Cinque cani randagi sono morti avvelenati nei pressi del cimitero comunale di Mazara. Immagini forti che non hanno lasciato indifferenti residenti della zona. I cinque cani avvelenati da mano umana sono stati condannati ad atroci sofferenze per poi morire fra le braccia di alcuni volontari della sezione mazarese dell'Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali). I volontari hanno adottato tutte le terapie possibili ma la situazione era ormai disperata. Nella pagina Facebook della stessa sezione mazarese ove pubblicato un video di uno dei cani che rantola (vedi foto di copertina) prima di morire, si legge questo post: "ci rivolgiamo a te che hai fatto tutto questo, guarda le loro sofferenze e rifletti su quello che hai fatto".
Nella stessa pagina si leggono i commenti indignati di molti cittadini per il gesto davvero ignobile. I cani erano ormai soliti sostare nei pressi dell'ingresso del cimitero, e sono stati descritti come abbastanza docili e non certamente pericolosi. Nella stessa pagina nelle ore successive lanciato questo appello: "Cari concittadini chiediamo a chi abita in zona cimitero e ha telecamere installate presso le abitazioni di aiutarci ad individuare chi oggi ha avvelenato i cani, le potete mandare privatamente anche in forma anonima e non verrete coinvolti".
Per chi non lo sapesse ricordiamo che avvelenare animali è un reato. Avvelenare un animale è un reato ai sensi dell’art. 544-bis del codice penale, cioè uccisione di animali. Inoltre l’ art. 146 T.U. Leggi Sanitarie proibisce e punisce la distribuzione di sostanze velenose e prevede la reclusione da sei mesi a tre anni e un’ammenda da € 51,65 fino a € 516,46. Per la denuncia, che ovviamente deve contenere le prove dell’avvelenamento dell’animale (a questo proposito è importante allegare tutti i referti veterinari), ci si può rivolgere a qualsiasi organo di polizia giudiziaria (Carabinieri, Polizia di Stato, Corpo Forestale dello Stato, Polizia Municipale, Polizia Provinciale), presentando di persona il proprio esposto o denuncia (anche contro ignoti) in forma scritta.
Francesco Mezzapelle