No all’accorpamento in un’unica Camera di Commercio di quelle di Agrigento, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa e Trapani. Con una lettera inviata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del consiglio Mario Draghi, al ministro per lo sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, al presidente della commissione bilancio della Camera, Fabio Melilli, ai deputati componenti della commissione, ai capi gruppo dei partiti alla Camera, al presidente della Regione Nello Musumeci, al presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, a tutti gli assessori e ai deputati regionali, ai sindaci delle città interessate, alle associazioni di categoria e ai sindacati, oggi la giunta di Unioncamere Sicilia chiede “con forza al governo nazionale e agli onorevoli componenti della quinta commissione di voler bloccare l’emendamento, che vede prima firmataria l’onorevole Stefania Prestigiacomo, che nulla ha da condividere con la legge in cui viene incardinato e che persegue obiettivi evidentemente diversi da quelli dichiarati”.
“Al presidente Musumeci – dice il presidente di Unioncamere Sicilia Pino Pace – chiediamo di prendere atto della volontà, espressa unanimemente, dal mondo imprenditoriale e dai rappresentanti dei territori, attivandosi per rivendicare la specificità dell’autonomia siciliana e per garantire l’attuale assetto territoriale delle Camere di Commercio, nato dalla volontà dei territori e l’unico che possa essere sostenibile”. Unioncamere Sicilia, inoltre, chiede infine al Presidente nazionale di Unioncamere di attivarsi a tutti i livelli per garantire il rispetto del ruolo riconosciuto al sistema Unioncamere e per impedire interventi strumentali di singoli, che nulla hanno a che vedere con la volontà e gli interessi legittimi dei territori siciliani”.
Le interlocuzioni avviate, su delega della giunta Musumeci, dall’assessore Mimmo Turano hanno dimostrato che tanto le Camere di Commercio siciliane quanto le relative organizzazioni di categoria e sindacali, sono assolutamente contrarie a modificare il vigente assetto territoriale delle Camere di Commercio di Agrigento, Caltanissetta, Catania, Ragusa, Siracusa e Trapani, “fatto salvo il caso, si addivenisse in futuro alla concessione di una quinta Camera di Commercio oggi non prevedibile in forza di legge”. Sulle stesse posizioni si sono espressi i sei sindaci delle città capoluogo di provincia interessate alla ipotetica ristrutturazione, compresa Catania che avrebbe una Camera di Commercio a parte. “Inutile rammentare – concludono i vertici di Unioncamere Sicilia - quanto questa decisione di aggregare tra loro territori molto lontani sia senza fondamento, anche solo per la mancanza di infrastrutture adeguate che permettono di integrare diverse aree geografiche”.