ANPI Mazara su scomparsa di Nicasio Anzelmo

La sezione ANPI "Comandante Petralia" di Mazara esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Nicasio Anselmo.

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
23 Maggio 2022 15:06
ANPI Mazara su scomparsa di Nicasio Anzelmo

La sezione ANPI "Comandante Petralia" di Mazara del Vallo esprime profondo cordoglio per la scomparsa, all'età di 98 anni, di Nicasio Anzelmo, ultimo I.M.I. mazarese sopravvissuto ad un campo di concentramento nazista.

La lunga vita di Nicasio Anzelmo è stata segnata dalla drammatica esperienza dei lager nazisti, dove è stato prigioniero dall’autunno del 1943 alla primavera del 1945, Lui, come altri militari italiani, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 fu catturato dai tedeschi e deportato in Germania, nei lager nazisti, tra i reticolati, le baracche di legno, le angherie, il freddo, i pidocchi, la fame, la fatica, le punizioni, le fucilazioni, le impiccagioni accompagnarono la permanenza nei Lager fino alla fine della guerra.

A tutti gli internati venne proposto il ritorno in Patria a condizione di aderire alla Repubblica di Salò e continuare la guerra con il fascismo e con i Tedeschi, Nicasio Anselmo, insieme a tanti altri preferì rifiutare l'offerta nella consapevolezza, di rischiare la vita con il rifiuto, che comportava anche, a causa del rancore tedesco, un aggravio delle già pesanti condizioni di vita nei lager.Molti giovani preferirono opporsi con coerenza e dignità al fascismo che aveva trascinato alla rovina l’Italia e che spalleggiava l’occupante tedesco.

Il «No» alla collaborazione con i nazisti che calpestavano l’Italia fu una scelta cosciente, etica perché ispirata ad alti principi morali, ed eroica perché comportava il rischio della vita pur partendo da condizioni disumane che avrebbero potuto essere cancellate con una diversa decisione.A lui e agli altri seicentomila I.M.I. (Internati Militari Italiani), così come furono denominati da Hitler per non riconoscere loro i diritti dei prigionieri di guerra, va la nostra riconoscenza per aver contribuito col loro sacrificio a portare la libertà e la democrazia nel nostro paese.Dal 1945 era rientrato a Mazara e come tanti altri IMI, una volta rientrati in Patria, provarono a rimuovere il trauma vissuto, rifugiandosi nel silenzio e concentrando i propri sforzi nel tentativo di ricostruire una propria identità sociale.In età già avanzata e quando i tempi furono maturi, iniziò a raccontare “dell’Altra Resistenza”, della ribellione silenziosa e disarmata di centinaia di migliaia di italiani, di un inferno che non è mai riuscito a dimenticare.

"L’OMINI MURIANU COMU LI PAMPINI CHI CARINU DI L’ARVULI" amava ripetere, ai ragazzi delle scuole durante uno degli ultimi incontri fatti nel 2019 ha lasciato un monito: "siate educati, siate rispettosi dei genitori, degli insegnanti, degli anziani e se mai nel futuro dovesse tornare a essere ventilata la guerra, scegliete sempre la pace perché la guerra è solo distruzione di uomini, di famiglie, di ogni cosa."Il suo ricordo e la sua testimonianza, da lui stesso portati avanti con impegno e passione, sono stati e rimarranno un fulgido esempio per i valori della Resistenza nella nostra città.Il 2 giugno 2019 presso la Prefettura di Trapani è stata conferita la Medaglia d’Onore riconosciuta agli Internati Militari Italiani.La sezione ANPI di Mazara si associa al dolore della famiglia, a cui rivolge le più sentite condoglianze.

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