Coronavirus, Medici e ASP9 in guerra nel trapanese, ma tra loro

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
29 Marzo 2020 10:58
Coronavirus, Medici e ASP9 in guerra nel trapanese, ma tra loro

Mascherine inesistenti, commistione tra reparti Covid e non Covid negli ospedali, medici che vanno a lavoro pur essendo positivi al test del coronaviurus. L'Asp di Trapani, chiamata a gestire un'epidemia che ha visto l'emergere della zona rossa di Salemi, una delle tre in Sicilia, ha una guerra interna: un esposto in procura dei medici di base e una lettera di protesta dei sanitari in servizio all'ospedale Paolo Borsellino di Marsala (Covid hospital per l'intera provincia) mette in discussione la gestione di Fabio Damiani, dal dicembre del 2018 direttore dell'Azienda.

"Nessuna emergenza dpi (acronimo che indica i dispositivi di protezione individuale) nei reparti Covid del trapanese, gli altri reparti come da indicazioni, non hanno protezioni alte", dice Damiani, contestato, tra l'altro, per il caso di un medico di Castelvetrano, chirurgo in servizio all'ospedale, adesso ricoverato in terapia intensiva a Palermo, che continuò ad andare al lavoro anche dopo aver contratto il virus. "Abbiamo aperto - dice Damiani all'AGI - un procedimento disciplinare per il medico e adesso stiamo valutando l'invio dei documenti in Procura".

E' l'assenza dei dpi ad aver scatenato, in particolare, la rabbia dei medici di medicina generale convenzionati con l'azienda ospedaliera. "Non averci fornito, e continuare a non fornirci, i dispositivi di protezione individuale, mette pertanto a rischio la nostra salute e di conseguenza quella dei nostri pazienti", si legge nell'esposto. "Nel caso dei medici di base, che non sono nostri dipendenti, abbiamo distribuito circa 900 mascherine chirurgiche in due tranche differenti", dice Damiani, evidenziando che "le indicazioni che ci arrivano da Oms e Iss sono quelle di destinare il Dpi ad alta protezione ai reparti covid e non anche agli altri reparti".

Nel trapanese al momento ci sono 61 positivi ai tamponi di cui ventidue ricoverati in terapia intensiva. Resta sospetta la morte - avvenuta lo scorso 21 marzo a Castelvetrano - di un anziano originario di Salemi, nonno della 18enne che festeggiò il compleanno dal quale scaturì il focolaio nel paesino diventato focolaio. "Il referto però non ha fornito la conferma del decesso da coronavirus", dicono dall'Asp di Trapani. Intanto, i primi due pazienti ricoverati, un docente marsalese e un dipendente dell'azienda ospedaliera originario di Alcamo, hanno potuto lasciare la terapia intensiva.

Sebbene Damiani provi a far sentire le proprie ragioni, la rabbia dei medici si fa sentire soprattutto da Marsala, dove il personale in servizio denuncia "percorsi che non garantiscono sicurezza ad operatori e utenti". "La lettera dei sanitari di Marsala mi sembra una metodologia poco trasparente, ritengo - continua il direttore dell'Asp - che le rivendicazioni sindacali debbano avvenire attraverso i sindacati, farlo attraverso lettere aperte ci dimostra i risultati della paura". Per il resto, sottolinea, "non è vero che all'interno delle strutture ospedaliere della provincia di Trapani ci sia commistione tra i reparti Covid e quelli non Covid; è chiaro che si è dovuto separare nettamente i percorsi, ci sono ascensori dedicati, sono stati disinseriti i meccanismi di aerazione".

Eppure nei giorni scorsi è accaduto un altro caso singolare: un anziano cardiopatico originario di Alcamo, trasferito al Sant'Antonio Abate di Trapani, durante il ricovero ha iniziato a manifestare i sintomi del corona virus. "E' stato immediatamente posto in isolamento e tutto il personale sanitario è stato sottoposto a tampone - precisa Damiani - ma di certo episodi come questo sono delle tragedie che vanno gestite nel momento in cui si verificano". Inoltre, da tre giorni il laboratorio di biologia molecolare dell'ospedale di Marsala è uno dei venti punti in cui vengono eseguiti i tamponi per la diagnosi del virus, con una frequenza di 100/120 tamponi al giorno.

"Adesso sono terminati i reagenti, la ditta fornitrice ci ha assicurato che martedì farà una fornitura - conclude Damiani - e fino ad allora spediremo i tamponi al laboratorio di analisi del Policlinico di Palermo". (Fonte AGI)

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