“Aboliamo il professionismo politico”, il mazarese Piero Di Giorgi lancia la petizione su change.org

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
14 Ottobre 2017 06:10
“Aboliamo il professionismo politico”, il mazarese Piero Di Giorgi lancia la petizione su change.org

Raccogliere migliaia di firme, utilizzando anche i social media, per dire no ai politici di professione e nominati che hanno di fatto precluso la partecipazione dei cittadini alla vita politica. Questa l’iniziativa lanciata sul noto portale di petizioni popolari Change.org dal mazarese Piero Di Giorgi.

Di Giorgi (vedi foto) psicologo e avvocato, pubblicista e collaboratore di diverse riviste e giornali. Ha insegnato Psicologia dello sviluppo presso l’Università di Roma «La Sapienza», e successivamente Storia della psicologia e Psicopedagogia differenziale nell’Università di Palermo. 

Ecco il testo della petizione promossa dal prof. Di Giorgi:“La globalizzazione neoliberista ha avuto effetti devastanti sulla vita delle persone e delle comunità più deboli di tutti i Paesi del mondo, ha creato ingiustizie e disuguaglianze scandalose, operando un trasferimento di ricchezza dal lavoro al capitale. Ha espropriato milioni di giovani di un diritto fondamentale come il lavoro.Inoltre, la globalizzazione neoliberista, divenuta pensiero unico, ha fatto evaporare ulteriormente la differenza tra destra e sinistra, predicando che in un’economia globalizzata c’è una grande competizione e che bisogna aiutare le imprese, diminuire i salari e smantellare le tutele sociali.

Un’ideologia, diffusa dai partiti della destra e amplificata dai mass-media attraverso slogan come “destra e sinistra non esistono più”, “le classi non esistono più”, che sono stati internalizzati anche da larga parte della dirigenza della sinistra.Una volta c’era la speranza che le cose potessero cambiare. Oggi, i partiti della sinistra, che organizzavano le lotte dei più deboli contro le ingiustizie e le disuguaglianze, hanno abdicato alla loro missione liberatrice e di difesa dei diritti civili e sociali degli esclusi.

C’è una sfiducia che minaccia la democrazia, già soggetta a un progressivo logoramento. Esiste, infatti, sempre più una concentrazione di potere in enti e istituzioni non elettivi, che non rispondono ai cittadini. Le decisioni che riguardano la nostra vita vengono prese da nominati nei Parlamenti e nelle tecnocrazie transnazionali.La trasformazione dei partiti in oligarchie di professionisti della politica, distanti e indifferenti ai bisogni delle persone comuni, l’omologazione dei loro comportamenti nei linguaggi, nella pratica politica, nei contenuti della proposta politica, la riduzione della sovranità popolare a una finzione hanno determinato gradualmente una disaffezione dei cittadini per la politica, che ha avuto come contraccolpo l’astensionismo, che oggi ha raggiunto percentuali preoccupanti tra il 30 e il 40%.

La maggior parte delle persone non ha più fiducia nei politici di professione, ha la convinzione che nessuno abbia a cuore chi lavora onestamente e fa fatica a vivere, che nessuno le rappresenti.La politica non può essere una professione, non può essere un luogo per fare carriera, ma richiede il contributo di tutti, è un diritto-dovere di tutti opporsi a un sistema così iniquo e alla deriva individualistica. E’urgente un cambio di paradigma, basato su una pratica politica nuova e diffusamente partecipata, per costruire un assetto politico, economico e sociale alternativo, che privilegi lo spirito comunitario piuttosto che quello competitivo, lo spirito pubblico piuttosto che quello privato, la tendenza altruista e solidale su quella egoica e individualista, tollerante e laica piuttosto che quella fideistica e autoritaria.Se si vuole davvero rinnovare la politica, occorre la partecipazione e il contributo di tutti e passare dall’atteggiamento di apatia, di rabbia repressa, di astensionismo, all’auto-organizzazione.

Quando i cittadini non partecipano alla vita pubblica per esprimere i propri bisogni, il sistema politico s’impoverisce, perché manca un confronto e un controllo costante di visioni, idee, progetti. La politica deve essere l’impegno di tutti di partecipare allo spazio pubblico per dare soluzione ai problemi della comunità. Se in tanti c’incontriamo, ci sentiremo meno soli, non diremo più che le cose non possono cambiare, perché, si tratta di noi cittadini che, sottraendo un poco di tempo, allo svago, alla famiglia, prendiamo le nostre sorti nelle nostre mani, contribuendo a cambiare le cose.Le elezioni per il rinnovo del governo regionale fissate per il prossimo 5 novembre potevano essere l’occasione per aprire un dibattito aperto alla partecipazione dal basso, per stabilire un progetto di cambiamento reale per la Sicilia e per la scelta dei candidati, per ricomporre l’unitarietà della sinistra, e invece assistiamo a manovre verticistiche dei soliti capi della sinistra regionale e nazionale, che decidono i candidati e i programmi, e al ritorno dei soliti Genovese, Cuffaro, Musumeci, Cracolici, Crisafulli ecc.Riteniamo che sia urgente fare crescere un movimento di resistenza popolare, che si opponga alla deriva autoritaria e personalistica della politica, per costruire una democrazia dal basso e fare sentire la nostra voce e i nostri bisogni.

Mobilitiamoci sin da ora per boicottare il voto, non con l’assenteismo passivo, standocene a casa, bensì recandoci tutti al seggio, far vidimare il certificato elettorale e subito dopo avvalersi del diritto di rifiutare la scheda, assicurandosi che lo scrutatore o il presidente di seggio, scrivano a verbale che abbiamo deciso di avvalerci di tale opzione, facendo anche scrivere in calce al verbale, una dichiarazione del tipo (es.: ‘Nessuno dei partiti mi rappresenta). In alternativa, potete votare annullando la scheda.

In tal modo, il voto conta perché è espressione di una volontà attiva, mentre restare a casa non produce alcun effetto. Perciò, confidiamo soprattutto nei giovani e nei cittadini volenterosi e consapevoli perché firmino questo documento e lo facciano circolare e firmare tra i loro amici, impegnandoci tutti a raccogliere migliaia di firme e utilizzando anche i social media”.

I cittadini che potranno firmare la petizione cliccando sul seguente link https://www.change.org/p/l-apubblicazione-su-un-quotidiano-come-il-fatto-quotidiano-e-le-firme-di-migliaia-di-cittadini-no-al-professionismo-politico-siamo-tutti-politici 

Francesco Mezzapelle

14-10-2017 8,00 

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