Centro Studi “La Voce”: “Mazara è proprio un’altra città”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
04 Febbraio 2016 17:32
Centro Studi “La Voce”: “Mazara è proprio un’altra città”

Mazara è un’altra città, così dice il sindaco Cristaldi. Il sottotitolo di questa roboante e orgogliosa dichiarazione potrebbe essere: Come ti trasformo la città in modo che sia irriconoscibile e invivibile. Amministrare una città è una impresa complessa, per cui occorrono nervi saldi e competenze tecniche notevoli.

Naturalmente il collante non può che essere una visione politica di lungo periodo e una capacità di aggregazione del consenso che non si limiti a pratiche clientelari, i cui costi ricadono sul contribuente che (abbiamo già richiamato questa gag di Totò) potrebbe a ragione dire.......”e io pago”.

La Politica deve avere il consenso dei cittadini, che debbono vedere un disegno ambizioso di benessere e di civile convivenza. Per verificare se Cristaldi possa essere annoverato fra i politici di razza, fra quei grandi Sindaci che sanno cambiare il volto della città che amministrano, cominciamo a fare una sintetica carrellata su alcune caratteristiche che sono indicatori potenti della capacità di amministrare.

Al mattino, lasciando casa, comincia il nostro percorso e ci imbattiamo in qualche “piccolo” problema di traffico che ci mal dispone verso il prossimo e magari verso gli amministratori che, pur essendo al nostro servizio e pagati con i nostri soldi, ci apparecchiano questo menù assai indigesto:

- La segnaletica orizzontale, in particolare le strisce pedonali, sono scomparse;- La segnaletica verticale è insufficiente;- Le strade senza uscita sono prive di adeguata segnalazione;- Numerose vie che, per le loro dimensioni dovrebbero essere a senso unico, restano a doppio senso di marcia (si pensi alle traverse della Via Salemi).

E poi la grande anomalia, sulla cui eliminazione Cristaldi ha poggiato buona parte della sua prima campagna elettorale:

- Linea ferrata e passaggi a livello che dividono la città in due, proprio nelle ore lavorative e al mattino, quando siamo in ritardo e abbiamo i nostri figli da accompagnare in auto a scuola. Un calcolo approssimato ma sostanzialmente veritiero, indica in circa due ore e mezzo il tempo in cui la città resta irrimediabilmente congestionata per gli effetti collaterali di questo mostro ferrato. A parte dover ammettere che il sindaco non ha saputo risolvere il problema, indice dello scarso o nullo peso politico del Nostro in ambito nazionale e regionale (nessuno sembra dargli retta), resta il fatto che almeno qualche provvedimento avrebbe potuto essere adottato come, ad esempio,creare un sottopassaggio ferroviario in zona Makara).

Mentre ci si aggira irritati da un traffico rallentato, si sentono le narici sollecitate da odori “forti”: sono i cumuli di maleodoranti rifiuti che inesorabilmente si accumulano e noi non capiamo perché la nostra amministrazione ci costringa a pagare la famigerata TARI, diventata talmente esosa da poter essere annoverata fra le più alte d’Italia, per avere in cambio un servizio mediocre e a singhiozzo.

Ignoriamo perché siamo condannati ad essere, come i paesi in via di sviluppo, senza una seria raccolta differenziata che potrebbe abbattere i costi di conferimento in discarica ed evitarne l’esaurimento, e perché ci dobbiamo vergognare di compattatori fatiscenti, i cui costi di manutenzione sono proibitivi.

Non capiamo perché siamo costretti a pagare una pletora di dipendenti amministrativi (troppi per le poche attività che debbono svolgere) costretti, almeno i più coscienziosi, a fare sforzi immani per trovare di cosa occuparsi in tante ore di frustrante presenza in ufficio. Ma poi per ricevere il pubblico questi stessi indaffaratissimi personaggi hanno solo poche ore alla settimana.

Se poi dobbiamo recarci in Comune per una pratica che gli uffici comunali di altre città svolgono celermente o che consentono, nell’era di internet, di risolvere da casa, ci rendiamo conto del presappochismo dell’organizzazione affidata a dirigenti non adeguatamente addestrati e, quindi, incompetenti a ricoprire il ruolo affidato loro.

Un esempio tangibile d’incapacità gestionale si riscontra nella proposta di esternalizzazione del servizio di riscossione tributi, avanzata dal Dirigente del II Settore. È un episodio su cui dovremo ritornare in modo circostanziato, viste le implicazioni che comporta in termini di costi (per noi contribuenti) e di ricavi (per i futuri fortunati concessionari di cui si intravvede già il profilo).

È esperienza comune la frustrante lentezza con cui gli Uffici Tecnici, che dovrebbero fornire un servizio al cittadino in tempi rapidi, rispondono invece in tempi biblici anche per il rilascio di una semplice autorizzazione, come l’allacciamento alla rete fognaria.

Un comune, il nostro, in cui le regole più semplici vengono disattese, come accade per gli allacciamenti alla rete fognaria o idrica, che spesso vengono effettuati con il sistema “fai da te”, con conseguenti abbassamenti del manto stradale per cattivi ripristini effettuati purtroppo senza controlli.

Se poi passeggiamo per il Lungomare, la cui suggestione continua a colpire i visitatori che si avventurano in questa nostra città, vediamo branchi di topi aggirarsi liberi e felici fra i rifiuti presenti in quella che avrebbe dovuto essere la “Spiaggia in Città”. Altra inutile e roboante promessa disattesa, mentre purtroppo dobbiamo registrare che sono stati aboliti i servizi di derattizzazione e disinfestazione.

Per non aumentare il nostro disagio, stendiamo un velo pietoso sull’escavazione del porto canale, finanziata già da ben cinque anni, ma di cui è ancora impossibile prevedere la data di inizio dei lavori. Però il sindaco si esalta sull’argomento con continui comunicati stampa. Forse bisognerebbe ricordargli che i comunicati stampa vanno fatti a conclusione dei lavori perché siano credibili; altrimenti sono solo uno sberleffo all’intelligenza di tutti noi. Preferiamo le gag di Totò ai comunicati stampa, ancorché esilaranti, di Cristaldi.

Fatta questa lunga e indispensabile premessa, il sindaco Cristaldi ha ragione nel dire che Mazara è un’altra città rispetto a dieci anni fa, quando Corso Umberto I era il nostro salotto buono che, sebbene senza il decantato red carpet, aveva la suggestione di un vero centro commerciale; mentre oggi, oltre alla chiusura della stragrande maggioranza dei negozi, durante le festività natalizie, è stato trasformato in un mercatino rionale di periferia.

Siamo ormai all’imbrunire e ci sovviene che abbiamo perso le tracce del progetto di miglioramento della Pubblica Illuminazione, inchiodato ad un bando di gara di cui richiediamo da tempo l’annullamento in autotutela. Troppe condizioni sono cambiate e troppi lavori eseguiti per urgenza hanno cambiato le condizioni previste nel bando.

Chiudiamo con quello che avrebbe dovuto essere il fiore all’occhiello di Cristaldi. Egli continua ad elogiare il centro storico, senza rendersi conto che non basta avviare un’opera, sicuramente frutto raro, se non unico, di una interessante scelta politica, ma che diventa scelta inutile, se non si completa il percorso di riqualificazione, mettendo i privati in condizione di investire elaborando piani chiari che solo l’amministrazione può e deve fare. Intanto i fabbricati stanno cadendo a pezzi e tanti sono stai abbandonati. Come fiore rischia di appassire ben presto.

A proposito di pianificazione, non si hanno notizie del Piano Regolatore Generale, scaduto nel lontano 2008 e che dovrebbe essere atto fondamentale di una amministrazione degna di questo nome e di un sindaco che intende lasciare un segno forte. Vorremmo che i posteri possano dedicargli, riconoscenti, una o più opere di pubblica utilità, a futura e imperitura memoria di un Grande Concittadino, il cui merito non può essere solo quello di aver frequentato le aule della Camera. Chiediamo a Cristaldi almeno di tentare di ridare speranza a Mazara, i cui cittadini non sanno più sorridere.

Comunicato stampa Centro Studi “La Voce”

04-02-2016 18,30

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