“Una punta di Sal”. Il 27 aprile si vota per le ex province: una “partita a porte chiuse”. Attenzione al voto ponderato

Redazione Prima Pagina Mazara

L’appuntamento è fissato per Domenica 27 aprile. A votare non saranno i cittadini. Si tratterà infatti di elezioni di secondo livello, ovvero consultazioni che vedranno esprimersi consiglieri comunali e sindaci dei 391 Comuni dell’Isola. Una sorta di “grandi elettori” in salsa siciliana nelle mani dei quali viene riposto il futuro degli enti locali di raccordo, le ex Province, rimaste fino ad oggi commissariate dal lontano 2014. Anno nel quale entrò in vigore la legge Delrio. Un’elezione che sfugge ai cittadini-elettori che restano esclusi malgrado ci sono da eleggere i presidenti delle sei province siciliane e tre delle città metropolitane Palermo, Messina e Catania, i quali, da sindaci, diventano, “miracolosamente” anche presidenti della provincia.

In provincia di Trapani sono stati presentati due sindaci che sono candidati alla Presidenza dell ex provincia di Trapani (in foto Palazzo Riccio di Morana a Trapani, sede del Libero Consorzio Comunale), Lentini, sindaco di Castelvetrano per il centro destra, Quinci, già due volte sindaco di Mazara per il centro sinistra e per le liste civiche. Il dato più sconcertante resta però il silenzio. Quasi nessuno tra i cittadini è realmente consapevole che il 27 aprile andranno al voto soltanto i 25 sindaci della provincia e circa 380 consiglieri comunali che concorreranno per i 12 posti per costituire il consiglio provinciale.

Nessuna campagna elettorale, nessun coinvolgimento dell’opinione pubblica, nessun dibattito reale. È come se si trattasse di una partita a porte chiuse, giocata tra pochi addetti ai lavori, lontana da occhi indiscreti. E questo è forse l’aspetto più grave: la distanza crescente tra la politica e le comunità. Ed in questo tipo di elezione di secondo livello, non manca una novità e cioè il ricorso al voto ponderato. Si tratta di un meccanismo nel quale il voto del singolo consigliere o del sindaco viene calcolato in base alla popolazione rappresentata.

Il problema era stato posto già ad ottobre del 2024, ovvero quando si iniziò a parlare di elezioni di secondo livello. I partiti di maggioranza avevano chiesto ulteriori approfondimenti agli uffici e alle varie Prefetture. Una tipologia di preferenza che, nelle grandi città, dà un potere quasi incontrastabile ai consiglieri comunali del capoluogo della Città Metropolitana di riferimento. Discorso diverso vale per i Liberi Consorzi. Lì la fetta di popolazione rappresentata è minore. Molti comuni hanno un peso simile se non praticamente uguale.

E quindi le differenze fra i consiglieri e i sindaci dei vari comuni è minore. Fatto che ha reso, forse, più difficile scegliere la rosa dei candidati per le coalizioni coinvolte. Nella normativa che regola il voto ponderato, si legge che “la cifra elettorale di ciascuna lista è costituita dalla somma dei voti ponderati validi riportati da ciascuna lista. Per l'assegnazione del numero dei consiglieri a ciascuna lista si divide la cifra elettorale di ciascuna lista successivamente per 1, 2, 3, 4 ...

fino a concorrenza del numero dei consiglieri da eleggere; quindi si scelgono in ordine decrescente, tra i quozienti così ottenuti, quelli più alti, in numero eguale a quello dei consiglieri da eleggere, disponendoli in una graduatoria decrescente. Ciascuna lista consegue tanti rappresentanti eletti quanti sono i quozienti a essa appartenenti compresi nella graduatoria. A parità di quoziente, il posto è attribuito alla lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale e, a parità di quest'ultima, per sorteggio.

Attribuiti i seggi alle liste, l’'ufficio elettorale procede alla proclamazione degli eletti, determinando la cifra individuale ponderata dei singoli candidati sulla base dei voti di preferenza ponderati”. Il cittadino-elettore è lontano da questi calcoli, a lui interessa che la politica, nelle sue forme più elevate, sia un nobile strumento attraverso cui si organizza la vita della comunità, si proteggono i diritti e si promuove il bene comune. Tuttavia, una riflessione amara si impone quando ci rendiamo conto di come, troppo spesso, la politica diventi il mezzo attraverso il quale persone senza morale governano su persone senza memoria.

Questa affermazione, provocatoria ma non lontana dalla realtà, solleva interrogativi profondi sulla natura del potere e sulla fragilità della coscienza collettiva. La conseguenza è un esercizio del potere cinico e privo di scrupoli, dove la fine giustifica i mezzi, e il fine è quasi sempre la perpetuazione del potere stesso. Bisogna non cadere in questi abbagli. La provincia di Trapani deve essere governata dopo undici anni di commissariamenti, vi sono strade e scuole da sistemare, servizi da avviare, amministrazione da portare avanti.

Il neopresidente e i 12 consiglieri eletti avranno molto lavoro da fare, incarichi che potrebbero durare un paio di anni in attesa che arrivi la legge che possa permettere di votare atutti i cittadini, ma credo,per come vanno le cose in Sicilia che alla fine Presidente e Consiglio dureranno in carica 4 anni, così’ come vuole la legge per l’elezione di secondo livello.

Salvatore Giacalone