Coronavirus, potrebbe rientrare presto dalla Cina la 26enne studentessa castelvetranese Laura Turdo “bloccata” a Wuhan

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
30 Gennaio 2020 17:13
Coronavirus, potrebbe rientrare presto dalla Cina la 26enne studentessa castelvetranese Laura Turdo “bloccata” a Wuhan

Potrebbe tornare presto in Italia, in Sicilia, e quindi a riabbracciare i suoi cari la 26enne studentessa castelvetranese, Laura Turdo, che dallo scorso settembre si trova per proseguire i suoi studi (a Macerata) sulla lingua cinese, nella città di Wuhan focolaio principale del Coronavirus che ha già provocato alcune centinaia di vittime, isolato la stessa Città cinese, ed in pratica anche la Cina intera, e che continua a preoccupare il mondo intero, e l’Europa in particolare, considerati anche alcuni casi di infezione scoperti negli ultimi giorni.

Laura Turdo (in foto di copertina) vive in una “città fantasma”, tutto chiuso, la popolazione messa in quarantena, in tutto conta più di 40 milioni di abitanti l’area completamente isolata dalle Autorità di Pechino. La giovane siciliana trascorre le sue giornate all’interno del suo appartamento nel campus universitario, sempre collegata per avere aggiornamenti sulla situazione anche grazie ad una chat con altri italiani in Cina; esce di rado, soltanto per fare la spesa e con tanto di mascherina per evitare qualsiasi rischio.

Grande apprensione stanno vivevano ovviamente i suoi genitori, residenti appunto a Castelvetrano, con i quali la stessa è quotidianamente in contatto. Laura Turdo è in comunicazione con la stessa Ambasciata Italiana in Cina che sta fornendo un servizio di supporto ai tanti connazionali presenti nel Paese che la stessa giovane tanto ama tanto da essersi riuscita a guadagnare una borsa di studio di sei mesi. La studentessa siciliana nei prossimi giorni potrebbe lasciare la Cina insieme ad altri connazionali grazie ad un ponte aereo che il Governo Italiano avrebbe predisposto per far rientrare in patria i connazionali.

Mancherebbero però ancora "alcuni passaggi" per il via libera definitivo del governo di Pechino alla partenza dei connazionali, spiegano fonti della Farnesina, assicurando comunque che il governo lavora senza sosta per organizzare il loro ritorno il prima possibile. La quarantena "sarà limitata ad un quindicina di giorni, che è il periodo d'incubazione del virus", ha annunciato il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri (M5s). Dove? Non in un atollo del Pacifico centrale, come fa il governo australiano, ma, ha fatto sapere il ministero della Salute, presso gli ospedali che sono i centri di riferimento regionale per le malattie infettive.

Nei casi più gravi, qualora servissero cure particolari, si può essere portati all'ospedale Sacco di Milano o allo Spallanzani a Roma, i due centri nazionali di riferimento. In Italia non vi sono casi, dopo che quello di Napoli è risultato negativo. "In Italia abbiamo i controlli più alti. Ho chiesto una riunione internazionale di tutti i ministri della Salute della Ue per capire come affrontare la situazione", ha affermato il ministro della Salute, Roberto Speranza. "La situazione - ha aggiunto - è molto seria e non va sottovaluta, abbiamo allestito da alcuni giorni una task force dedicata, ma non va sparso allarmismo, stiamo parlando al momento di 9 casi di contagio in tutta Europa.

Vorrei che anche gli altri Paesi Ue facessero altrettanto e ci coordinassimo tutti quanti". Secondo gli ultimi dati sarebbe salito a 170 il numero dei morti per il coronavirus mentre si registra una impennata dei contagi con 1.700 nuovi casi, che si sommano ai circa 6.000 già accertati. Un tasso più alto di quello della Sars. Il numero delle vittime è salito a 170 a causa di 37 decessi nella provincia dell'Hubei, dove si è diffusa la malattia e uno nella provincia sud-occidentale di Sichuan.

La diffusione del coronavirus Finora il nuovo coronavirus è stato rilevato in altri 15 Paesi oltre la Cina. Il capo dell'organizzazione Onu, Tedros Adhanom Ghebreyesus in conferenza stampa dopo la sua missione in Cina, ha riferito che Pechino ha acconsentito all'invio sul territorio cinese di un team internazionale di esperti dell'Oms, ma non ha fornito la tempistica della missione. Secondo Ryan, anche lui in missione con Ghebreyesus, "la catena di trasmissione puo' ancora essere interrotta con le misure di igiene necessarie, di individuazione e di isolamento dei casi".

La situazione più difficile resta in Cina, definita "cupa" dal presidente Xi Jinping. In molte città dello Hubei, sottoposte a cordone sanitario settimana scorsa, battaglia contro il virus è "a un punto critico", ha dichiarato il governatore, Wang Xiaodong, che ha citato, in particolare, il caso di Huanggang, centro di 7,5 milioni di abitanti. "Non lasceremo che Huanggang diventi una seconda Wuhan", ha detto Wang, aggiungendo che sono state inviate squadre di ispezione nella città e che "la mancanza di risorse mediche è uno dei problemi più gravi che ci troviamo ad affrontare".

Il Dragone ha visto chiudere nelle ultime ore le filiali di multinazionali: Toyota, Ikea, Starbucks. La corsa al vaccino. Intanto è corsa contro il tempo per la realizzazione di un vaccino. Ci provano, tra gli altri, Stati Uniti e, congiuntamente, Russia e Cina. "Spero di sbagliarmi ma non credo che possa essere pronto entro un anno o comunque molti mesi. Ho la sensazione che questa epidemia dovremo affrontarla con quello che abbiamo. Non abbiamo farmaci, non abbiamo vaccini, ma abbiamo la possibilità di fare diagnosi e noi in Europa dobbiamo mettere tutto il nostro impegno nell'ostacolare la diffusione", ha spiegato il virologo Roberto Burioni.

"Se una malattia - ha aggiunto - ha il 3% di mortalità ed è molto diffusa è una catastrofe. La Spagnola nel 1918 ha avuto il 2% di mortalità. Ai seimila casi diagnosticati bisognerebbe aggiungere come minimo uno zero". L'impatto sull'economia. Si comincia ad avvertire l'impatto sull'economia: la previsione è di una crescita sotto il 5% nel primo trimestre. "Il nuovo coronavirus in Cina crea incertezza per le prospettive di crescita dell'economia globale, anche se parte dei rischi collegati alle tensioni commerciali sono diminuiti", ha detto il capo della Fede, Jeorme Powell.

Le ultime ore sono state segnate dai rimpatri dei non cinesi, e dalle decisioni con cui le grandi compagni aeree hanno lasciato a terra alcuni voli da e per Wuhan e , in alcuni casi, per altre rotte come Shangai: British Airways, Klm, Lufthansa, Air France, Iberia.Gli europei che hanno chiesto di essere rimpatriati sono circa 600: una volta tornati, saranno messi in quarantena fin quando non sarà accertata l'assenza di sintomi del virus. Francesco Mezzapelle

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