Ancora un altro “colpo al cuore” alla Cardiologia dell’Ospedale di Mazara

Continuano le scelte discutibili dell’Asp Trapani nei confronti del personale e dei reparti dell’“Abele Ajello”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
28 Gennaio 2022 07:27
Ancora un altro “colpo al cuore” alla Cardiologia dell’Ospedale di Mazara

Fino a qualche tempo fa, almeno fino alla chiusura dell’ospedale “A.Ajello” per lo svolgimento dei lavori di ristrutturazione e ammodernamento, era considerata un fiore all'occhiello della sanità regionale. Parliamo dell’Unità complessa di Cardiologia-Utic "Innocenzo Fiore" di Mazara del Vallo che si era distinta per interventi innovativi e di livello nazionale e che negli ultimi anni dopo esser tornata nel nuovo ospedale “A. Ajello” che, nonostante sia stato classificato come Dea di I livello, appare ogni giorno sempre più “arretrato” a ospedale di base a causa di scelte, da parte della direzione strategica dell’Asp di Trapani e dell’Assessorato regionale, alquanto discutibili con il silenzioso “beneplacito” dei politici mazaresi  di ogni livello.

Da circa 4 anni, in pratica da quando ritornato ad operare all’Ospedale “A. Ajello”, dopo essere stato dislocato nel 2012 al quarto piano dell'ospedale Vittorio Emanuele II di Castelvetrano, il reparto mazarese di Cardiologia (vedi foto di copertina) vive un’emergenza legata al personale sanitario ivi impiegato. Ad oggi infatti la situazione è progressivamente peggiorata. In pratica sono tre i medici che portano avanti il reparto addossandosi turni massacranti, fino a 70 ore settimanali: il primario dott. Michele Gabriele (il quale, seppur tra mille difficoltà, ha riorganizzato il reparto pervenendo a risultati importanti), la dott.ssa Paola Di Giovanni, il dott. Giacomo Di Giovanni (“prestato” dall’Unità di Trapani) ed un altro medico (sempre “prestato” da Trapani ) ma impossibilitato attualmente a prestare servizio; i tre cardiologi si devono dividere anche nel servizio al pronto soccorso e al reparto covid-19 in caso di necessità.

Un reparto che, considerato il bacino di utenza e le eccellenze, necessiterebbe di almeno 6 medici e che invece è stato progressivamente “impoverito”. Vogliamo parlare dello spostamento presso l’ospedale semplice di Alcamo del dott. Baldassare Graffagnino per il quale era previsto un sostituto mai però arrivato? Negli ultimi giorni sembra difficile (vedi anche il valore della retribuzione della trasferta) anche la presenza assicurata per i turni settimanali di un cardiologo dell’Unità complessa di Trapani la cui direzione, quale primario “ad interim”, è stata affidata dall’Asp Trapani allo stesso primario del “Vittorio Emanuele II” di Castelvetrano, cioè il dott.Salvatore Martino.

Nonostante negli ultimi due mesi, dicembre-gennaio, le prestazioni del reparto mazarese di Cardiologia fossero aumentate si assiste ad un nuovo “ridimensionamento”, sembra quasi che una “regia occulta” lavori affinchè lo stesso reparto mazarese non possa mai decollare non raggiungendo risultati che giustificherebbero pertanto alcune scelte dell’Asp di Trapani, in primis quella di ridurre a soli tre posti la degenza della Cardiologia mazarese a seguito dello spostamento di Urologia per far posto al reparto covid-19.

A Castelvetrano, classificato come ospedale di base, i posti letto della degenza di cardiologia invece sono aumentati fino 16 (non sembrerebbe una decisione condivisa con l’Assessorato regionale); capita però che nel caso di blocchi cardiaci i pazienti siano portati a Mazara. Sarebbe stato normale, a seguito della chiusura della degenza a Marsala, potenziare l’ospedale mazarese anche per la sua collocazione geografica.

Indiscutibili ad oggi le difficoltà in cui versa il P.O. “Abele Ajello” di Mazara del Vallo, da sempre punto di riferimento di tutta la Valle del Belice, dopo un decennio di progressiva diaspora di tutti i Reparti presso altri presidi ospedalieri e un quinquennio di totale chiusura (2013-2017), per la ristrutturazione con enormi disagi inflitti alla popolazione. Sono stati spesi 32 milioni di euro per ottenere forse il più moderno Ospedale siciliano. La classificazione a Dea di I livello si è concretizzata – lo ribadiamo- soltanto sulla carta, mancando ancora l’attivazione della U.O.C.di Rianimazione, il non adeguato riconoscimento della U.O.C.di Chirurgia Generale Oncologica (Decreto Legge n°158 del 13 Settembre 2012 – Dr.Renato Balduzzi e Decr.Min.n°70 del 2 Aprile 2015 – On.le Beatrice Lorezin), stante i migliori numeri e la migliore qualità degli interventi eseguiti rispetto ai benchmarks di riferimento; per non parlare del mancato ritorno all’“Abele Ajello” di reparti quali Ortopedia, Oculistica, Psichiatria etc.

Non ultimo la riapertura presso lo stesso nosocomio del Reparto covid-19 (vista la non dotazione di terapia intensiva poteva essere allocato in un altro piccolo ospedale della Provincia, vedi ad esempio Salemi) che ha rallentato, e in qualche caso impedito, lo svolgimento delle attività ospedaliere.

A ciò si aggiunga -come più volte sottolineato dal sindacato infermieri Nursing Up- l’inopinato dirottamento presso l’ospedale di base di Castelvetrano dell’angiografo cardiologico, richiesto e acquistato per l’“Abele Ajello” di Mazara del Vallo, per l’attività di impiantistica di “pace-maker” (quello mazarese è storicamente uno dei centri più qualificati in Sicilia), che espone operatori sanitari e pazienti a notevoli rischi, dovendo continuare ad utilizzare uno strumento vetusto e soggetto a continui guasti.

Si è ribadito che rimane inspiegabile ed incomprensibile il mancato utilizzo a Castelvetrano dell’angiografo cardiologico, in attesa che vengano eseguiti i complessi lavori di adeguamento di locali idonei, dove allocarlo, e si proceda al reclutamento del personale necessario al corretto funzionamento h24, per la creazione di una ipotetica unità di emodinamica. Per concludere, è apparso inoltre molto discutibile anche il recente Atto Aziendale elaborato dalla Direzione Strategica dell’Asp di Trapani e firmato dai Sindaci delle Città della provincia che ospitano degli ospedali.

Il nosocomio mazarese seppur classificato come Dea di I Livello ad oggi appare un ospedale sottoutilizzato (ma che comunque continua a fare alti numeri grazie al sacrificio e alle professionalità del suo personale sanitario), non all’altezza delle aspettative dei cittadini e delle promesse elargite da politici, a vario livello, negli ultimi anni. Anche i recenti incontri – soltanto di carattere interlocutorio- fra rappresentanti di Associazioni mazaresi ed esponenti dell’Assessorato regionale alla Salute non hanno portato a riscontri concreti, evidente la velata volontà della politica di prender tempo sulle questioni regionale: si aspettano le elezioni regionali (forse lo stesso presidente Musumeci vorrebbe per garantirsi l’appoggio di qualche sindaco belicino?) e pertanto serve mantenere lo status quo per favorire qualche candidatura in Provincia di Trapani?

Francesco Mezzapelle   

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