“Una punta di Sal”. Mazara tra sogno e realtà…

Una scritta ironica su un muro della Città ricordava le parole a vuoto pronunciate durante le campagne elettorali

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
07 Maggio 2023 12:07
“Una punta di Sal”. Mazara tra sogno e realtà…

La mia città ideale è una vera e propria utopia ma poiché sognare non costa nulla è opportuno iniziare a immaginare un mondo migliore. Utopia è una parola di origine greca che significa luogo che non esiste. Può l’uomo cercare qualcosa che non esiste? Sì, se quell’uomo non crede che utopia sia sinonimo di impossibile. Dopotutto l’uomo non ha mai smesso di sognare una società giusta dove vivere in armonia con i propri simili, gli animali e la natura. Lasciamo i libri di fantascienza, macchine volanti e miniere pieni d'oro, la città ideale dovrà rispondere semplicemente alle esigenze di ogni singolo cittadino e solo così sarà perfetta.

Ritengo che nel mondo non ci sia ancora nessuna città ideale, ma probabilmente prendendo un elemento positivo da ogni città si potrebbe realizzare questo progetto. Alla base di una città ideale ci dovrà essere un progetto valido, in cui i territori siano rispettati e sfruttati in modo consapevole, Ad esempio per uno straniero sarà importante imparare una lingua, per un disabile rampe sui marciapiedi, mezzi di trasporto veloci ed efficienti, per un'anziana negozi vicini e forniti. Una città ideale deve poi stimolare la creatività delle persone e invogliare persone a coltivare nuovi interessi.

Promuoverei dunque corsi di lingua, di informatica e diverse discipline sportive. Per agevolare la partecipazione sarà importante realizzare una fitta rete di trasporti pubblici gratuiti e veloci che tocchino tutte le aree della città. Inoltre nella vita ideale è necessario che tutti abbiano un lavoro per evitare furti o atti criminali. Allo stesso modo per mantenere la città fiorente bisognerà investire sui giovani che rappresenteranno il futuro. Costruire dunque scuole moderne, con laboratori nuovi ed efficienti, in cui ognuno può seguire lezioni che più lo appassionano oltre ad una cultura di base.

In tal modo i ragazzi saranno stimolati maggiormente.Per quanto riguarda la partita fisica mi piacerebbe una città con grande spazi verdi, in cui ci siano molti luoghi di ritrovo e tutti i quartieri siano vicini al centro della città. Cosicché la gente possa partecipare maggiormente alla vita cittadina con piste ciclabili e itinerari culturali. Se poi avessi una bacchetta magica mi piacerebbe vivere in una città ottimista perché solo così sarà più produttiva.

Dal sogno dell’utopia alla realtà. Per molti di noi il sogno, ancora oggi, rappresenta un’incognita, quell’enorme punto di domanda che sappiamo contenere immagini, pensieri, emozioni, create e vissute durante il sonno. La mattina riavvolgiamo il nastro, accendiamo la TV e vediamo la solita sfilata di politici che con toni suadenti, ci fanno sognare con le loro promesse, che ci fanno vedere tanto benessere, mari e monti incontaminati, ci raccontano la favola di Cappuccetto Rosso in cui però il lupo cattivo si trasforma in un agnellino.

Molti anni fa, su un muro di Mazara, nei pressi della posta centrale, alla vigilia di una campagna per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale, una mano anonima tracciò una scritta diretta ai candidati: “Basta con i fatti. Vogliamo promesse”. Ha invertito le parole, una sfida. Parecchio tempo dopo, un consigliere comunale eletto, una vecchia volpe della Prima Repubblica mi telefonò per dirmi che non riusciva a smettere di ridere ricordando quella scritta, una battuta del miglior Flaiano.

Un colpo di pennello imbrattato di rosso smunto, aveva messo a nudo l’ipocrisia, o forse sarebbe meglio dire la cialtroneria, di tante parole a vuoto pronunciate durante le campagne elettorali. Dove viene celebrato nei comizi ed oggi sui social l’impossibile che diventa possibile. Per esempio il terzo ponte di Mazara che colleghi il lungomare Mazzini con l’altra sponda, dove c’è il monumento a San Vito, per evitare il lungo percorso per raggiungere il Trasmazzaro e Tonnarella. L’impossibile per molti mazaresi diventa possibile, si dice che c’è già un’idea progettuale (in copertina vedi rendering) ed eventuali fonti di finanziamento.

Bene. Quando si realizzerà, scottati da 13 anni di attesa per il dragaggio? Oppure eliminare i passaggi a livello, forse qualcuno si potrebbe nelle periferie, ma quelli del centro urbano per toglierli devi buttare giù case e palazzi, ammesso e concesso che ci siano anche le risorse finanziarie disponibili e che le Ferrovie dello Stato, taccino. In campagna elettorale ci dicono che il terzo ponte si può fare e che i passaggi a livello si possono eliminare “basta la volontà politica”.

Ma di chi? Il tempo sembra aver non migliorato, ma peggiorato la situazione. Ormai si promette di tutto non solo prima di essere eletti: ma anche dopo. Non c’è praticamente giorno in cui chi è al governo non annunci, non faccia presagire, non comunichi l’imminente cambiamento in meglio. Nel frattempo ci sono i cosiddetti “cambi di casacca” a livello nazionale che sono forniti da Open Parlamento. Dall’inizio della passata legislatura (il 23 marzo 2018) al 4 agosto 2022, hanno cambiato gruppo parlamentare 85 senatori e 214 deputati per un totale di 299 parlamentari sui 915 totali: circa un terzo.

Ma vi sono decine di cambi di casacca al Parlamento siciliano e sempre più giù nei comuni, nei consigli comunali, a centinaia. Si promette quando si è candidati, ci si dimentica non appena si guadagna una poltrona. Programmi e progetti restano chiusi nei cassetti, si tireranno fuori, magari, alle prossime elezioni in fotocopia. La categoria dei “cambio di casacca” la considero cruciale. Perché vero è che ognuno di noi può cambiare idea ma è pur vero che un eletto dal popolo è tale perché il popolo lo ha votato perché si è posta grande fiducia al candidato che è stato votato non per la sua bella faccia.

E rieccoci allora al sogno, all’utopia, alla città ideale. Dicono che “i sogni sono il pepe della vita, il motore del cambiamento. L’ossigeno e l’energia per non impigrirci annoiati nella routine quotidiana”. E’ vero, ma non possiamo vivere di soli sogni. Montanelli ha scritto: “I sogni muoiono all’alba”. Amen

Salvatore Giacalone 

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