quale si legge che su un giovane mazarese sarebbe stato riscontrata la “variante sudafricana” del covid-19; questo sarebbe il primo caso in Sicilia. Si tratterebbe di un uomo sulla trentina, un marittimo imbarcato a bordo di una nave che lavora nelle piattaforme petrolifere. L’uomo lo scorso 11 febbraio era rientrato dall’Africa, dove lavorava da circa due mesi. Era partito dalla capitale della Guinea Equatoriale, dall’isola di Malabo, ha fatto scalo in Etiopia e poi era atterrato a Roma per poi proseguire sempre in aereo per Palermo.

Appena sbarcato all’Aeroporto “Falcone-Borsellino” è stato sottoposto a tampone, come da protocollo, risultato negativo. Nella sua casa di Mazara del Vallo, il 15 febbraio, ha cominciato da accusare febbre e tosse; l’uomo insieme alla moglie, anch’essa risultata positiva, adesso si trovano in quarantena. Riportiamo la dichiarazione del sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, appena appresa la notizia:

"In questi giorni è stato riscontrato nella nostra città il primo caso in Sicilia di variante sudafricana. Una mutazione pericolosa del virus la cui presenza nei nostri territori deve metterci in allarme in quanto può mettere a repentaglio tutti i sacrifici fatti in questi mesi. Siamo contenti di essere passati in zona gialla e di riassaporare un po’ di libertà. Essere in zona gialla però, non significa poter fare quello che vogliamo. I nostri comportamenti devono essere responsabili e corretti, e occorre evitare passi indietro nella lotta al Virus.

Dobbiamo provare a convivere con il virus e l'unico modo per farlo è rispettando le regole. Usiamo la mascherina ovunque siamo e ovunque andiamo, manteniamo le distanze, evitiamo baci ed abbracci e usiamo il gel per le mani. Faccio appello al senso di responsabilità di ciascuno di voi, agli adulti, ai tanti giovani che in questi giorni stanno ritrovando il più che legittimo gusto delle relazioni e dello stare assieme. Tutti noi possiamo ammalarci ed essere potenziale veicolo di contagio.

Ognuno di noi è chiamato a fare il proprio dovere individualmente e in gruppo. So bene che abbiamo tutti bisogno di tornare a vivere, a lavorare, ad avere relazioni sociali vere, ma se non faremo tesoro dell’esperienza fatta e prenderemo questa fascia gialla come un "liberi tutti", questo traguardo sarà più difficile da raggiungere".

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