Pantelleria, inaugurato il murale “Non voltarti” di Andrea Buglisi
Di fronte a un pubblico molto numeroso e incuriosito è stato consegnato ai cittadini di Pantelleria il murale di Andrea Buglisi“Non voltarti”. Un’opera delicata e allo stesso potente. Una donna con volto sereno, con lo sguardo fermo, lucido. Accanto a lei, un corvo, che la fissa dritta negli occhi. Il corvo della seduzione che nonostante l’inganno sottile, non la piega. “Contro ogni forma di violenza sulle donne. Per chi non ha più voce” scrive lo stesso Buglisi sui social.
Il murale è stato disegnata sulla parete una palazzina del Rione San Giacomo, che guarda verso la strada principale. Un luogo divenuto simbolo per l’isola perché proprio lì, meno di due anni fa, si è consumato un efferato delitto: il femminicidio di una giovane donna pantesca, Anna Elisa, bruciata viva dall’uomo che avrebbe dovuto amarla. Da quell’uomo che avrebbe dovuto proteggerla.
Commissionato dall’Amministrazione Comunale, è stato voluto dalla consigliera Nadia Ferrandes che ne ha proposto il progetto in un consiglio ricevendo il consenso totale. Tutti d’accordo, almeno per una volta. “Quello che è accaduto ha fatto emergere la mia innata sensibilità e da subito ho sentito che non potevo girarmi dall’altra parte e che dovevo lasciare un grande messaggio alla mia isola” ci racconta Nadia. “Per il 25 novembre ho quindi presentato una mozione in Consiglio Comunale ricevendo il consenso unanime sia della maggioranza che della minoranza. È stata capita l’importanza di questo progetto. Sono stati mesi lunghi in cui la ricerca dell’artista è stata la parte più impegnativa e fatta grazie al sostegno della mia amica Patrizia Impastato” aggiunge. “È stato importante per me che non passasse un messaggio negativo da quest’opera. La scelta dell’artista è stata quindi fondamentale”.
Scelta ricaduta su Andrea Buglisi le cui opere sono sempre molto gentili ed eleganti pur foriere di messaggi importanti. Un’opera piena di simbologie. Dove ciascuno, nell’interpretazione, può mettere qualcosa del proprio vissuto. Un’avventura lunga sia dal punto di vista progettuale che realizzativo, fatta di giorni molto intensi e faticosi. Un’opera con un tema delicato che aveva già affrontato in passato ma che è stato vissuto come una sfida. “Un tema difficilissimo soprattutto quando lo devi affrontare con l’arte urbana” racconta Andrea Buglisi.
“Un tema drammatico, duro. Ma non volevo che la mia opera avesse accenni diretti alla violenza. Perché l’arte urbana si deve collocare in un contesto urbano e deve essere vissuta, giorno dopo giorno, dalla gente che ci passa e che ci vive”. Un’opera che rappresentare il tema in modo non truce intraprendendo la strada dell’ambiguità dei rapporti, della leggerezza e della speranza dando una visione diversa di una tema terribile, quello della violenza, suscitando una reazione ma senza scioccare, guidando verso consapevolezza.
Giuliana Raffaelli